DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Filippo Ceccarelli per "il Venerdì - la Repubblica"
Diceva a suo tempo Leo Longanesi che in Italia le rivoluzioni iniziano in piazza e finiscono a tavola. Ma è ancora vero? O magari: non starà accadendo proprio il contrario?
Per la seconda volta in pochi giorni, esasperati dalle chiusure, osti e ristoratori hanno preso d' assedio la città politica.
Arrivano da tutta Italia, uomini e donne, disperati, agguerriti, "allo stremo"; pochi indossano la tenuta da cuochi, qualcuno si traveste per attirare l' attenzione, esibiscono simboliche manette, inalberano cartelli come quello nella foto di Angelo Carconi qui sotto: "In un mondo di Draghi i ristoranti bruciano".
Di solito i rivoltosi puntano a Montecitorio, l' altra settimana sono stati bloccati a cento metri, nel frattempo hanno spostato transenne, per forza di cose si sono mischiati con neofascisti e cospirazionisti no-mask, qualcuno ha acceso fumogeni e lanciato petardi, c' è anche chi ha fatto a botte.
In pochi giorni si sta rovesciando di segno l' immagine di una categoria per sua natura e funzione accogliente, amichevole, mansueta, da sempre indicata come metro di misura del benessere ("i ristoranti pieni" si diceva), al massimo sospettata di disinvoltura fiscale, di recente assurta a popolarità televisiva. Oggi è tra quelle che più sta pagando la pandemia.
scontri tra ristoratori e polizia davanti montecitorio 9
Finora l' assioma di Longanesi funzionava a puntino. Certa attitudine nazionale all' accomodamento trovava sfogo e raffigurazione nei ristoranti. Personaggi e caporioni della destra più radicale (Giovanni Ventura ieri, Gianluca Jannone di Casapound oggi) avevano aperto locali anche di successo; un brigatista rosso di via Fani, Alessio Casimirri, gestisce un famoso ristorante di pesce a Managua e su TripAdvisor si è letto che nel menù compaiono degli spaghetti "alla Prospero Gallinari".
lavitola berlusconi martinelli
L' Italia è (anche) questa. Volendo, a tavola è finita anche la "rivoluzione liberale" di Berlusconi, essendosi convertiti in imprenditori della ristorazione il maggiordomo Alfredo, la nipotina Ruby, il faccendiere Lavitola e l' ex badante Mariarosaria Rossi. In Sardegna il giudice Palamara aveva un chiosco in società, uno di sushi sognava di aprirne Casalino con il compagno.
In giro, la rivolta è adesso strisciante, però sostanziosa, "Io apro" è l' hashtag. I più determinati sfidano le multe e tengono aperti i locali che a loro volta diventano centri di resistenza, così come il pasto si trasforma in azione solidale e di disobbedienza civile. Tra imitatori di sciamani e giovani chef che piangono sotto i fornelli, sui social gli osti di battaglia accompagnano proclami e ultimatum con le musiche bellicose dei Pirati dei Caraibi; e dalla tavola alla piazza, la pandemia insurrezionale ribalta scettiche, rassicuranti certezze in amari e imprevedibili avvertimenti.
prospero gallinari alessio casimirri in copertina su la prensaun piatto dello chef alessio casimirri, ex brigatista rossoBRIGATE ROSSE ALESSIO CASIMIRRI PROSPERO GALLINARI il ristorante gastronomia el buzo di alessio casimirri a managua
ROCCO CASALINO E IL COMPAGNO CUBANOscontri tra ristoratori e polizia davanti montecitorio 19tensioni a montecitorio alla protesta dei ristoratori e partite iva 6scontri tra ristoratori e polizia davanti montecitorio 6
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