DAGOREPORT – IL MIRACOLO DEL GOVERNO MELONI: HA UNITO LA MAGISTRATURA – LE TOGHE SI SONO COMPATTATE…
A cura di MINIMO RISERBO e FALBALA'
1- POTERI MARCI IN MANOVRA...
Mentre la Patria si distrae con il governo dei banchieri, i banchieri si danno battaglia ai piani alti di Milano. "Sator e Palladio in pressing su Premafin", ovvero quel che resta del berlusconiano Ligresti, "Rischio riduzione del capitale per legge. Lettera di Arpe e Meneguzzo alla holding per gravi irregolarità " (Repubblica, p. 26). Invece tutto va bene sull'house organ bocconiano di Mediobanca: "Premafin, più vicino l'accordo con le banche", trafiletto a pagina 37 del Corriere e vaffanbanka a tutti.
Intanto, ai vertici della banca che ha salvato il più possibile il culetto a don Salvatore e alla sua Sacra Famiglia si cerca un presidente. "Unicredit fa l'identikit del presidente, tra i papabili anche Orcel e Siniscalco. Il comitato governance di Piazza Cordusio sceglie Calandra: a lui il compito di portare i candidati al cda del 27" (Repubblica, p. 27). Si ride sulla Stampa, che inneggia così alla sobrietà della governanza (de panza) di Piazza Cordusio: "Unicredit, avanti sul presidente. Il consiglio sarà tagliato a 19 posti" (p. 29).
Ma quanti cazzo erano, i consiglieri? Trentanove? L'articolista non ce lo svela. Comunque ecco perché i membri dei cda delle banche non sanno mai un cazzo di quello che succede: sono talmente tanti che a stento si conoscono tra loro, figurarsi se sanno quanti fidi vengono accordati al Ligrestone di turno.
Poi apri pagina 33 del Corriere e scopri un'intera paginata dedicata all'augusto pensiero dell'arzillo avvocato postdemocristiano Giuseppe Guzzetti. Il presidente dell'Acri ci spiega che "Le fondazioni sono un presidio per le banche italiane" (si è proprio visto), e non per la stabilità delle poltrone ai vertici delle banche italiane, come noi si pensava nella nostra infinita miseria. Quindi indossa i panni dello statista-patriota: "La priorità adesso è sostenere il welfare e noi siamo pronti".
E quando Nicola Saldutti gli fa notare sommessamente che nelle fondazioni bancarie c'è un po' tanta politica, l'ottuagenario Guzzetti prima nega e poi, di fronte alla prossima nomina di Sergio Chiamparino alla Compagnia di Sanpaolo, benedice così: "La questione non è l'ex sindaco, ma se la Compagnia sarà gestita, come io sono certo conoscendo Sergio Chiamparino, secondo criteri di efficienza e con piena autonomia dai poteri esterni". Si dimentica solo di spiegare al popolo quali siano questi "poteri esterni" che tentano di influenzare le sante fondazioni bancarie, così profondamente dedite alla filantropia.
2- I CAZZI DEL NANO PRIMA DI TUTTO...
"Rai e giustizia, scattano i veti del Pdl. Alfano diserta e Monti annulla il vertice. L'altolà del Cavaliere al premier per conquistare le frequenze tv. âCi vogliono tendere una trappola' (Repubblica, p. 6). Il Corriere nasconde a pagina 35 la minaccia squallidetta del Biscione dal volto umano: "I timori di Confalonieri: âMediaset, senza ripresa i tagli potrebbero diventare inevitabili". Presto, mandare il Mago Dalemix a Cologno Monzese per rassicurare le maestranze!
Il Cetriolo Quotidiano spara a tutta prima: "Comanda sempre Mediaset. Monti respinge le richieste indecenti di Confalonieri. Poi vuole parlare di giustizia e di Rai, ma subito Alfano, per conto di B., fa saltare l'incontro fra i tre leader della maggioranza. Pesanti pressioni del presidente del Biscione su Palazzo Chigi e su Passera per le frequenze gratis. Stop dal Pdl alle norme anticorruzione della Severino. Riccardi: "Che schifo". Gasparri: "Se ne vada".
3- TUTTI ZITTI E BONI! IL DITO MEDIO DI BOSSI COPRE LA QUALUNQUE...
Picchia improvvisamente duro, il Corriere, sul fantareame della fanta Padania. "Nascondevano le tangenti nel cd". Lega sotto accusa, il racconto di un indagato. Bossi e Maroni: Boni non si tocca" (Corriere, p. 1). Bossi: "Solo io posso dirgli di lasciare". E nel tentativo di passare di lì per caso, il Celeste Formigoni, sempre secondo un titolo del giornale di don Flebuccio de Bortoli, "solleva la questione morale" (p. 21).
Sulla Stampa di quella Torino che si è fatta fregare tutto (meno il cioccolato) dai vicini lombardi: "Tangenti a Milano. I pm: âEra un sistema gestito da Lega e Pdl'. Sarebbero una ventina, tra politici, imprenditori e intermediari le persone coinvolte nelle indagini" (p. 10).
4- MA FACCE RIDE!...
Nonna Pina Cancellieri, l'unico ministro di Polizia con la voce da uomo e i tacchi da donna, punta il dito contro i politici corrotti: "Pronta una task force anti corruzione", annuncia seria seria a Repubblica (p. 4). Hai capito, mo' c'avemo la task force! E il progetto "prevede un organismo centrale presso la Funzione Pubblica e tante diramazioni nelle prefetture. E un'attività ispettiva affidata alla Guardia di Finanza". Ok, in sostanza la solita agile politica dei distacchi. Con diaria e rimborsi spese.
5- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
Per la serie "La famosa equità dei sacrifici" imposti dal governo Monti, ecco l'aumento dell'Iva. Che, come l'incremento dei prezzi della benzina, colpisce in modo regressivo e non progressivo. Con tanti saluti al dettato costituzionale. Repubblica la presenta quasi come un problema corporativo: "Rivolta contro l'aumento dell'Iva. âStangata da 420 euro a famiglia'. No di consumatori, commercianti e agricoltori al prossimo rialzo dell'aliquota al 23%" (p. 12). "Tasse e tariffe, la stangata di marzo. Addizionali, Imu, bollette di luce e gas: quanto pagheranno le famiglie" (Corriere, p. 11).
Intanto il governatore di Bankitalia sale in cattedra e prova a dare una mano alla Frignero, quella che vuole riformare il mercato del lavoro nell'interesse del padronato senza spendere un centesimo. "Visco: âIl Paese invecchia e dovremo lavorare di più" (Corriere, p. 10). E per chi non lavora? Dovremo essere disoccupati più a lungo. Ma se i sindacati calano ancora un po' di più le braghe, più lavoro per tutti, grandi e piccini. E pure quote rosa!
6- LE FAMOSE PERLE DI SAGGEZZA DI RE GIORGIO BANALITANO...
Sul pasticcio dei due soldati italiani arrestati in India scende il Verbo dal Colle più alto: "Serve un'azione accorta" (Repubblica, p. 19). Grazie, Presidente! Come faremmo senza la sua saggezza e il suo sprone?
7- ULTIME DAL SAN RAFFAELE, L'ANGELO STERMINATORE DEI BILANCI...
"Crac San Raffaele: all'asta ville, vigneti e aerei. Tra i beni sequestrati anche uno zoo. Incasso previsto 700 milioni, ma non basterà a coprire i debiti. Per le vacanza esotiche c'era il pied-a-terre di Conde, in Brasile, ora in vendita" (Repubblica, p. 21). Come scrivono Walter Galbiati ed Ettore Livini, "i debiti verso i fornitori sono saliti nel frattempo a 675 milioni. La patata bollente però passerà ora direttamente nelle mani di Rotelli". Ma ce li avrà davvero, il primo azionista del Corriere, i soldi per rilevare tutto il San Raffaele? Tranquilli, uno che per entrare nel Corriere della Sera ha gettato dalla finestra 300 milioni di euro...
8- LA BELLA POLITICA...
Non c'è pace per la famosa diversità della sinistra, specie al Sud. "Palermo, sospetti sulle primarie. Due sotto inchiesta". Si tratta di due sostenitori del vincitore Cetto Ferrandelli. "Ricorso della Borsellino. Una rappresentante di lista avrebbe fatto incetta di delega ritirando certificati elettorali" (Corriere, p. 15). Certo che quando in un partito si uniscono le competenze della scuola Dc in materia di tesseramento a quelle del vecchio Pci in fatto di brogli, lo spettacolo è assicurato.
9- C'E' VITA SUL PD...
"Inchiesta su appalti e affari. Spunta l'ex ministro Fioroni. Il dirigente Pd e quelle telefonate col manager Asl che i pm vogliono in manette. L'ombra del voto di scambio. A Viterbo l'indagine che scuote la Tuscia". Sul Giornale (p. 14) scoop di Gian Marco Chiocci. Non solo Lusi, insomma.
Salvatore Ligresti Alberto NagelMATTEO ARPE Palenzona GIUSEPPE GUZZETTISergio Chiamparino ANGELINO ALFANO E SILVIO BERLUSCONI ANDREA RICCARDI BOSSI E BONI
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