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Stefano Priarone per la Stampa
STEFANO PRIARONE FOTO CENSURATA
Alla fine è capitato anche a me. Facebook, diretto discendente dei Puritani di Salem, mi ha eliminato una foto che ho postato per «contenuto inappropriato».
Sapevo che non si possono mettere foto di topless e nudi, ma non pensavo che il veto si estendesse a immagini sullo sfondo. Ieri vado a Milano all’inaugurazione della mostra del fotografo Jarl Alexandre de Basseville, nella galleria d’arte contemporanea dell’ovadese Sabrina Raffaghello (in Via Gorani 7) in concomitanza con la Milan Fashion Week.
Sabrina, fedele alla sua terra di origine, accoglie i visitatori del vernissage con Barbera del Monferrato e boeri di una nota ditta novese (che non citiamo per non fare pubblicità), ma l’attenzione di tutti è calamitata dalle foto di una giovanissima Melania Knavs, la futura Signora Trump e attuale first lady degli Stati Uniti. Mi faccio fare una foto con dietro le immagini di Melania e la posto su Fb. Gli occhiuti censori del social network Facebook se ne accorgono subito e la eliminano per «contenuto inappropriato».
Censura adatta al clima attuale: negli anni Settanta e Ottanta una donna che si spogliava era vista come «libera» adesso invece sarebbe schiava del «sessismo maschile». Ma, più probabilmente, è il ritorno sotto altro nome del mai sopito puritanesimo americano che risale ai Padri Pellegrini impicca streghe di Salem. E, forse, in questo senso, la censura era davvero inevitabile.
Jarl Alexandre de Basseville, nato del 1970 a Bruxelles e discendente diretto dei re franconormanni, è un personaggio davvero singolare, la sua principale fonte di ispirazione, ci ha detto ieri, è la sua sessualità. Ha tatuate sul braccio delle rune, in omaggio al suo retaggio nordico, che significano «l’inizio non finisce senza di me». Fra i tatuaggi spicca anche un serpente.
«Lo so che il serpente è un simbolo del diavolo» ci ha detto, «io mi paragono a lui, ma per me il diavolo è una figura positiva, di libertà, come dicono i Rolling Stones in una loro famosa canzone, provo solidarietà per il diavolo».
Probabilmente quattrocento anni fa i bravi puritani avrebbero impiccato anche de Bassevile (che, fra gli altri, ha fotografato anche il «satanico» rocker Marilyn Manson). Ma invitiamo tutti i non puritani a visitare la mostra (che dura fino al 12 marzo). Alla faccia di Zuckerberg e dei perbenisti come lui.
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