DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI…
IN LODE DEL MAGO GABRIEL - ALDO GRASSO: “NON SI PRENDEVA TROPPO SUL SERIO, AVEVA TUTTA L'ARIA DI ESSERE UN CABARETTISTA CHE GIOCAVA A FARE IL MAGO, SFRUTTANDO ANCHE IL SUO MODESTO BAGAGLIO CULTURALE CON MODI DI DIRE SGRAMMATICATI TIPO ‘LE PALPEBRE DELLA DITA’, ‘PINOTISMO’. MERAVIGLIOSA UNA SUA TELEFONATA A EMILIANO MONDONICO: QUEL COGNOME ERA TROPPO DIFFICILE PER LUI E LO STORPIAVA IN MILLE MODI…” - VIDEO
Aldo Grasso per il “Corriere della sera”
Lunedì scorso, in un piccolo paesino della cintura torinese, è morto il Mago Gabriel, 79 anni. Il Mago Gabriel, come tanti altri incantatori, ha avuto due momenti di gloria. Il primo è coinciso con l' esplosione delle tv locali. Eravamo intorno alla metà degli anni Ottanta, prosperava un «sommerso» televisivo non scalfito dalla vergogna: imbonitori che si azzuffavano con la lingua italiana, maghi e maghetti che promettevano miracoli via etere preoccupati solo di segnalare il numero in sovrimpressione, cantanti flagellati dal tempo e danzatrici dalla cellulite, improponibili esperti di seduzione, maliarde con vistosi buchi nelle calze a rete.
Ogni canale, anche il più piccolo, anche il più modesto, aveva il suo mago o cartomante o indovino che vivacizzava le lunghe dirette: Nascia Prandi, Ansea, Mago Davide, Nicoletta Paciaroni, Madame Lucienne Il secondo momento di notorietà arriva nel 1993, quando la Gialappa's Band costruisce un programma con il meglio delle trasmissioni locali: Mai dire tv.
E qui il Mago Gabriel diventa uno dei protagonisti indiscussi: non si prendeva troppo sul serio, aveva tutta l'aria di essere un cabarettista che giocava a fare il mago, sfruttando anche il suo modesto bagaglio culturale con modi di dire sgrammaticati tipo «le palpebre della dita», «pinotismo» (al posto di ipnotismo). Meravigliosa una sua telefonata a Emiliano Mondonico: quel cognome era troppo difficile per lui e lo storpiava in mille modi. In quel mondo «paragnottico» ed «eso» e «terico» (è sempre il Mago Gabriel che parla) fanno il loro debutto due personaggi che ancora oggi frequentano i salotti televisivi: Roberto Poletti e Alessandro Meluzzi. Se dobbiamo credere alla teoria dell' imprinting messa a punto da Konrad Lorenz (una sorta di compromesso tra un apprendimento innato e uno acquisito) certi atteggiamenti ora ci appaiono più comprensibili.
IL MAGO GABRIEL
IL MAGO GABRIEL
MAGO GABRIEL
IL MAGO GABRIEL
MAGO GABRIEL
MAGO GABRIEL
IL MAGO GABRIEL
DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI…
DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE…
DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA'…
DAGOREPORT - PER LA RUBRICA “OGNI MATTINA S’ALZA UN FREGNO E LA SPARA A SALVE”, OGGI CI TOCCA…
DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA…
DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA…