DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giulio Meotti per “il Foglio” - Estratti
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Ora il libro di economia più atteso dell’anno sostiene che avere genitori sposati fa bene ai figli. Banalità?
“Per anni, gli accademici che studiano la povertà, la mobilità e le strutture familiari hanno evitato questa verità evidente”, scrive l’economista Melissa Kearney in “The Two-Parent Privilege”, pubblicato questa settimana e recensito da tutti i grandi quotidiani che contano. Un tentativo di spiegare l’importanza del matrimonio ai colleghi intellettuali.
Purtroppo, Kearney ha il suo bel da fare. L’autrice è un’economista formatasi al Mit e scrive: “L’assenza di un padre dalla casa di un bambino sembra avere effetti diretti sui risultati dei figli – e non solo a causa della perdita del reddito genitoriale”. Per questo dobbiamo “ripristinare e promuovere la norma di una casa con due genitori per i bambini”. Daniel Patrick Moynihan lo disse nel suo rapporto del 1965 sulla famiglia. George Gilder ci ha scritto “Sexual Suicide” (1973) e “Men and Marriage” (1986). E Charles Murray, che ne aveva parlato nel suo studio fondamentale, “Losing Ground” (1984), ha avanzato argomentazioni simili in “Coming Apart” (2012).
“Le prove sono schiaccianti: i bambini provenienti da famiglie monoparentali hanno più problemi comportamentali, hanno maggiori probabilità di finire nei guai a scuola o con la legge, raggiungono livelli di istruzione più bassi e tendono a guadagnare redditi più bassi in età adulta” scrive ancora Kearney. “I ragazzi che vivono in famiglie senza papà sono particolarmente inclini a finire nei guai a scuola o con la legge”.
In un’intervista-podcast con il collega economista Stephen Dubner, Kearney dice anche che scrivere il libro è stato correre “un grosso rischio” a livello professionale, perché i suoi colleghi tendono a evitare di affrontare il ruolo della struttura familiare nelle discussioni sulla disuguaglianza sociale e a guardarli dall’alto in basso. Sfida “le conversazioni progressiste sul benessere dei bambini”. Nel 1960, negli Stati Uniti solo il cinque per cento dei bambini nasceva da madri non sposate. Nel 2019 era quasi il 50 per cento.
Abbiamo fatto il vuoto e lo abbiamo chiamato progresso.
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