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Estratto dell'articolo di Simona Siri per la Stampa
Un romanzo di Bret Easton Ellis per i lettori a cui non piacciono i romanzi di Bret Easton Ellis. La definizione è di Bret Easton Ellis stesso e quindi va presa per quello che è, un misto di provocazione, trovata di marketing, sincera verità, come molto di quello che lo riguarda. [...] The Shards - prima opera narrativa in tredici anni, tanto è il tempo trascorso da Imperial Bedrooms, pubblicato nel 2010 - è un po' il progetto di tutta la vita, figlio della sua storia ma anche della noia da pandemia.
«Ad aprile 2020 mi sono ritrovato con niente da fare, tutti gli altri miei progetti erano in stallo», ha raccontato al Washington Post. «Chiuso in casa, mi sono messo a guardare su YouTube vecchi video di cose Anni 80 e da lì sono finito a cercare su Facebook i miei compagni di classe. Non sono riuscito a trovarne un paio e la cosa mi ha disturbato. Il giorno dopo ho iniziato a scrivere. Un libro a cui pensavo da 40 anni e che avevo cercato di iniziare a malincuore un paio di volte, si è riversato sulle pagine senza sforzo».
[...] Ambientato nella Los Angeles del 1981 - la precisione temporale è importante - The Shards ha come protagonista il diciassettenne Bret e il suo gruppo di amici: Thom e Susan, la star del football e la sua fidanzata; la fidanzata di Bret, Debbie, figlia di un produttore cinematografico; il nuovo arrivato Robert Mallory, bellissimo, forse malvagio, sicuramente misterioso.
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Frequentano tutti la Buckley School (il college privato davvero frequentato da Ellis stesso), ascoltano Bette Davis Eyes di Kim Carnes alla radio, vanno al cinema a vedere Shining, indossano occhiali da sole Wayfarer e scorrazzano per Mulholland Drive. Bret è segretamente gay, è un solitario, ha problemi psichici più o meno evidenti ed è ossessionato da un serial killer che uccide giovani donne e che è forse responsabile - o forse no - dell'uccisione di una sua compagna di classe.
Jordan Pavlin, editore di Ellis, ha affermato che The Shards è un libro «profondamente personale, non perché attinge a eventi della vita reale, ma perché scava il terreno psicologico dei suoi stessi terrori adolescenziali. È come se l'intero romanzo si svolgesse su un nervo scoperto». Ed è proprio questa sincerità, questa nuova vulnerabilità, la cosa più apprezzata dalla stampa che lo ha recensito.
[...]
Diventato una celebrità letteraria nel 1985, a 21 anni, con la pubblicazione di Meno di zero, e con la fama di «principe letterario delle tenebre», cementata nel 1991 con American Psycho, l'Ellis amato e odiato dalla critica, [...] con The Shards torna a essere quello che ha sempre voluto essere: uno scrittore.
«Ho un'innata capacità di andare in posti che disturbano e infastidiscono», ha detto di recente a Publishers Weekly. «Ciò non mi disturba né mi infastidisce. Mi interessa esplorare quelle cose che alcune persone considerano tabù e altri considerano il normale tessuto della vita. Amo confrontarmi con l'arte. Alcune persone si sentono offese, ma io non sono mai offeso dall'arte».
Con un podcast di successo, in cui parla di temi che vanno dalla morte delle sale cinematografiche a Joan Didion, passando per il successo della serie Euphoria di cui è grande fan, [...] oggi Ellis fa meno vita mondana («non posso più bere come prima») e scherza sul fatto che gli piacerebbe «svanire dalla vita pubblica» o almeno fare meno attività stampa. In realtà dice anche di essersi sempre concentrato molto sul lavoro, nonostante la sua fama da «party boy».
«Negli Anni 90 gli scrittori erano considerati affascinanti. All'improvviso ti ritrovavi su Mtv e sul red carpet. Era il momento in cui scrivere sembrava sexy.
Quando sei giovane vai a molte feste. Anch' io ho organizzato molte di quelle feste. Sì, forse all'epoca c'era troppa cocaina. Ma io avevo un progetto: volevo scrivere più di quanto volessi strafarmi».
[...] «Quando guardo i titoli che ho scritto, posso dire che volevo scrivere ognuno di quei libri. Nessuno è stato solo un lavoro, solo per soldi. Con The Shards ho scritto esattamente quello che volevo scrivere ed è stato davvero bello. Ora è qui. Vedremo cosa succede».
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