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Malabarba per “Libero Quotidiano”
Bisogna ammettere che a Gad Lerner non difetta il physique du rôle. La barba folta da imam ce l' ha da un pezzo, dunque è perfetto per condurre un programma televisivo sull'islam. Già, perché la notizia è che Lerner si prepara a tornare in video, dopo la chiusura - ormai qualche anno fa - del suo talk show L' Infedele e dopo aver lasciato la direzione di LaEffe, il canale tv della Feltrinelli, con ascolti non proprio esaltanti.
All' inizio del prossimo anno, forse già da gennaio, Gad apparirà su RaiTre e presenterà al pubblico una trasmissione in sei puntate intitolata Islam, Italia, sulla falsariga del suo successo degli anni Novanta, Milano, Italia. Non si tratterà però di un talk, bensì di una serie di documentari simili, pare, a quelli della serie Fischia il vento, realizzata per LaEffe. Insomma, diciamo che per la terza rete di viale Mazzini non si prevede un bagno di share.
Ma volete mettere la soddisfazione, per la direttrice di RaiTre Daria Bignardi, di trovarsi di nuovo gomito a gomito con il suo vecchio, caro collega di La7? Una bella rimpatriata sul canale gentilmente finanziato dai contribuenti.
Speriamo si scambino baci e abbracci rimembrando i fasti delle Invasioni barbariche e degli altri format progressisti. L' aspetto più discutibile della faccenda, tuttavia, non riguarda gli ascolti né tantomeno le amicizie da salottino chic, ma l' argomento del programma di Gad.
Secondo l' informatissimo sito TvBlog, Islam, Italia sarà una trasmissione «d' inchiesta e di reportage, in cui Lerner girerà l' Italia raccontando l' islam che oggi è a casa nostra, come vive e come si è integrato nel tessuto del nostro Paese, anche alla luce del fenomeno dell' immigrazione». Ancora una volta, dunque, agli italiani viene propinata l' idea che sia «necessario» conoscere fin nei minimi anfratti la cultura musulmana.
de benedetti e gad lerner villa delingegnere
Quando, piuttosto, dovrebbero essere gli islamici (specie quelli appena giunti qui) a preoccuparsi di apprendere usi e costumi locali, onde non calpestarli come regolarmente avviene. Invece no, ogni volta tocca a noi «approfondire» e «dialogare». Essere tolleranti e accoglienti, ben disposti all' ascolto. Persino nei confronti dei fanatici religiosi, degli integralisti come i Fratelli Musulmani o i sunniti della Grande Moschea egiziana di al-Azhar.
Sapete chi è il primo sostenitore di tali fandonie? Indovinato: Gad Lerner. Lo ha scritto chiaramente sul suo sito in maggio, subito dopo l' incontro tra Papa Francesco e l' imam di al-Azhar, cioè il signor al-Tayyeb. A parere di Lerner, dialogare con simili figuri, per quanto integralisti, è una «necessità ineludibile».
Per inciso, al-Tayyeb è uno che sostiene che sia giusto prendere a pugni le donne, crocifiggere e mutilare i nemici del vero islam e, per gradire, accoltellare qualche israeliano durante l' Intifada. Se Gad sostiene e promuove il dialogo con costui, figuriamoci che atteggiamento avrà nei confronti dei vari tifosi della sottomissione degli infedeli sparsi sul nostro territorio. Come minimo li riempirà di coccole.
Sinceramente, per capire che certi personaggi vanno evitati e possibilmente tenuti a debita distanza dall' Italia non servono sei puntate del muezzin Lerner pagate dai contribuenti tramite il canone (anzi, la tassa sulla tivù). A capire che l' islam rappresenta un grave problema per l' Europa e che i fanatici musulmani sono dei pericolosi pirla, ci arriviamo benissimo da soli. Con buona pace di Daria Bignardi, a cui il velo sul capo non donerebbe granché.
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