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Marinella Venegoni per “La Stampa”
I Pink Floyd di David Gilmour e Nick Mason si rimettono in gioco per l'Ucraina. Sembrava che la loro saga fosse terminata, ma nella storia ci sono momenti come questo, nei quali ognuno pensa di poter dare una mano, alla propria maniera.
Sono passati ben 28 anni da The Division Bell, l'ultimo album della leggendaria band senza Roger Waters; in realtà pure lui ha a sua volta dedicato al martoriato Paese The Gunner's Dream da The Final Cut, in una nuova versione già da giorni su YouTube. Affiancati, anche se non uniti, in una missione di solidarietà che questa guerra rende imprescindibile, i vecchi compagni di strada non hanno avuto dubbi.
Però questo Hey Hey Rise Up dei titolari Pink Floyd, spezza il lungo silenzio creativo della band: uscito a mezzanotte, è in realtà contaminato con un brano tradizionale che risale alla prima Guerra Mondiale, dal titolo originale Oh, il viburno rosso nel prato, riportato a galla e diffuso dagli ucraini sparsi nel mondo in questo mese di morte e distruzione.
Registrato il 30 marzo in studio da Gilmour e Mason, con Guy Pratt e Nitin Sawhney, reca l'impronta inconfondibile di un lungo assolo di chitarra di David, ed è reso più accorato sia dalla solennità del coro iniziale sia dal canto in ucraino di una star locale, Andriy Khlyvnyuk, vocalist della band poprock BoomBox, nella registrazione che Gilmour ha trovato su Instagram. Il ricavato dalla diffusione sarà donato dai Pink Floyd all'Ukraine Humanitarian Relief Fund. «Hey Hey, alzati e rallegrati», recita l'ultimo verso che i Pink hanno usato per il loro titolo.
Una sorta di ottimismo della volontà che sottolinea la storia avventurosa di questa piccola impresa musicale, con la premessa dello stesso Gilmour: «Noi, come molti altri, stiamo provando rabbia e frustrazione per questo atto vile per cui un Paese pacifico e democratico, indipendente, viene invaso e la propria gente uccisa da uno dei più grandi poteri del mondo».
Il grande chitarrista ha nuora e nipoti ucraini, ed è dunque coinvolto in prima persona. Ha conosciuto Andriy e i Boombox nel 2015 a Londra: «Ho suonato ad un concerto per il Belarus Free Theatre, i cui membri erano stati imprigionati. C'erano anche i BoomBox, ma Andriy aveva avuto problemi di visto e così la sua band mi ha fatto da supporto nel mio show e abbiamo suonato per lui Wish You Were Here.
Avevo letto qualche tempo fa che Andriy aveva lasciato la band negli Usa ed era tornato in Ucraina per fare difesa territoriale. Poi ho visto su Instagram questo video incredibile in cui si trova in una piazza di Kiev davanti a una chiesa con la cupola dorata, e canta nel silenzio di una città senza traffico né rumore per via della guerra. È stato un momento potente, mi ha spinto a volerlo trasformare in musica».
Durante la scrittura, Gilmour si è messo in contatto con Andriy: era ricoverato a Kiev, per una ferita da scheggia di proiettile. «Gli ho suonato un breve pezzo della canzone al telefono, e mi ha dato la sua benedizione. Spero che riusciremo un giorno a collaborare di persona. Per ora mi auguro vasto supporto e visibilità, vogliamo raccogliere fondi, ma anche alzare il morale. E dimostrare che gran parte del mondo pensa che sia sbagliatissimo per una superpotenza invadere quel Paese democratico che l'Ucraina è diventata».
C'è anche un video di Hey Hey Rise Up!, girato lo stesso giorno nel quale la canzone nasceva in studio: «Abbiamo lavorato nel fienile dove abbiamo fatto i live stream di Von Trapped Family durante il lockdown. Abbiamo fatto cantare Andriy sullo schermo mentre suonavamo, quindi noi quattro avevamo un cantante a distanza».
La copertina della traccia è un dipinto del girasole, fiore nazionale dell'Ucraina, firmato da un artista cubano, Yosan Leon. Una impresa internazionale di marca rock, la prima per l'Ucraina, ispirata a una donna che è stata vista durante la guerra distribuire semi di girasole ai soldati russi: diceva loro di portarli nelle tasche in modo che, una volta deceduti, i fiori sarebbero cresciuti.
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