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INIZIA LA 22ESIMA STAGIONE DI “AMICI” E ALDO GRASSO VA IN ESTASI: “MARIA DE FILIPPI HA LA SUA FUCINA DI GIOVANI. LI FA CRESCERE, LI INSERISCE NEI SUOI PROGRAMMI, LI PROMUOVE IN ALTRI, INSOMMA FA QUELLO CHE DOVREBBE FARE UNA RETE TELEVISIVA. ANCHE I GIUDICI (GLI ALLENATORI) DEVONO TUTTO A LEI: O PERCHÉ LI HA CREATI DAL NULLA O PERCHÉ LI HA TIRATI FUORI DALL’OSCURITÀ IN CUI ERANO CADUTI. QUELLO CHE INDUBBIAMENTE VA RICONOSCIUTO A MARIA È CHE LEI RIESCE A ‘DEFILIPPIZZARE’ TUTTO, PERSINO UNA LARGA FETTA DI MEDIASET”
Aldo Grasso per www.corriere.it
Sabato sera è iniziata la 22ª stagione di «Amici» di Maria De Filippi e io non ho nulla da mettermi, cioè non so cosa dire. È iniziato il kick off, il calcio d’inizio o come cavolo si dice, della cantera della Maria De Filippi spa. C’era una vecchia pubblicità dei biscotti che si vantava di accompagnare i suoi clienti dalla nascita fino alla vecchiaia.
Così fa la MDF spa. Come le squadre di calcio, anche Maria ha la sua fucina di giovani, il suo settore giovanile. Li fa crescere, li inserisce nei suoi programmi, li promuove in altri, insomma fa quello che dovrebbe fare una rete televisiva. Anche i giudici (gli allenatori) devono tutto a lei: o perché li ha creati dal nulla o perché li ha tirati fuori dall’oscurità in cui erano caduti.
La MDF spa non bada a spese: penso alle star internazionali di «C’è posta per te» ma anche all’inaugurazione di «Amici»: a presentare i ragazzi c’erano Roberto Saviano, Alessia Marcuzzi, Pio e Amedeo, Leonardo Pieraccioni, Christian De Sica, Salvatore Esposito, Gianmarco Tamberi e forse ne dimentico qualcuno. De Sica ha persino detto che «Amici» è la nuova «Accademia Nazionale d’Arte Drammatica».
Non so se si riferisse alla «Silvio D’Amico» ma il paragone mi è parso un filo esagerato. Quello che indubbiamente va riconosciuto a Maria è che lei riesce a «defilippizzare» tutto, persino una larga fetta di Mediaset. Una volta, Edmondo Berselli le ha strappato questa confessione: «Se mi chiede che cos’è la mia televisione rispondo che sono io. Hanno detto che sono nazionalpopolare, ma non me ne pento e non me ne dolgo. I critici pensano che se un programma fa sei milioni di audience, questi sei milioni sono una massa di ignoranti. Non è vero: in ogni caso, non credo che la tv appartenga soltanto ai laureati e ai critici». No, una grande parte di tv appartiene solo a MDF, a sua immagine e somiglianza.
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