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Marco Giusti per Dagospia
Vabbè, sarà stata tolta qualche battuta sul frassino, sulla pesca con la mosca, qualche pisellone in primo piano, qualche scopatona ravvicinata, un po' di Bach, un po' di Cesar Franck, ma non è che questa versione "internazionale" di "Nymphomaniac Parte I", 120 minuti contro i 145 della copia vista a Berlino, che ha esordito anche in Italia incassando 65 mila euro, al quinto posto ma con solo 75 sale dietro "Ti ricordi di me?",sia così tagliata e massacrata.
La stessa cosa capiterà anche per "Nymphomaniac parte II", 125 minuti contro i 145 di quella integrale, che vedremo nelle prossime settimane. Chi ha visto la copia integrale giura non solo che è stato lo stesso Lars Von Trier a tagliare il film, e non il fantomatico distributore, come qualcuno ha detto, ma che i tagli sono alleggerimenti non solo di scene hard, ma un po' di tutto, tagli in qua e in là , insomma, per rendere la versione tagliata vendibile internazionalmente.
Rimangono fuori, insomma, 45 minuti di film su un totale di oltre quattro ore, ma non è una versione di cinque ore e mezzo, come da qualche parte avevo letto, quella integrale e preferita dal regista. Quando si vedrà ? Ecco. Su questo c'è un bel mistero. E lì c'entrano proprio problemi di marketing.
Perché i distributori internazionali non ce la faranno vedere prima che la versione tagliata abbia fatto il suo naturale percorso nelle sale o altrove. Oggi è vedibile perfino a 9,90 su Internet (certo, c'è anche chi non paga...). Quindi si parla di una maratona che verrà mostrata forse in qualche festival della seconda metà dell'anno. Venezia?, poco probabile dopo Berlino... Toronto?, poco adatta con tutte queste scene hard... Roma?, forse, ma non sarà troppo in là ... Di fatto non si sa ancora bene come e quando verrà mostrata la maratona di "Nymphomaniac".
Intanto mi sono andato a rivedere grandi classici del passato del cinema svedese che al tempo furono supervietati da noi. Già l'incredibile "Io sono curiosa" di Vilgot Sjoman del 1967, pensato come film di tre ore, venne diviso in due parti già in patria, "Io sono curiosa giallo" e "Io sono curiosa blu", anche se da noi arrivò in una versione di due ore senza le scene di sesso incriminate. Via la protagonista, Lena Nyman, che bacia il pisello al suo ragazzo e via le tante scene di sesso più spinte.
Un capolavoro come "Persona" di Ingmar Bergman, 1966, fece scalpore per un pisello eretto nei titoli di testa, vicino, inoltre, alla scena di un chiodo conficcato nella mano di un Cristo in croce. Non solo. Pure il grande racconto che fa Bibi Andersson a Liv Ullman di un'orgia sulla spiaggia dove lei e una sua amica fanno l'amore con due ragazzi sconosciuti e il relativo aborto di lei fu una specie di bomba.
Nella nostra edizione, non solo venne fatto fuori il pisellone, ma si decise di cambiare parecchio il racconto di Bibi Andersson. Via l'aborto, ovviamente, ma via anche la descrizione che fa Bibi Andersson del desiderio e dell'orgasmo femminile. Bergman in questo colpì veramente nel segno, e è impossibile che Lars Von Trier non abbia digerito un film come "Persona", perché Bibi Andersson, come Charlotte Gainsbourg, racconta la sua storia per descrivere la sessualità femminile.
Tutto questo non poteva certo passare in un paese cattolico come il nostro.
A CLIP FROM I AM CURIOUS (YELLOW)
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PERSONA [1966] OPENING SCENE
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