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I GILET GIALLI PIEGANO MACRON: STOP ALL'AUMENTO DEI CARBURANTI - L'ESECUTIVO HA DECISO DI SOSPENDERE PER ALCUNI MESI IL RIALZO FISCALE CHE AVEVA ACCESO LA RIVOLTA -
LE "BOMBE" DI PAMELA ANDERSON SUL PRESIDENTE FRANCESE: "STO CON I GILET GIALLI, LA VIOLENZA E’ DELLE ELITE FRANCESI E GLOBALI" - LA SINDACA DI PARIGI E LE CIFRE DELLA DEVASTAZIONE: 3-4 MILIONI DI DANNI
Da La Verità
«Io disprezzo la violenza. Ma cosa sono la violenza di queste persone e le auto di lusso bruciate, rispetto alla violenza strutturale delle élite francesi e globali?». Così, su Twitter, Pamela Anderson (foto LaPresse) ha preso le difese dei gilet gialli. Si tratta, ha scritto, di uno scontro tra «l' élite metropolitana» dei «politici come Macron» e i «poveri globali»
I GILET GIALLI
Luca Romano per il Giornale
Il governo francese cede e Macron fa un passo indietro davanti ai gilet gialli.
Dopo le proteste delle ultime settimane che hanno messo a ferro e fuoco Parigi e tutta la Francia adesso arriva la decisione dell'esecutivo: moratoria sull'aumento delle tasse sui carburanti. Di fatto era questa la causa scatenante delle rivolte, un aumento in poco tempo delle accise sui carburanti. Adesso il governo ha deciso di sospendere per alcuni mesi il rialzo fiscale che aveva acceso la rivolta dei gilet gialli. Si tratta di fatto di una moratoria di alcuni mesi che dovrebbe essere accompagnata da altre misure per la pacificazione. Il capo del governo presenterà le proposte dell’esecutivo, decise ieri sera all’Eliseo con il presidente Emmanuel Macron ai deputati di LREM nella riunione dei gruppi di questa mattina all’Assemblea Nazionale. Insomma il primo round di questa battaglia per le strade di Parigi è andato ai gilet gialli.
Ma le proteste potrebbero non fermarsi. La protesta iniziata per il caro benzina si è poi spostata su altri fronti mettendo in discussione le politiche del governo. I farncesi hanno chiesto di abbassare l'età pensionabile e hanno anche chiesto misure che possano ridare poter d'acquisto a salari sempre più bassi. Insomma non è detto che questa mossa dell'esecutivo possa bastare per spegnere la rabbia dei gilet gialli.
2. MINACCE DI MORTE AI GILET GIALLI
Francesco De Remigis per il Giornale
Il presidente francese prova ad uscire dall' angolo tirando per la giacca il premier Edouard Philippe, costretto a ospitare ieri a Matignon il vecchio mondo tanto osteggiato in campagna elettorale, improvvisamente tornato protagonista. I socialisti col segretario Olivier Faure, Marine Le Pen, il leader gollista Laurent Wauquiez, la sinistra estrema e le altre sigle con seggi in Parlamento. Consultazioni politiche dall' esito scontato: nessuna soluzione. Non finché il governo non ufficializzerà la marcia indietro sui rincari.
Salta intanto l' incontro previsto oggi con i portavoce dei gilet gialli, viste le minacce di morte inviate dall' ala più radicale del movimento per aver accettato trattative. Il premier fa sapere che lo Stato di emergenza non è più all' ordine del giorno, ma l' andirivieni dei leader dei partiti sconfitti alle ultime elezioni è sintomatico di una fase che potrebbe portare la maggioranza presidenziale a estreme conseguenze. Prova ne è la riunione convocata d' urgenza ieri sera all' Eliseo da Emmanuel Macron, che ha pure rinviato la sua missione in Serbia.
È evidente che la carbon tax sia ormai un pretesto per contestare Macron. Per il Ps, un' eventuale «moratoria» servirebbe solo a «rendere credibile la discussione», che proseguirà domani in Assemblea nazionale in un dibattito pronto a infiammare i banchi delle opposizioni. Le Pen chiede un passo indietro sugli aumenti e lo scioglimento dell' Assemblea nazionale, paventando il rischio di «conseguenze drammatiche» se Macron non ascolterà il suo appello; stessa musica dalla sinistra estrema di Jean-Luc Mélenchon, si vada al voto. Più cauti, i gollisti vorrebbero un referendum sui provvedimenti, mentre i Verdi sono i soli a sostenere la transizione ecologica a spese dei cittadini della periferia.
La crisi sociale sembra saldamente ancorata al silenzio del presidente. I gilet gialli tengono alta la tensione. Ieri hanno chiuso alcuni rubinetti della Total, costringendo l' azienda a bloccare 11 depositi. Conseguenza: 75 stazioni di servizio dispensavano benzina col contagocce. Si conta anche una quarta vittima delle proteste: una 80enne colpita alla finestra da un lacrimogeno nei dintorni di Marsiglia.
Scatenata la sindaca di Parigi: «Sono qui per garantire protezione ai parigini e cercare soluzioni più efficienti». Ricevuta pure lei dal premier, ieri ha portato con sé le cifre della devastazione (3-4 milioni di danni) e chiesto chiarimenti in vista della manifestazione di sabato; non autorizzata ma pronta a riempire ancora le strade di possibili casseur.
La pressione è contro le politiche fiscali, ma la rabbia si dirige sempre più verso un indirizzo: l' Eliseo, la sua persona. Quel modo di ripudiare il Dna civico del movimento con cui Macron è arrivato al potere. Perfino la falange governativa pare senza più certezze. Bruno Le Maire, gollista convertito alla Macronia, ha detto che bisogna accelerare la diminuzione delle tasse e i tagli alla spesa, preoccupato per le mancate consegne di merci e le code registrate dai blocchi dei gilet al confine con la Spagna.
Inesorabili i sondaggi vedono i francesi sostenere la protesta malgrado le violenze: 7 su 10 (il 72%) ieri erano ancora pro gilet.
Intanto nella banlieue parigina di Aubervilliers centinaia di studenti incendiavano cassonetti come teppisti arrivando allo scontro con la polizia. Un centinaio i licei francesi che hanno rigenerato la protesta sulla riforma del baccalaureato solidarizzando coi gilet. Si muovono anche i sindacati guidati dalla Cgt: vogliono recuperare un ruolo scendendo in piazza il 14.
emmanuel macron
parigi gilet gialli
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parigi gilet gialli palazzo assaltato
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PARIGI GILET GIALLI
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