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Lettera di Massimiliano Parente a Dagospia
Caro Dago, vorrei spezzare un crocefisso in favore di Busi, se mi permetti, perché è veramente triste questo spettacolo di vomitevoli epistole in nome del rispetto per il morto Lucio Dalla e contro il vivo Aldo Busi, colpevole di aver detto le stesse cose che pensava di Lucio Dalla quando il cantautore era vivo ma ancor più colpevole di aver messo il dito in una piaga, anzi di averlo messo in una messa fin troppo cantata.
Io innanzitutto questo rispetto pettinato dei defunti non l'ho mai capito, come non capisco in generale i coccodrilli, anzi li trovo molto offensivi: se credevo che tu fossi uno stronzo da vivo, dovrei cambiare idea adesso, perché sei morto? Tanto più che il morto è morto e in pace ci sta per forza, non tre metri sopra il cielo ma tre metri sottoterra, checché se ne dica, e mi intristisce il solo pensiero che un domani un mio nemico possa scrivere bene di me solo perché non posso più aprire bocca io per mandarlo affanculo prima che apra la sua magari per convertirmi al cattolicesimo da morto. E poi, se la logica dei rapporti tra i vivi e i morti è questa, alla morte di Busi tutti i suoi insultatori lo ricopreranno di fiori?
Inoltre Busi, se non ricordo male, ha tacciato di ipocrisia per le stesse ragioni anche Renato Zero, che come Lucio Dalla sarebbe omosessuale perché "si sa", o perché "si vede", non avrebbe bisogno di dirlo pubblicamente. Tuttavia chissà perché tutti hanno bisogno di dichiararsi pubblicamente cattolici, da Dalla a Zero a Vendola a Bersani a Berlusconi, e senza che questo implichi mai il rendere conto di una vita da cattolici, rinunciare a un divorzio, a un'amante, a un trans, a una escort, perfino a una sega tra sé e sé non «unitiva e procreativa» come prescrive il diritto canonico, più comodo avere come Dalla un "collaboratore stretto" che appena muori, se hai una cospicua eredità , diventa immediatamente il compagno, l'amante, il fidanzato.
Tanto in Italia le grandi insurrezioni girano sempre intorno all'ipocrisia religiosa, si veda la protesta a Sanremo contro il predicatore Celentano, uno che non solo legge il Vangelo ma si crede Gesù e inchioda le famiglie cristiane e Famiglia Cristiana alla loro ipocrisia, salvo esimere se stesso dal dover passare nella cruna dell'ago, siccome credo che lo sappiano perfino i sassi o la farfallina di Belèn che i ricchi non vanno in paradiso e gli ultimi saranno i primi.
Infatti gli stessi cattolici che si incazzano con Celentano sono uguali a Celentano, per questo si incazzano: hanno una casa, un conto in banca, pensano alla propria vecchiaia, non donano certo tutto quello che hanno a chi ha di meno, come prescritto dai loro testi sacri, e ingoiano ogni giorno un pezzo di ostia convinti che si trasforma letteralmente in carne e sangue del loro idolo da cannibalizzare, mi rendo conto che detta così è una follia ma è la religione, signori miei.
Inoltre, come se non bastasse, questi qui in Italia governano, anzi se non sono cattolici non possono governare, e chi si oppone in nome della libertà di chiunque è bollato come "laicista", bellissima invenzione del lessico, quando già non si capiva cosa significasse laico per un non prete.
Ha ragione Busi perché se un cattolico dichiarato ha una vita privata che pretende di tutelare in nome della separazione della sfera privata da quella pubblica, dall'altra parte pretende politicamente di entrare nelle vite private di ogni cittadino e sottomettere i non cattolici alle regole della propria superstizione religiosa.
Non per altro siamo l'unico paese occidentale a aver vietato la ricerca sulle cellule staminali embrionali, l'unico paese dove chi sceglie la fecondazione assistita è costretto a farsi impiantare un embrione malato perché l'embrione, secondo la metafisica cattolica, sarebbe già una persona, salvo poterlo abortire fino al terzo mese perché, stranamente, ritorna a essere un feto;
e siamo l'unico Paese occidentale con un creazionista ai vertici del CNR, l'unico Paese occidentale, infine, dove non sono regolamentati i diritti delle coppie di fatto omo e etero (e io tra l'altro essendo avendo un fidanzato e una fidanzata e nessun collaboratore stretto non rientrerò mai in nessuna legislazione italiana né straniera, per cui tranquilli, lo dico per principio mica per ottenere uno straccio di Dico anche io).
Insomma vorrei dire agli invasati che se Dalla era così dichiaratamente cattolico e così ben voluto dalla Cei e molto più benvoluto del povero Piergiorgio Welby e così privatamente, discretamente omosessuale, per pudore, per quieto vivere o per avere più ragazzine sognanti o più entrature nei concerti e nella Rai vaticanizzata, io sto con Busi perché la questione riguarda chiunque, come stavo con Vittorio Feltri sul caso Boffo, come sto contro un politico che pubblicamente professa rigore fiscale ma in privato evade il fisco e si oppone alla trasparenza, e quindi mi spiace, su questo piano te voglio bene assai un beato cazzo, l'eredità di Dalla adesso se la ciuccino gli aventi diritto legale.
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