DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Giovanni Caprara per il "Corriere della Sera"
Quasi ci si poteva illudere che l'inverno fosse ormai alle spalle. Ma era un sogno fuori stagione perché il calendario ci riporta alla realtà e il clima mantiene il suo ciclo naturale pur manifestando talvolta inattese alternanze anche significative. Così nei prossimi giorni il Settentrione avrà a che fare con la neve in Val Padana: «Mercoledì sarà la giornata più critica per le precipitazioni - spiega Massimiliano Pasqui dell'Istituto di biometeorologia del Cnr -. Ma già martedì ci saranno le prime avvisaglie su Emilia, Veneto e Lombardia orientale. Colpevole del fenomeno è una perturbazione che arriva dal Nord Atlantico portando aria molto fredda».
Accade che questa massa d'aria, una depressione ciclonica come la chiamano i meteorologi, dopo aver transitato sull'Europa occidentale incontrerà le Alpi e superandole acquisterà velocità . Non solo. Interagendo con le evaporazioni del Mediterraneo troverà energia, rigenerandosi e prendendo maggior vigore.
Ma non tutto è negativo: lo stesso fenomeno che da una parte porta il gelo dall'altra finisce con il risucchiare aria più calda e umida dal Nord Africa innescando un veloce cambiamento. «Infatti - sottolinea Pasqui - alla fine della settimana la temperatura tornerà a salire e svaniranno freddo e precipitazioni nevose». Nelle regioni tirreniche e meridionali saranno soprattutto le piogge a segnare le giornate.
«Questa stagione invernale decisamente non fredda si presenta comunque con un'anomalia - aggiunge l'esperto del Cnr - perché dal primo dicembre 2013 al 24 gennaio 2014 la temperatura è stata da uno a tre gradi più alta della media riferita agli ultimi trent'anni». Ancora più accentuata è la salita del termometro nelle aree balcaniche dove la differenza raggiunge i cinque gradi.
Le precipitazioni in generale sono state comunque copiose con una copertura nevosa estesa ed abbondante: si può essere tranquilli per le riserve d'acqua nella prossima primavera. Un'alternanza, dunque, non così inclemente ma che ci fa stupire della neve nell'ultima settimana di gennaio.
Allargando la visuale all'emisfero settentrionale della Terra c'è da notare una diversità positiva per noi. Le anomalie climatiche quest'anno si sono infatti concentrate sul Pacifico e sul Nord America portando le terribili giornate di ghiaccio che hanno imbiancato persino le cascate del Niagara oltre a provocare danni e vittime.
L'Europa invece è stata graziata. «La situazione di blocco persiste - spiega Pasqui - con diversità notevoli. Nelle zone occidentali la temperatura è più elevata della media persino in Alaska, mentre sul versante orientale americano e canadese l'ondata gelida si è mantenuta stabile e non accenna a diminuire. Anzi sembra destinata a rimanere a lungo».
Ma c'è un'altra curiosità da ricordare legata alla cultura popolare. Gli ultimi tre giorni di gennaio (29-30-31, ma un'altra versione dice 30-31 e primo febbraio) sono noti come i «i giorni della merla» e i più freddi dell'anno. La leggenda vuole che una merla bianca con i suoi piccoli si rifugiasse in un comignolo per ripararsi. Quando ne uscì imbrattata di fuliggine era diventata tutta nera e da allora tutti i merli (ma c'è qualche eccezione) sono neri. Tuttavia proprio quei giorni della prossima settimana saranno probabilmente già più caldi sovvertendo il detto popolare.
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