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GUERRA DI CARTA TRA GLI ULTIMI GEDI – GRAN CASINO A “REPUBBLICA”: IERI IL COMITATO DI REDAZIONE DEL GIORNALE SI È DIMESSO DURANTE UN’ASSEMBLEA DRAMMATICA. IL VICEDIRETTORE, CARLO BONINI, HA FATTO SAPERE CHE SE ENTRO IL 30 AGOSTO NON SARÀ FIRMATO L’ACCORDO SUI 50 PREPENSIONAMENTI, L’AZIENDA PROCEDERÀ UNILATERALMENTE – A QUEL PUNTO SI È SCATENATO IL CAOS, ANCHE PERCHÉ ALL’INTERNO DELLO STESSO CDR SONO EMERSI SCAZZI. ALLA FINE È STATA PRESENTATA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA E IL COMITATO SI È DIMESSO…
Il Comitato di redazione della Repubblica si è dimesso, nel corso di un’assemblea drammatica. Un’altra assemblea drammatica, nel quotidiano diventato di proprietà della Gedi di John Elkann e diretto, dalla fine di aprile 2020, da Maurizio Molinari.
L’Azienda, attraverso il vicedirettore Carlo Bonini, ha fatto sapere che se entro il 30 agosto l’accordo sui prepensionamenti non sarà firmato, procederà con decisioni unilaterali. Che significa probabilmente cassa integrazione a rotazione per tutti. Il cdr era in carica da un anno e due mesi. il precedente si era dimesso a sua volta dopo il rifiuto di Molinari di pubblicare un comunicato sindacale.
Al centro della vicenda, stavolta, il piano di prepensionamenti che l’azienda vuole varare, così come hanno già fatto moltissime aziende editoriali italiane, usufruendo della legge del governo Conte 2. Una legge che agevola gli editori e colpisce duramente l’Inpgi, già in ginocchio.
LUNGHE TRATTATIVE
Gedi vuole circa 50 prepensionamenti, le trattative vanno avanti da mesi. A parte il numero degli esodi, si discute sugli indennizzi per chi va via e sulle assunzioni (una ogni due prepensionamenti), che il Cdr vorrebbe riservate ai giornalisti, mentre l’Azienda vorrebbe -come consente la legge- inserire anche figure tecniche e informatiche. C’era inoltre l’ipotesi di destinare incentivi più corposi a chi voglia lasciare il giornale pur non avendo i requisiti per il prepensionamento.
Il contrasto lacerante è nato all’interno dello stesso cdr (Cadalanu, Buzzanca, Patucchi, Del Porto, Puledda). Contrasto, che attraversa quasi tutte le redazioni, fra prepensionandi e ancora giovani. Nel cdr i primi due, prepensionandi, sono stati accusati di condurre la trattativa in conflitto d’interessi. Lo scontro è diventato molto aspro e Cadalanu ha scritto a tutta la redazione per chiedere un’assemblea chiarificatrice.
MOZIONE DI SFIDUCIA
L’assemblea ha avuto momenti pesanti, fino alla mozione di sfiducia presentata dal vicecapo cronista Marco Mensurati e alle dimissioni di tutto il cdr, che ha preso atto dell’impossibilità di continuare un percorso assieme.
Il vicedirettore Bonini ha chiesto di parlare, gli è stato detto che non sarebbe stato opportuno. Così, ha inviato una mail a tutta la redazione con la bozza dell’accordo e con l’ultimatum: o chiusura entro agosto o procedura unilaterale aziendale.
Ora, in piena estate, la redazione deve affrontare il rinnovo del cdr. A Repubblica vige la prassi che sei saggi siano incaricati di individuare i candidati. I “saggi” sono Ernesto Assante, Anais Ginori, Ettore Livini, Giuliano Foschini, Valentina Conte e Riccardo Liguori. Difficile il loro compito.
carlo bonini foto di bacco
marco mensurati
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