DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Claudia Casiraghi per “Libero Quotidiano”
Bassa, ombrosa, nei gorgheggi il timbro di una follia diventata paradigmatica. La scorsa settimana, su un palcoscenico russo illuminato da riflettori cangianti quanto la sua personalità, Jared Leto ha abdicato al ruolo di frontman dei 30 Seconds to Mars. Per una manciata di secondi, troppo pochi per essere afferrati dalla coscienza umana, abbastanza per essere filmati da un telefonino, il cantante ha impugnato il microfono, piegato la schiena e intonato un urlo strano.
«Diventerete pazzi per questa canzone, davvero pazzi», ha detto al suo pubblico, falsando la voce fino a lasciare che parlasse da sé, minacciosa ed eloquente al tempo stesso. Tanto eloquente da indurre i più a pensare che non si trattasse di un banale espediente scenico, quanto piuttosto di una prova. Leto, si dice, ha voluto dare ai suoi fan più accaniti un assaggio di quello che sarà il suo Joker, il personaggio che porterà al cinema il 5 agosto 2016, quando Suicide Squad (regia di David Ayer) farà la sua comparsa nei cinema americani.
Conferme non ce ne sono, ma tanto è bastato per far sì che i media si scatenassero. Perché, a ben guardare, di questo Joker si sa poco e niente. La produzione di Suicide Squad, film tratto dall’omonimo fumetto della Dc Comics, è riuscita laddove tante altre hanno fallito. Ha mantenuto il riserbo, calando il suo prodotto in atmosfere misteriose. Eppure qualcosa è trapelato, da Jared Leto prima che da anonime e poco leali fonti.
L’attore, per quanto riservato, è infatti costretto a portare su di sé le stigmate di un personaggio caro al cinema quanto all’immaginario comune. Joker, maschera per eccellenza, è la follia capace di uccidere, quella follia che declinandosi in modi multipli si insinua nell'essere umano arrivando a possederne ogni più piccola sfaccettatura.
E l’aspetto fisico non fa eccezione. Il pallore del volto, il ghigno beffardo e, nel caso di Leto, i capelli a spazzola, decolorati fino a scomparire insieme alle sopracciglia, sono la forma nota di una sostanza sulla piazza dal 1940. Una sostanza sacra, per quanto massificata. Una sostanza che non capita tutti i giorni di poter rileggere secondo le proprie inclinazioni personali. Joker, tra i migliori cattivi di sempre, è uno degli Intoccabili del cinema, uno stereotipo di non facile accesso.
Nei settant’anni dalla sua genesi, sono solo tre gli attori in carne ed ossa cui è stato accordato il privilegio di dar vita al clown criminale. E qui, nell'esiguo numero di interpretazioni reali, sta il più grande ostacolo per Jared Leto, costretto suo malgrado a farsi carico di un’eredità onerosa. Jack Nicholson, Joker per Tim Burton nel 1989 (Batman), è stato il primo, ma non il migliore.
Nonostante la bravura, nonostante l'inquietudine di cui, per Natura, è dotato il personaggio, poco hanno potuto le sue labbra allungate in un sorriso sadico contro il trucco caotico di Heath Ledger, Joker ne Il Cavaliere Oscuro (Christopher Nolan, 2008). A lui, la disperazione di un volto che stava spegnendosi, l'Academy ha voluto regalare un Oscar come miglior attore non protagonista, facendo sì che la sua interpretazione diventasse quella da battere.
Quella di fronte a cui Jared Leto dovrà inchinarsi con devozione, ripromettendosi di emularla senza stravolgerne gli assunti. E questa è cosa non facile. Per quanto, infatti, Leto sia avvezzo alle trasformazioni, è bene ricordare che le ultime (vedi Dallas Buyers Club) hanno puntato dritte allo stomaco degli spettatori, scuotendolo fino ad ottenere un’emotività positiva che poco si discosta dalla pietà cristiana.
Con il Joker la strategia non potrà funzionare. Il clown è un personaggio da temere, un criminale senza scrupoli, alla cui cattiveria si unisce, esasperandola, il germe di una follia crudele e inquietante pronta ad abbattersi senza colpo ferire su uomini, donne e bambini. Joker non fa pena, né cerca compassione.
Joker uccide e con le sue macchinazioni catalizza l’attenzione di un pubblico intransigente che tutto vuole fuorché un clown edulcorato. Si prepari allora Jared Leto, la metamorfosi verso la follia richiede tempo. Non tutti, come Nicholson o Ledger, possono avere la «fortuna» di nascere figli di una Dea lunatica chiamata «Pazzia».
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