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Federica Macagnone per messaggero.it
I cadaveri di due uomini congelati e mummificati sono stati trovati da una spedizione messicana di 12 alpinisti della protezione civile, partiti dopo la segnalazione di alcuni scalatori che il 28 febbraio avevano avvistato un teschio nel ghiaccio a poco più di 300 metri dalla vetta del monte più alto del Paese, il Pico de Orizaba (noto anche come vulcano Citlaltepetl), a quota 5.610.
I resti sono stati trovati a 150 metri di distanza l'uno dall'altro: con ogni probabilità, secondo le autorità, sono quelli di due dei tre alpinisti messicani che vennero travolti da una valanga il 2 novembre 1959, una sciagura che molti in Messico ancora ricordano e che è molto nota tra gli scalatori.
CORPO MUMMIFICATO
CORPO MUMMIFICATO
CORPO MUMMIFICATO
I pezzi di abbigliamento ancora presenti su entrambi i corpi potrebbero contribuire alla loro identificazione, ma la parola definitiva dovrebbe venire dal test del Dna.
Subito dopo il ritrovamento, infatti, le famiglie di vari alpinisti scomparsi (anche dagli Stati Uniti, Germania e Francia) hanno chiesto la prova del Dna per l’identificazione.
Il ritrovamento è stato fatto in modo del tutto casuale da sei alpinisti messicani: uno di loro è scivolato e, quando è riuscito a fermare la caduta, ha visto il cranio e la mano di uno dei due corpi.
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