
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
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1 - Première romana del film di Walter Veltroni dedicato a Enrico Berlinguer, mitico segretario del Pci al termine della Prima Repubblica. La tesi dell'opera, piuttosto ardita, è che in sostanza il vecchio partito comunista sia morto con Aldo Moro, la "sponda" democristiana assassinata dalle Brigate rosse nel 1978. Più di un commento salace tra gli ex comunisti presenti in sala, specie tra coloro che erano a sinistra nel partito e che rimangono convinti che Berlinguer sia invece stato sconfitto politicamente dal craxismo. Ma a sorpresa, quando si riaccendono le luci, la battuta migliore arriva dal migliorista Claudio Petruccioli: "Se siamo morti con Moro ci potevano anche avvisare. Ci saremmo risparmiati anni e anni di patimenti".
2 - Ancora dalla prima del film su Berlinguer: dove è stato messo a sedere l'unico vero grande democristiano presente in sala, Arnaldo Forlani? Vicino all'unica coppia gay (dichiarata) della serata: Nichi Vendola con il compagno. Grande amarezza per l'incartapercorito superstite del mitico Caf (Craxi-Andreotti-Forlani), che già vent'anni fa sembrava mummificato.
3 - Non parlate di Nick Cosentino a Denis Verdini in questi giorni. L'ex coordinatore del Pdl pensava di gestire il grande rientro per le Europee del signore delle tessere a Caserta e dintorni, alle prese con un delicato processo di camorra. L'ex Cavaliere sembrava disposto a lasciar fare, purché le eventuali liste tipo "Forza Campania" non esagerassero con le richieste. Ma Cosentino è un osso duro, nelle trattative, e Verdini in sostanza non riesce a contenerlo. Non solo, ma ora si rischia l'effetto boomerang, con Cosentino che minaccia di andare da solo, o addirittura con gli Alfanoidi. E il Grande Macellaio Denis rischia di andarci di mezzo agli occhi sempre più perplessi del Banana.
4 - Dicono che l'abbia saputo pure il diretto interessato, che Berlusconi ha commissionato un sondaggio su di lui. Il padrone di Farsa Italia voleva sapere, nel collegio del Nord-Ovest per le Europee, quanti voti prenderebbe il partito con o senza Sciaboletta Scajola. Beh, pare che il responso sia triste: con l'ex ministro del Colosseo in lista si perdono due punti. Il risultato è che le possibilità che il noto statista di Imperia vada a Strasburgo, nonostante l'amarissima autocandidatura a mezzo intervista sull'odiata (da Berlusca) Repubblica, sono ridotte al lumicino. Dicono nel cerchio magico di Arcore: "Con la storia della casa a sua insaputa, a Scajola è andata all'incontrario del Presidente. Uno è stato condannato in tribunale, ma assolto dal popolo. L'altro si è salvato dalle toghe, ma è stato bocciato dalla gente".
5 - Sono ormai la coppia di avvocati più in vista e più ricercata della Capitale. Andrea Zoppini e Giulio Napolitano, figlio di Re Giorgio, insegnano e lavorano spesso insieme, oltre a essere uno snodo fondamentale nella partita delle nomine pubbliche. Ma non sempre va tutto per il verso giusto. Nei giorni scorsi, Pirelli e le banche che l'hanno assistita nella battaglia di Borsa contro i Malacalza hanno perso un ricorso al Tar del Lazio contro la Consob di Vago Vegas, che li aveva costretti ad alzare il prezzo dell'Opa residuale su Camfin. L'ex sottosegretario Zoppini assisteva il veicolo finanziario messo su per l'operazione da Pirelli, mentre Napolitano junior difendeva Unicredit. Grande amarezza per i lauti onorari che andranno comunque pagati.
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