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HOUSE OF SPACEY - L’ATTORE NEI PANNI DI NIXON NEL FILM CHE RACCONTA L’INCONTRO ASSURDO NEL ’70 CON ELVIS ALLA CASA BIANCA: IL RE DEL ROCK VOLEVA DIVENTARE UN AGENTE SOTTO COPERTURA PER AIUTARE L’AMERICA AD AFFRONTARE PIAGHE COME LA DROGA E L’ANARCHIA!

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ELVIS NIXON 3ELVIS NIXON 3

Adriano Ercolani per “La Repubblica”

 

La mattina del 21 dicembre 1970 un uomo si presentò al cancello della Casa Bianca chiedendo di parlare con il presidente Richard Nixon. Lo scopo? Diventare un agente sotto copertura per aiutare l’America ad affrontare piaghe come la droga e l’anarchia dilagante. Quell’uomo era Elvis Presley. L’unica testimonianza di quell’incontro è una fotografia diventata negli anni oggetto di culto.

 

Oggi però c’è anche un film, Elvis & Nixon, diretto da Liza Johnson e che sarà presentato al Biografilm di Bologna (da domani al 20), il 19 giugno. Non un documentario, non un biopic accurato, ma una commedia dell’assurdo che ipotizza con ironia su cosa sarebbe potuto accadere durante il confronto/scontro tra due personalità così antitetiche e contraddittorie. E se Elvis ad esempio avesse cercato di insegnare all’altro il karate? O si fosse pappato tutte le M&M’s preferite di Nixon?

 

ELVIS PRESLEY NIXONELVIS PRESLEY NIXON

«Ormai sono l’unico attore americano a cui è permesso interpretare un presidente», scherza Kevin Spacey, che nel film impersona appunto Richard Nixon. Dopo il Frank Underwood di House of cards eccolo nuovamente nei panni di una figura manipolatrice, entrata nella storia del Dopoguerra statunitense anche grazie al famoso soprannome “Tricky Dicky” (Dick lo scaltro).

 

Spacey però ha scelto un approccio diverso per il suo Nixon: «Quello che m’interessava era rappresentare un presidente ancora innocente, prima che lo scandalo Watergate ne rivelasse gli intrighi. Nel 1970 non aveva ancora cominciato le sue macchinazioni. Non era una figura machiavellica come lo è Frank Underwood fin dall’inizio di House of cards, anche se nel film s’intravedono già alcuni elementi di quella che poi sarebbe diventata la sua paranoia ».

 

ELVIS NIXONELVIS NIXON

Com’è riuscito allora ad arrivare al cuore di una figura ambigua? «A noi attori vengono forniti innumerevoli indizi da sceneggiatori e registi, e allo stesso modo degli investigatori dobbiamo capire quali di questi indizi ci servono per arrivare a un personaggio. Ogni attore ha un suo metodo, qualcosa di cui non mi piace parlare, è estremamente privato. È un processo che può essere rivelatorio: spesso scopri che alcuni ruoli hanno qualità che a te mancano…».

 

Sotto la superficie della commedia Elvis & Nixon nasconde però un cuore più malinconico: mette in scena due figure incapaci di rimanere al passo con una società che sta cambiando radicalmente. Se Elvis - interpretato da Michael Shannon - viene rappresentato come un’icona terrorizzata dall’idea di non avere intorno nessuno che lo conosca veramente, Nixon è invece un uomo intrappolato nel proprio ruolo.

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«È stato difficile impersonare Elvis, non c’è poi molto materiale su di lui», ironizza Michael Shannon. «A parte gli scherzi, per trovare il suo lato umano ho usato il libro scritto dal suo migliore amico Jerry Schilling, interpretato nel film da Alex Pettyfer. Pian piano si è rivelata una figura solitaria, rintanata nella sua gigantesca casa a Graceland.

 

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Per quanto riguarda l’aspetto comico la vicenda è così bizzarra, folle oserei dire, che non c’è stato troppo bisogno di condire l’atmosfera con battute o momenti comici. Ci è bastato mettere insieme questi due personaggi perché l’effetto assurdo si scatenasse».