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''GLI ITALIANI? EFFEMINATI, PIGRI, FEMMINISTI, IGNORANTI E PURE UN PO' FASCISTI'' - LA TURBOLENTA PETRONELLA WYATT, COSÌ ESPERTA DI MASCHI DA ESSERE L'EX AMANTE DEL "BELLISSIMO" BORIS JOHNSON, VERGA UN EDITORIALE AL VELENO SUL "TELEGRAPH" PIENO DI LUOGHI COMUNI CONTRO GLI UOMINI DELLA PENISOLA. QUALCHE ITALIANO LE AVRA' SPEZZATO IL CUORE? - WYATT: "TRA I SOLDATI INGLESI CIRCOLAVA QUESTA BARZELLETTA: 'QUAL È LA DEFINIZIONE DI VERGINE IN ABISSINIA? UNA CAPRA CHE SA CORRERE PIÙ DI UN SOLDATO ITALIANO'"

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Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per www.repubblica.it

 

petronella wyatt 5

C’è un bizzarro articolo del quotidiano Telegraph sugli italiani e i loro stereotipi che ha lasciato in molti interdetti. Ieri il quotidiano conservatore, infatti, ha pubblicato un contributo dell’opinionista Petronella Wyatt dal titolo "Forget Tacitus and Cicero, modern Italian men just want to be lazy”, ossia "Dimenticate Tacito o Cicerone, gli italiani vogliono solo essere pigri”. E poi il sottotitolo: “Gli uomini (in italiano, ndr) non vanno troppo oltre il loro stereotipo, ma, con l’avvento dell’uomo nuovo, anche questo è in pericolo”.

 

Cosa vorrà dire? Andiamo a leggere l’articolo di Wyatt, 56 anni, scrittrice, giornalista e pure ex amante di Boris Johnson. La storia durata 4 anni con l’ex primo ministro (2000-2004), allora direttore del settimanale Spectator e sposato con la sua seconda moglie Marina Wheeler, finì male: un aborto per Wyatt e la temporanea cacciata dagli alti ranghi del partito conservatore per Boris, per aver inizialmente mentito sulla loro relazione.

 

petronella wyatt 3

In ogni modo, Wyatt ora scrive che “l’80% degli uomini italiani si definisce femminista”. Non si capisce da dove prenda un dato simile - almeno noi non siamo riusciti a trovarlo - ma l’autrice continua: “Eppure, durante l’occupazione dell’Abissinia da parte di Mussolini, tra gli inglesi circolava questa barzelletta: qual è la definizione di vergine in Abissinia? Risposta: una capra che sa correre più di un soldato italiano”.

 

Ora, secondo Wyatt, “la maggior parte degli italiani si preoccupa della cultura quanto i soldati di Mussolini”. Non si capisce il nesso, ma, per l’opinionista, il motivo sta nel “commettere l’errore di confondere l’Italia di oggi con l’antico Impero Romano. O che ogni impiegato milanese debba mostrare un livello di istruzione e sofisticatezza appropriati per un discendente di Tacito o Cicerone”.

 

Invece, scrive Wyatt, “l’italiano moderno è un erede molto lontano da Tacito o Cicerone. Anzi, discende dagli schiavi di questi due personaggi o da un’accozzaglia di invasori barbari come i Goti e i Franchi. Sin dall’era romana, con l’eccezione della Toscana rinascimentale, l’Italia non è riuscita a distinguersi, a parte quando era sotto occupazione straniera [...]”.

 

boris johnson e petronella wyatt

Tesi discutibili, ma Wyatt passa al Mezzogiorno: “E che dire del Sud”, si legge nel suo articolo. “Nel 1847 lo scrittore Luigi Settembrini descriveva le condizioni dell’area peggiori della Turchia. Dicevo prima che agli italiani non sono rimasti che i loro stereotipi. In realtà ora potrebbero perdere anche quelli.

 

Sino a qualche tempo fa, il femminismo non veniva riconosciuto dagli uomini italiani. Molti di loro, come Marcello Mastroianni nella Dolce Vita, conoscevano solo tre frasi in inglese: “How are you?”, “I love you” e “Where is your hotel?”". Per Wyatt, “un italiano senza amore (in italiano, ndr) è un po’ come Atene senza il Partenone". Invece, sentenzia Wyatt, “molti italiani sembrano ora rassegnati a incarnare questo “uomo nuovo””. [...]

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