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1. VIDEO - JENNIFER LOPEZ CANTA IN TURKMENISTAN E CANTA "HAPPY BIRTHDAY" AL DITTATORE GURBANGULY BERDIMUHAMEDOW
2. J.LO CANTA ALLA CORTE DEL DITTATORE TURKMENO - RIVOLTA DI FAN E ONG
Maurizio Molinari per "la Stampa"
Jennifer Lopez canta per l'autoritario presidente del Turkmenistan e viene contestata dalle associazioni per la difesa dei diritti umani. L'evento ad Ashgabat, capitale turkmena, è avvenuto sabato sera con la star sul palco a cantare un appassionato "Happy Birthday" in omaggio a Gurbanguly Berdimuhamedow, l'onnipotente leader dell'ex repubblica sovietica accusato dalle Nazioni Unite di violare i diritti delle minoranze e poter vantare una censura sui mezzi di informazione seconda al mondo solo alla Nord Corea di Kim Jong Un.
Impossibile sapere perché Jennifer Lopez abbia accettato l'invito ma l'organizzazione della serata da parte della "China National Petroleum Corporation" lascia intendere che sia stata immaginata dagli aggressivi petrolieri di Pechino per accattivarsi i favori di uno degli Stati più ricchi di energia in Asia Centrale.
Facendo probabilmente leva sulla vanità di Berdimuhamedow visto che la dedica di "Happy Birthday" evoca quanto fece - a sorpresa - Marylin Monroe per John F. Kennedy nella cornice del Madison Square Garden il 19 maggio del 1962. Davanti al coro di critiche delle organizzazioni umanitarie, i portavoci di Lopez si sono limitati ad una replica in tre righe: "Se avessimo saputo dell'esistenza di questioni di questo tipo Jennifer non avrebbe partecipato".
E' una risposta che non basta ad allontanare il sospetto di una parcella a molti zeri versata dai petrolieri cinesi a Jennifer Lopez per allietare Berdimuhamedow, tanto più che un impenetrabile muro di gomma impedisce di conoscere l'esatta cifra che le è stata versata.
Per la star orgoglio del pubblico ispanico, non solo negli Stati Uniti, significa finire in compagnia di altri volti noti di Hollywood che sono stati contestati per aver ceduto alle lusinghe di despoti ed autocrati: da Hilary Swank, che nel 2011 partecipò alla festa di compleanno del leader ceceno Ramzan Kadyrov imputato di stragi ed eccidi, a Beyoncè, Nelly Furtado, 50 Cent, Mariah Carey e Usher che accettarono di cantare e recitare nella Libia di Moammar Gheddafi, fino a pochi mesi prima della rivolta di popolo che lo avrebbe deposto ed ucciso.
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