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Carmen Fishwick per “The Guardian”
Già i numeri, da soli, ci raccontano una storia di ossessione di sé: ogni giorno 80 milioni di foto caricate su Instagram, 3 miliardi e mezzo di “Mi piace”, un miliardo e mezzo di persone (il 20% della popolazione mondiale) che pubblicano dettagli della loro vita su Facebook. I social media ci stanno trasformando in una specie di narcisisti o lo eravamo già?
Negli States, negli ultimi dieci anni, c’è stato un notevole aumento di Disturbo Narcisistico di Personalità. Un aumento pari solo ai casi di obesità. Le diagnosi sono strettamente connesse ai social media, alla necessità di attrarre più follower, dare un’immagine positiva di sé, avere ed esibire più amici, affermarsi.
O forse il narcisismo è aumentato in occidente e i social media non fanno che riflettere questa tendenza. Per qualche psicologo, infatti, i social media non sono la causa del narcisismo ma la sua espressione, un riflesso.
Jack Price, 34 anni, ha 60.000 follower, controlla i suoi account costantemente, decine di volte al giorno, passa anche ore ad ideare un solo post, perché deve essere quello giusto. Non si ritiene un narcisista ma una persona che usa la tecnologia per fare carriera. Sono in tanti come lui.
me generation cresciuta sui social
Il criterio per fare una diagnosi di Disturbo Narcisistico di Personalità è stato creato nel 1980 e prevede: profondo bisogno di ammirazione, mancanza di empatia con gli altri, esagerata pienezza di sé, ambizione di successo smisurato, bisogno dell’attenzione altrui (senza darla in cambio), scelta degli amici in base al prestigio e allo status invece che in base alle qualità personali.
dipendenza da internet
i social fanno emergere il nostro nasrcisismo
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I millennial sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dei social media. L’età sensibile è fra i 17 e i 21 anni, quando si cerca un posto nel mondo e nella società. Bisogna dare un’immagine positiva, quindi cercare il selfie perfetto è una strada quasi obbligata. E’ una grossa pressione e questo può amplificare un narcisismo pre-esistente.
Qualche ricercatore è convinto che i social media aiutino l’autostima: le persone possono provare varie identità e trovare il posto in cui si trovano più a proprio agio. Ma è innegabile che ogni azione che si compie on line è volta ad ottenere una reazione. Per avere più reazioni, c’è bisogno di più azioni, e non noiose.
La verità è che, anche stando 24 ore al giorno sui social, non si può spiegare la complessità della vita. Siamo infinitamente più complessi di un selfie o di 140 caratteri. Se crediamo di essere quelli che stanno sui social, diventa impossibile tollerare la complessità umana e riconquistare l’autenticità.
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