DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”
«Lo slogan sarà questo: "Torna Gramsci, torna l'Unità "», annuncia solenne Piero Sansonetti, che sarà il direttore di questa «resurrezione» (la quarta) del giornale fondato dal padre del Pci, 98 anni fa. Alfredo Romeo, re degli appalti inciampato in più di un'inchiesta (Consip compresa), ha appena acquistato la testata all'asta fallimentare, dopo il tracollo dell'era Renzi. L'offerta vincente? Circa 910 mila euro, all'ultimo tuffo. Visto il profilo politico dell'editore, più d'uno ha ipotizzato una rinascita in versione liberal.
«Ma non diciamo idiozie - ribatte il direttore in pectore -. È l'Unità e sarà l'Unità .
Sarà un giornale di sinistra, che in questo momento manca in Italia». A metà gennaio, nei piani di Romeo, il quotidiano tornerà in edicola: carta (12 o 16 pagine) e sito, con una decina di giornalisti; mentre il Cdr della vecchia Unità richiama l'attenzione sui 21 tra giornalisti e poligrafici che dall'1 gennaio sono rimasti senza ammortizzatori sociali.
La gestione non può che essere quella dei «piccoli passi», specie vista la voragine lasciata dal precedente editore. La sede sarà in via della Pallacorda, a Roma, nell'immobile dell'editore dove c'è anche Il Riformista , oggi diretto sempre da Sansonetti e che avrà una nuova guida.
Per Sansonetti, a 71 anni, «è il sogno della mia vita che si avvera», perché lui a l'Unità ci ha lavorato per più di 30 anni, coprendo tutti i ruoli possibili: da cronista a condirettore. E a chi gli chiede perché si è lanciato in questa affascinante, quanto rischiosa, avventura, replica così: «Il Pd sarà il nostro partito di riferimento, ma state certi che ne rivendicheremo autonomia. E avremo rapporti con tutti i partiti del centrosinistra».
Quindi anche con il M5S?
«Macché: i 5 Stelle sono di destra, non c'entrano niente con la sinistra. Sono qualunquisti e populisti: hanno approvato con la Lega i decreti Sicurezza, una cosa che più di destra non si può». La parola chiave sarà «socialismo», tanto che «il nostro principale editorialista sarà Michele Prospero, filosofo marxista: il Pd non si può salvare se non torna al socialismo».
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