DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Michela Allegri per “il Messaggero”
Un patto d'acciaio tra decine di società per spartirsi sottobanco gli appalti a sei zeri per l'affidamento dei servizi di post produzione dei programmi Rai. Secondo la procura di Roma, una rete di aziende avrebbe deciso a tavolino, e ben prima dell'assegnazione pubblica, chi dovesse vincere le gare e con quali offerte, manipolando la gara in modo da far lievitare i prezzi.
Dopo la denuncia presentata dai vertici di viale Mazzini, adesso i primi nomi sono stati iscritti sul registro degli indagati. L'inchiesta, coordinata dal pm Maria Letizia Golfieri, potrebbe essere arrivata a una svolta: i militari del gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza hanno perquisito le sedi di alcune delle società sospettate di far parte del ”cartello”.
Nei giorni scorsi è stato il turno della Mav Television, guidata da Roberto Mastroianni, che è appena stato iscritto sul registro degli indagati insieme ad altre tre persone con l'ipotesi di turbativa d'asta. L'indagine è solo alle battute iniziali e potrebbe presto allargarsi, anche perché le aziende coinvolte e finite sotto la lente della Procura sono in tutto 23.
Se i sospetti dei magistrati venissero confermati, per gli indagati potrebbe profilarsi anche l'accusa di truffa. Gli accertamenti dei militari proseguono paralleli all'istruttoria aperta dall'Autorità garante della Concorrenza in seguito a una segnalazione arrivata proprio dalla Rai, che ha denunciato presunte irregolarità nello svolgimento di numerose gare d'appalto che si sono svolte fra il 15 luglio e il 3 ottobre del 2013. Le verifiche, poi, sono state allargate a tutti i servizi assegnati dal 2011 ad oggi.
LA DENUNCIA
La denuncia della Rai riguardava i contratti per la spartizione del mercato dei lavori di post produzione di una sfilza di programmi, da "Domenica In" a "Ballarò", da "Porta a Porta" a "Chi l'ha visto?" fino alla "Prova del cuoco". Le commesse su cui si indaga valgono decine di milioni di euro e sono relative alle operazioni di ripresa, montaggio e titolazione delle trasmissioni tv.
La segnalazione della Rai, partita nel dicembre dello scorso anno, faceva riferimento ad un possibile accordo tra le varie aziende in gara, basato sulla presentazione di offerte concordate al rialzo in modo da scucire all'Azienda di Stato un prezzo più elevato di quello adottato nel passato per gli stessi servizi, e quindi a condizioni economiche meno convenienti rispetto a quelle che avrebbero potuto determinarsi in presenza di un confronto concorrenziale.
In alcuni casi, il valore dei contratti avrebbe registrato un incremento che sfiora il quaranta per cento. Come si legge nel documento di avvio dell'istruttoria del Garante della Concorrenza e del Mercato, il sospetto è che «esista un coordinamento tra le società volto a limitare il confronto concorrenziale tra le stesse nella partecipazione alle procedure per l'affidamento dei servizi e diretto alla ripartizione degli affidamenti».
L'impennata dei prezzi di aggiudicazione si sarebbe verificata per le assegnazioni più importanti, avvenute prima dell'inizio della stagione televisiva. E le cifre sarebbero da capogiro: il valore medio per le commesse, nel periodo da luglio ad ottobre 2013, sarebbe circa tre volte superiore rispetto a tutte le altre gare assegnate nel corso dello stesso anno.
Le procedure, apparentemente viziate da anomalie, sono in tutto venti e le società coinvolte, oltre alla Mav Television, sono Aesse Video, Barbieri Communication, CapitalVideo Produzioni, D4, Digital Si, Diva Cinematografica, Euro Group Line Production, Euroscena, Grande Mela, Industria e Immagine, New Telecinema, Obiettivo Immagine, On Air Unipersonale, Point Films, Primopiano Tv, Reportage Television Studio, Siri Video, Soul Movie, Studio Immagine, Telecinema Production , Video Etc e World Video Production.
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