DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Marco Giusti per Dagospia
Facciamocene una ragione. Esattamente come un anno fa, mentre si pensa poco allegramente a nuovi cinepanettoni, Natale con Spelacchio, Natale con molestie, Super Vacanze di Natale con la Boschi a Banca Etruria, i grandi film americani si fermano e vince ancora una volta Christian De Sica. Così Poveri ma ricchissimi prodotto da Wildside, malgrado il caso di molestie che ha colpito il suo regista, Fausto Brizzi, il nome tolto dai manifesti e dai titoli di testa, ecc., proprio nel giorno di Natale, vince con 916 mila euro superando Star Wars: Gli ultimi Jedi, 672 mila, e Wonder, 621 mila euro, Assassinio sull’Orient Express, 448 mila.
Anche un anno fa, Poveri ma ricchi di Brizzi, vinse clamorosamente la giornata di Natale con 1 milione 19 mila euro (più o meno…), sbaragliando sia il potente cartone della Disney Oceania che Rogue One che i suoi due diretti avversari, Natale a Londra di Volfango De Biasi e Fuga da Reuma Park di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Stavolta i diretti avversari italiani erano Natale da chef di Neri Parenti, ieri quarto a 419 mila euro, la metà di Poveri ma ricchissimi, mentre Super Vacanze di Natale, il film di montaggio di Aurelio De Laurentiis diretto da Paolo Ruffini, non entra nemmeno tra i primi dieci, dopo una settimana natalizia che lo ha visto relegato a un incasso mai visto a casa Filmauro, cioè 126 mila miserabili euro.
Per Brizzi, molestie o meno, anche se il film è realmente meno riuscito di quello precedente, fidatevi, è la conferma, al secondo anno, di una politica oculata, cioè puntare su una commedia ben strutturata e burina con Christian protagonista manda in secondo piano il cinepanettone leader delle feste, cioè quello di De Laurentiis.
Per Medusa, Massimo Boldi e Neri Parenti, è comunque un’operazione non sbagliata, visto che alla fine il film funzionerà come i precedenti pre-natalizi di Boldi e il costo è davvero basso. Per De Laurentiis, francamente, anche se è il cinepanettone che preferisco, perché più blobbistico-stracultistico-godardiano, è il disastro.
Di questo passo, arriverà a mezzo milione di incasso entro fine anno e, anche se non costa nulla, a parte i costi per l’uscita in sala, secondo De Laurentiis un milione e mezzo (mah!), dovrebbe incassare almeno due milioni e mezzo per dar qualche noia a De Sica e Boldi. Al massimo gli avrà tolto a Natale 200 mila euro… cioè o 100 a testa che mancano a De Se Sica per farlo incassare come quello di un anno fa. Potevamo ricomprarci Spelacchio…
In uno strano Natale dove trionfano i coretti di Indietro tutta e la nostalgia del ‘900, vincono così Christian De Sica e Star Wars, anche se i pezzi più pregiati, cioè Coco della Pixar, il nuovo film di Carlo Verdone, Napoli velata, il mèlo giallo di Ozpetek usciranno tra qualche giorno. Ferdinand, il cartoon della Blue Skies, ieri era sesto con 419 mila euro, mentre il musical su P.T.Barnum, The Greatest Showman con Hugh Jackman, al suo esordio ha incassato solo 322 mila euro. Pochino.
In America e in tutto il mondo trionfa ovviamente Star Wars: Gli ultimi Jedi, 68,48 milioni di dollari nel weekend, 100 nei quattro giorni festivi per un totale americano di 365 milioni e globale di 777. La Disney può brindare. Secondo posto per Jumanji: Welcome to the Jungle, 36, 4 milioni nel weekend, 52 nei quattro giorni natalizi, per un totale americano di 53 milioni e globale di 118 con un budget di 90 milioni. Non male.
Buon terzo posto per Pitch Perfect 3 con Anna Kendrick, 20,45 milioni di dollari per un totale di 35 milioni e un budget di 45. Snobbato dalla critica, ci si può stare. Mezzo flop per The Greatest Showman con Hugh Jackman, solo 8,8 milioni di dollari nel suo primo weekend con un budget di 84 milioni. Ahi. E non piace quasi a nessuno.
Il cartoon Ferdinand è quinto con un modesto 7,2 milioni nel weekend per un totale di 29 milioni e un totale globale di 59. Visto che ha un budget di 111 milioni di dollari, non sembra un successo, ma avrà un funzionamento piuttosto lungo e capillare. Ovvio che Coco, uscito prima, lo abbia travolto, 5,2, in questo weekend, ma con un totale di 161 milioni e un totale globale di 488.
Alla sua prima settimana non è andato bene il complesso fantascientifico di Alexander Payne Downsizing con Matt Damon, solo 4,9 milioni con 2.668 sale e un budget di 68 milioni di dollari. Per Matt Damon è un altro flop, purtroppo. Pensato per la corsa agli Oscar, lanciato in aperta da Venezia, il primo film che Barbera sbaglia, va riconosciuto, non credo possa andare tanto lontano.
Decisamente superiore la scalata di The Shape of Water di Guillermo Del Toro durante le feste, 3 milioni di dollari di incassi, con un incremento del 75%, con colo 726 sale. In questo caso, la vittoria nella Venezia di Barbera conterà qualcosa anche per la corsa agli Oscar. Lo insegue Call Me By Your Name di Luca Guadagnino, 742 mila dollari, con un incremento del 52% in 114 sale. I, Tonya di Craig Gillespie, in 37 sale, arriva a 445 mila dollari con un incremento del 160%.
Prima uscita ragionata anche per The Post di Steven Spielberg, 9 sale per un incasso di 526 mila dollari. Curiosamente escono appaiati anche il complesso Happy End di Micahel Haneke e il western con indiani Hostiles di Scott Cooper con Christian Bale entrambi in 3 sale con 23 mila dollari di incassi. Chi l’avrebbe mai detto che nel 2017 un western avrebbe avuto lo stesso valore di un film d’arte.
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