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Dario Salvatori per Dagospia
Go, Tony go!
A Roma il rock and roll è nato nel 1956 alla "Casina Donati", un chiosco con i tavoli all'aperto sulla piazza S.Giovanni angolo via Sannio. Ancora esistente. E' lì che d'estate, all'ora della "rinfrescata", andavano i romani per distrarsi e ascoltare un po' di musica. Peroncini, spuma, gassose, marsala, chi poteva addirittura granita di caffè con panna. Successe che due giorni prima Novino Ciacci, capo-orchestra un po' manesco,aveva fatto a botte "Da Giovannella", la trattoria di Monteporzio dove suonava, e allora fu costretto a tornare a Roma.
Novino si presentò con i figli Alberto, Enrico e Antonio, rispettivamente fisarmonica, chitarra elettrica(una rarità ) e voce. Al secondo brano arrivarono due Mosquito con quattro coatti uniti e bisunti a bordo. Si lamentarono di quella lagna e chiesero del rock and roll. Novino era già pronto a fare a cazzotti, quando spuntò Antonio - da quel giorno Tony - dicendo che lui due rock "li sapeva". Fece "Tutti frutti" e "Be bop a lula": inglese inventato, la chitarra di Enrico che lo rincorreva come poteva.
Rimediò mancia e applausi, ma a casa arrivarono le botte del padre. Dove aveva imparato quella roba? Semplice. Nel negozio di elettricità (che a quell'epoca vendevano anche dischi) dove lavorava Enrico. I Ciacci avevano abbandonato Tivoli da qualche anno, ora vivevano a S.Giovanni, al 63 di via Carlo Felice.
Da allora, in oltre sei decadi di rock and roll Little Tony ha accumulato tutto ciò che una rockstar che si rispetti non dovrebbe mai perdere di vista: successo, soldi, milioni di dischi venduti, ragazze e macchine di lusso. Forse inizialmente inconsapevole, Little Tony aveva più di ogni altro il rock and roll piantato nel cuore e nelle gambe e a differenza dei colleghi milanesi (Adriano Celentano, Giorgio Gaber) che potevano contare su una città già spendereccia, lui viveva fra i cappotti rivoltati.
Fu il primo a capire che in quella musica rumore ed effetto erano tutto, ciuffo, vestiti e mosse al pari del repertorio. E così fece. Coraggiosamente. Anche quando tutti dicevano che non era più il caso. Se il cancello di Graceland, la reggia di Elvis a Memphis, si apriva al suono di "Love me tender", la villa di Tony sull'Appia faceva lo stesso con "Cuore matto".
Se il maestro di cerimonie degli show di Elvis a Las Vegas per congedare il pubblico esclamava: "Ladies and gentlemen the king has left the building!", Enrico recitava la stessa frase a Frattocchie, per un pubblico satollo di porchetta.
Ma è stata questa la forza. Non cambiare mai. Nel 1966 intercettai un amico fotografo che correva a casa di Little Tony, in via Gregorio VII, i ladri avevano svaligiato l'appartamento. Lo seguì con il 31. Arrivai e trovai Tony che guardava sconsolato i poveri resti del guardaroba devastato. Rimediai una camicia e un gilet. Oggi li indosserò.
Go, Tony go!
Little Tony e Boby Solo CArlo Pignatelli Albano e Little Tony LITTLE TONYMAURO MASI CHANSONIER CON LITTLE TONY LITTLE TONY E IL FRATELLO ENRICO CIACCI Little Tony e Franco Franchi Dario Salvatori
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