
DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI…
L' ditore Volo Libero pubblica Anni vinilici di Corrado Rizza (pp. 208, euro 16,50), racconto dei dischi e dei primi dj che scivolavano piano verso il ruolo contemporaneo di star magnetiche in grado di oscurare gli artisti: qui ne anticipiamo la postfazione.
Testo di Marinella Venegoni pubblicato da “la Stampa”
Corrado è uno che ha saputo mantenere intatto, attraverso i decenni, un certo candore (oggi impossibile in un mondo così cinico) e una passione allegra, ma serissima e consapevole, per il suo mestiere che continua a esercitare fra i locali e gli alberghi più fighi di Miami Beach, dove vive da almeno un lustro.
Oggi popolarissimo e agognato grazie ai successi di Avicii o Skrillex, o Calvin Harris o Tiesto, che guadagnano milioni in più dei semplici divi suonanti e sudanti della musica popolare, il mestiere del dj in Italia deve molto a Corrado Rizza, che in realtà ha scalato con i suoi album anche le classifiche internazionali.
Racconta di aver imparato da Marco Trani (il suo amico e maestro, che non c' è più) e da quelli come lui: una legione che dai Settanta ha inventato e reinventato quel ruolo, ognuno a propria somiglianza, con trucchi e scoperte che si alimentavano della conoscenza immediata di ogni novità discografica. Qui vengono ricordate nei risvolti assurdi e nei dettagli tecnici che manderanno in brodo di giuggiole gli appassiona ti.
Anni vinilici è un manuale imperdibile per chi si voglia avvicinare a un lavoro spietato dove si può diventare star milionarie ma anche no, e però si disegna sempre nel cielo del tempo il ritmo trascinante del desiderio.
A Corrado è capitato di conoscere Jovanotti prima che fosse Jovanotti, Fiorello quando ancora faceva il cameriere alla Valtur (dove anche lui lavorava) e diventava intrattenitore nei momenti liberi, e Roberto D' Agostino che smanettava con una passione per la musica che s' indovina non sopita nella collezione di notizie del suo frequentatissimo sito Dagospia.
Poi, le loro vite hanno preso altre pieghe, ma tutti e tre (più un altro dj, Mauro Ferrucci) hanno voluto lasciare qui una testimonianza.
È un libro che sembra un film. E che mi ha colpita per varie ragioni, non escluso il fatto che lo sfondo sociale di quegli anni turbolenti, anni di piombo poi anni della rivincita del divertimento, è una sorta di sipario laggiù in fondo che si distingue a stento quando la musica si spegne.
I riflettori sono puntati sulle vite individuali, sulla caccia ai vinili in arrivo dall' estero, con una devozione da Santo Graal, e sulle passioni di chi era votato a quell' ambiente e ai suoi rituali: ci sono i movimenti di massa delle transumanze da una discoteca all' altra, il nascere di nuovi luoghi dove esserci era un punto d' onore.
Marco Trani Roberto Dagostino e Claudio Rizza
Una sorta di restituzione a ciascuno della parte più lieve dell' esistenza, ma presa in modo serissimo. Per alcuni, una ragione di vita.
MARCO TRANI AND FRIENDS
trani con jovanotti e rizza
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