DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Gian Luca Bauzano per Liberi Tutti – Corriere della Sera
Esterno giorno di un autunno ferragostano, sulle tracce della «diva del lago»: Katia Ricciarelli. Per chi di Belcanto si è nutrito (come me e centinaia di migliaia di altri hooligan votati a trilli e infiorettature vocali), il soprano veneto (nasce a Rovigo il 18 gennaio 1946) è (anche) La donna del lago di Rossini, tra le sue great performance : con Semiramide e Tancredi , Bianca e Falliero e Viaggio a Reims ; il Donizetti di Borgia e Stuarda ; il Verdi di Boccanegra e i Foscari , Aida , Trovatore e Ballo in maschera .
Per altri è invece la vedova Liliana, protagonista del film La seconda notte di nozze di Pupi Avati, suo debutto al cinema («la sceneggiatura era come la storia della mia vita, quella di mia madre»): le vale il Nastro d' argento come miglior attrice protagonista ai David di Donatello 2006 ; per i divoratori di gossip forse è solo l' ex signora Baudo. Diva lirico-pop: ha interpretato e inciso i capisaldi della lirica diretta da Gavazzeni, Abbado e Pollini, Karajan e Maazel; ha duettato con Al Bano e Massimo Ranieri; protagonista in tv di sitcom come Carabinieri e Un passo dal cielo ; concorrente al reality La fattoria.
katia ricciarelli josè carreras
Ora il suo buen retiro , quando non sta a Verona, l' ha eletto a Bardolino sul Garda. Grandi vetrate luminose, al pian terreno di una villa con giardino rivolto al lago, fiori e silenzio.
Romitaggio per nostalgiche memorie? Ma scherziamo? Sprizza energia, i ricci biondi ingestibili, sempre impegnata in concerti («ma solo un certo repertorio. Opere? No, grazie. Cosa potrei fare ancora d' altro? E nel passato solo tutte mie scelte»), e ora concentrata nella programmazione degli eventi con cui nel 2019 celebra i 50 anni di carriera: si parla anche di una fiction tv sulla sua vita. Debutta il 2 ottobre 1969 con Bohème di Puccini: Katia ha 23 anni ed è tra i vincitori di Aslico, storico concorso talent scouting di voci liriche; nel 1971 trionfa al concorso Voci verdiane . Un anno dopo, al Regio di Parma sarà sempre Mimì a cambiarle la vita: Rodolfo è il tenore spagnolo José Carreras: saranno 13 anni di ardore e passione.
Katia e La Ricciarelli in 50 anni come hanno convissuto? Chi finisce giù dalla torre?
«Nessuna delle due. Non sono mai state separate: la cantante rispecchia la donna. E viceversa. Sono molto determinata. Non mi sono mai tirata indietro di fronte a nulla. Affrontato sfide artistiche e vicissitudini private. Ho coraggio e non ho mai rimpianto le mie scelte. Sbagliavo? Non mi commiseravo e mi dicevo: servirà da insegnamento».
Le vicissitudini private superate
«La mia non è stata un' infanzia facile. Ristrettezze e privazioni. Ultima di tre sorelle, senza un padre e mia madre capofamiglia, nella provincia dove vivevamo la situazione scatenava maldicenze e illazioni. Ne ho sofferto moltissimo, come mia madre. Ma ho imparato a difendermi. Eccome. Oggi divento una iena se vedo soprusi. Grazie a mia madre, a cui ero legatissima, ho realizzato i sogni, raggiunto il successo. Le devo tutto.
Per non darle un dispiacere volevo rinunciare al mio più grande amore, José Carreras. Però...».
Però?
«Non ci sono riuscita. Dopo esserci conosciuti a Parma, scoppiò la passione. Ardente (da melodramma vien da dire, visto come brillano gli occhi azzurri della diva mentre ne parla ndr ): avevamo 26 anni. Ma dopo sei mesi mi son detta: "Katia sei matta. Rischi la carriera. Di perdere tutto ciò per cui hai lottato". Lo dovevo a mia madre. Ho rotto con Carreras (già sposato da un anno ndr ), ma non è servito a nulla. Dopo sei mesi eravamo di nuovo uniti. Perfetti assieme.
Ma durante la nostra separazione era tornato dalla moglie e concepito il primo figlio. Ci siamo amati follemente. La prima volta che ci siamo visti gli ho detto che stava male con la barba. Il giorno dopo ci siamo rivisti.
Ed è arrivato senza».
Figli, le manca non averne?
KATIA RICCIARELLI JOSE CARRERAS
«Non è successo. Purtroppo. Anche quando li ho cercati dopo il matrimonio»
Con Pippo Baudo. L' altro grande amore.
«Arrivato per caso. Dopo essermi separata da Carreras non volevo più sentir parlare di relazioni. Poi ho conosciuto Pippo. Ci siamo sposati nel 1986: per amore, rispetto e attrazione.Rapporto complesso, durato 18 anni: nel 2004 il divorzio. Ora è tutto finito.
Archiviato».
Di recente in tv ha dichiarato che l' ha costretta ad abortire...
«L' ho detto. Non voglio più tornare sull' argomento. Non voglio fargli nessun torto. Capitolo chiuso».
Altro grande amore: Paolo Grassi, nume tutelare del Piccolo Teatro di Milano.
«In realtà sono due i miei altri grandi amori. Il primo: Paolo Grassi. Unico, fascino eccezionale. Sedotta dalla sua cultura. Mi reputo una donna intelligente e una mia dote è essere una spugna. Assorbire il meglio se ne ho l' opportunità. Il nostro, un legame più cerebrale. Mi scriveva lettere meravigliose. A puntate».
In che senso?
«Le interrompeva se doveva lavorare. E quando le riprendeva metteva gli orari.
Era condividere la sua quotidianità: carteggio su cui ho un progetto per l' anno prossimo. Grazie a lui ho frequentato gli uomini di cultura di allora, da Massimo Bogianckino a Giorgio Strehler: lavorare con lui alla Scala in quel capolavoro del teatro musicale che è stato il Simone Boccanegra di Verdi diretto da Abbado. Indimenticabile».
Ma l' altro grande amore?
«La mia cagnolina Dorothy. La vede, guardi come era bella (indica una foto sul pianoforte sotto il suo grande ritratto da diva della lirica ndr ). L' ho salvata dalla strada, aveva pochi mesi. Abbandonata.
Uscendo dal teatro dove cantavo nel musical Caruso , l' ho vista. Ho fermato il traffico e l' ho presa con me. Le ho dato il nome della moglie del grande tenore, il mio ruolo nello spettacolo: Dorothy Benjamin Park, compariva pure sul suo passaporto canino. Una bastardina pura. Il più grande conforto e sostegno che ho avuto durante separazione e divorzio. Non mi ha mai tradito, mi ha accompagnata per una parte della vita. Ora mi ha lasciato, è sepolta in giardino. Non so se riuscirò ad avere un altro cane.
Le devo troppo. Ma se dovessi decidere lo cercherei in un canile».
Grandi passioni sotto i riflettori. Mai costretta a «compromessi» per lavorare?
«Come donna credo di essere stata appetibile. Da ragazza a Nizza mentre studiavo canto venni corteggiata da un signore molto maturo. Accettai l' invito a cena. Ma arrivai con i miei compagni: eravamo giovani e avevamo fame. Mi invitò una seconda volta e trovai una perla sul tovagliolo. Accettai la perla e tutto finì lì. Bisogna sapersi difendere e gestire le situazioni con intelligenza. A teatro mi sono capitate "proposte". Scioglievo tutto con una risata. Mai reagito in modo brutale o con denunce».
Si riferisce a casi come quelli che hanno visto poi nascere il movimento MeToo?
«Esistono casi simili. Innegabile. Ma rivelarli dopo decenni... Denunci, ma diventi anche attaccabile, vulnerabile. Giusto che le donne siano solidali tra loro.
Ma a volte esageriamo. Devi trovare in te stessa la forza di reagire. Essere sicuri di sé è la vera arma di difesa».
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