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1. ISIS, STRAGI, ROCK E OCCIDENTE: CHE BATACLAN, TRA GIULIANO FERRARA E MICHELE SERRA 2. "IL FOGLIO": “CASPITA! IL PRIMATO CULTURALE DELL’OCCIDENTE, L’ISTINTO SACROSANTO DI SENTIRSI LIBERI (“ORMAI ISCRITTO NEL NOSTRO DNA”), DI DIVERTIRSI, DI BALLARE, DI MANGIARE AL RISTORANTE, DI COMPRARE CIÒ CHE SI VUOLE, BERE ALCOLICI, FARE SESSO, CASPITA, RIPETO, MA CI VOLEVA UNA GUERRA PER TRASFORMARE MICHELE SERRA IN BRIATORE FLAVIO?”

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giuliano ferraragiuliano ferrara

1. ANDREA’S VERSION

Andrea Marcenaro per “il Foglio”

 

MICHELE SERRAMICHELE SERRA

Caspita! Il primato culturale dell’Occidente (scritto con la O maiuscola), l’istinto sacrosanto di sentirsi liberi (“ormai iscritto nel nostro Dna”), di divertirsi, di ballare, di mangiare al ristorante, di comprare ciò che si vuole, quando si vuole, come si vuole, e di andare in vacanza se ti gira, al night club se ti prende lo sfizio, bere alcolici, camminare per strada, fare musica se ne hai voglia, non farla se non ti va, fare sesso, leggere i libri che vuoi, non leggerli se non vuoi, girare in moto se ti piglia, col suv se ti piace il suv, caspita, ripeto, ma ci voleva una guerra per trasformare Michele Serra in Briatore Flavio?

 

2. L’AMACA

Michele Serra per “la Repubblica”

BATACLAN MATTANZABATACLAN MATTANZA

 

Al Bataclan si flirtava con il diavolo, essendo noi occidentali dimentichi di Dio e per questo imbelli, e per questo vittime predestinate di chi (i musulmani) nel proprio Dio ha fede. È una sintesi (non credo arbitraria) dell’editoriale di Giuliano Ferrara sul “Foglio” di ieri; da ritagliare per la sua magistrale capacità di esprimere (altro che Fallaci) il jihadismo nostrano, ovvero il guerrasantismo paracristiano. Cristiano no, perché il papa non spara e al papa i cristiani devono obbedire.

 

giuliano ferrara guerra santagiuliano ferrara guerra santa

Ferrara sospetta del rock, un po’ alla maniera di quei preti orecchiuti che facevano girare i dischi al contrario per svelare la voce del diavolo. Sono dettagli, questi, sui quali si potrebbe anche sorvolare, a meno che si abbia un parente o un amico o un amore morto al Bataclan, nel quale caso l’impulso è francamente quello di fare ingoiare a chi lo pronuncia (musulmano o cristiano che sia) il suo rimbrotto, per giunta post mortem, a proposito di ragazze e ragazzi che ballano, bevono e scopano, attività di per sé non irreligiose e certamente, comunque, tipiche degli umani.

 

Sandro Veronesi e Michele Serra Sandro Veronesi e Michele Serra

Il problema è che rimproverare i gaudenti (colpevoli di fare l’amore e non la guerra), oppure prendere per i fondelli il pianista di strada che suona “Imagine”, come il “Foglio” fa con il suo gongolante snobismo, è perfino più facile che balbettare le solite e retoriche parole di dolore e di cordoglio, come facciamo noi che siamo pop e dunque banali. In pace come in guerra, la spocchia fa molti più guasti del diavolo.

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