
DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO…
"NON ABBIAMO BISOGNO DI GUERRE MA DI PACE, AMORE E MOLTO SESSO" - L'APPELLO DI "CICCIOLINA" A TROMBARE DI PIÙ E A SPARARE DI MENO - ILONA STALLER, IL CUI VITALIZIO DA 2,4 MILA EURO E' STATO TAGLIATO, PROVA A BATTERE CASSA VENDENDO MAGLIETTE SU CUI SONO STAMPATE LE SUE FOTO PIÙ FAMOSE - L'EX PORNOSTAR RIVELA A "VOGUE" L'ORIGINE DEL SUO SOPRANNOME: "QUANDO LAVORAVO A 'RADIO LUNA' CHIAMAVO GLI ASCOLTATORI 'CICCIOLINI' E 'CICCIOLINE', LA GENTE MI INIZIÒ A CHIAMARE COSÌ" - LA SUA PASSIONE PER I TACCHI A SPILLO TRASPARENTI E IL MATRIMONIO CON JEFF KOONS...
Estratto dell'articolo di Alice Abbiadati per www.vogue.it
La linea di demarcazione tra Ilona e Cicciolina potrebbe sembra sottilissima ma non lo è. È un po' come l'erotismo e la pornografia. Parafrasando la stessa Ilona «uno ti fa immaginare, l'altro è ciò che vedi». E per chi pensa di essersi fatto un'idea nitida di Elena Anna Staller, meglio conosciuta come Ilona, o anche Cicciolina, potrà ricredersi dopo questa intervista, dove ci insegna anche gli orari con la luce più idonea per scattare belle foto.
Del resto è vero, in una donna abitano più sfumature e, nel suo caso, sono quelle - o meglio, quelle che ha permesso di conoscere - di modella, cantante, attrice di cinema per adulti, artista, conduttrice radiofonica, deputata, madre, autrice, idealista, avanguardista in fatto di tendenze e persino cover star, insieme a Francesco Vezzoli, su L'Uomo Vogue del maggio 2017. [...]
L'ultima occasione che abbiamo per parlarci è il lancio delle sue T-shirt per l'estate «perché in vacanza - e in generale nelle giornate più calde dell'anno in Italia - le persone sono più rilassate e hanno voglia di fare shopping. Mentre guardano la luna comprano il gadget di Cicciolina», mi dice scherzando. Dopo la ri-edizione del suo libro Memorie: racconto di un mito, con oltre 230 pagine ricche di immagini e note biografiche curato dall'autrice, e le magliette ora in vendita, prepariamoci al ritorno di un vero e proprio merchandising à la Cicciolina.
«Ho un nuovo sito che è come un gioiello, un grande diamante. Sto pensando a tazze, penne, magari lenzuola e copri cuscini con stampato invece che il gatto la Staller, mi piacerebbe creare la mia sfumatura di rossetto».
[...] La sua moda è iconica, quanto il personaggio di Cicciolina. Dove è iniziato tutto?
Io ho sempre amato portare abiti velati, con i vestiti classici stavo bene ma con quelli mi vedevo bellissima. Per rispondere alla domanda devo tornare indietro nel tempo, a Budapest, quando ero ragazzina. Già allora facevo la modella e frequentavo le discoteche, amavo ballare. Nel fine settimana andavo in un locale che si chiamava Metro Club.
La mia prima passione è stata il rossetto, esaltava il mio viso e lasciava l'impronta delle mie labbra quando davo un bacio. A 15 anni iniziai ad avere una predilezione per i cappellini, quelli in stile regina Elisabetta, andavo ad acquistarli in boutique oppure al second hand, lì trovavo i modelli più particolari, con la veletta. Ero praticamente l'unica ragazza che li portava, mi facevano sentire a mio agio, ovviamente nei colori pastello che poi non ho più abbandonato.
Leggermente dopo ho iniziato ad adocchiare i tacchi a spillo, all'epoca non erano frequenti come ora. Ricordo che li rubavo a mia mamma, ci camminavo dentro casa anche se erano di qualche numero più grande rispetto alla mia calzata, ripetendomi che, una volta più grande, li avrei portati sempre anche io.
Quindi ha iniziato la carriera da modella prestissimo. Questo l'ha portata in Italia?
Sì, iniziai circa a 14 anni, lavoravo per la MTI che era l'agenzia di modelle più importante in Ungheria. Già all'epoca amavo viaggiare con la fantasia: sognavo di scoprire cosa c'era oltre il mio paese, di lavorare in giro per il mondo, solo che quando arrivai in Italia, la mia prima tappa, dove sarei dovuta rimanere poco, me ne innamorai.
A quei tempi, nel 1971, gli italiani erano sorridenti. Da Milano mi sono spostata a Roma, la gente era accogliente, colorata, insomma sapeva divertirsi. E anche se sognavo l'America sono rimasta, proprio perché colpita piacevolmente dal Bel Paese.
Poco dopo ha conosciuto Riccardo Schicchi e avete fondato insieme Diva Futura…
Si, ci siamo conosciuti nel 1974 e, questione di mesi, abbiamo co-fondato l'agenzia. Ricordo quando tutto ebbe inizio, viaggiavamo con quella sua macchina tutta scassata, si fermava per strada ed ero terrorizzata nel fare lunghi viaggi. Andavamo spesso a Napoli perché lì avevamo un contratto con una radio, ci mettevamo più di cinque ore per arrivare. Gli dicevo “dobbiamo fare soldi, così puoi acquistarne una nuova”.
E lei cosa si è comprata?
Un attico, lo possiedo tutt'ora. I miei genitori mi dicevano di tenere i guadagni da parte ma, viaggiando con la fantasia, sapevo che ne avremmo fatti molti altri, e così è stato.
Come è nata l'idea di Diva Futura?
Volevamo creare un'agenzia sullo stampo americano di Saranno famosi, ma in chiave diversa e innovativa. Arrivarono da noi grandi talenti, soprattutto femminili, da Moana Pozzi a Ursula Davis.
Invece il nome Cicciolina da dove arriva?
Nel 1975, quando lavoravo a Radio Luna, chiamavo tutti gli ascoltatori inizialmente “ciccini” e “ciccine”. Era il mio modo di dire loro “amori” ma non suonava bene. Poi un giorno mi è uscito “cicciolini” e “ciccioline” e finì che la gente iniziò a chiamare me Cicciolina.
Non possiamo non citare la sua coroncina di fiori. Dobbiamo a lei il merito se la portiamo ancora oggi sui capelli. Ricorda la prima volta che l'ha indossata?
[...] Andai a fare shopping, alla ricerca di nuove idee, ed entrai in Rinascente. C'era esposto questo filo con al centro fiori variopinti e con il nastrino laterale; l'ho istintivamente allacciato sulla fronte, intorno ai capelli, e la commessa mi disse “no questo va portato al collo o al polso”.
Ma a me piaceva così, esaltava il mio viso e i lunghi capelli biondi sciolti, non lo tolsi più, diventò la mia cifra stilistica. Con il senno di poi, forse avrei dovuto registrare il copyright di quella coroncina (ride,ndr).
Che poi non indossava coroncine solo di fiori…
No, anche con perline e dall'effetto ghiaccio durante i miei spettacoli, avevo anche la guepiere fatta di fiori, oltre alle ali di farfalla color rosa. Mi piaceva prendere spunto della natura. Durante i miei spettacoli, nella trasmissione C'era Due Volte, andava in scena il sogno:
c'erano le bolle di sapone, facevo il bagno nei petali di rosa, cantavo le mie canzoni con il boa Pito Pito al collo e il letto era a forma di cuore. Adoravo lo sceneggiatore con cui lavoravo; Enzo Trapani era fantastico, come inscenava lui il mio surrealismo nessuno mai. [...]
Poi c'è stato il periodo dei pizzi…
Quando andai a Los Angeles per fare un film, ricordo che entrai in un boutique che era di Madonna; vendeva cose meravigliose, ovunque guardassi mi piaceva tutto: calze a rete bordate di pizzo, guepiere, abiti che stringevano i fianchi, mi stava bene tutto. Ero minuta, con il seno che stava nella proverbiale coppa di champagne. Poi c'erano questi tacchi a spillo trasparenti che mi facevano impazzire, insomma tornai in Italia con una valigia piena di articoli perché non sapevo se sarei tornata a Los Angeles in futuro.
Possiede ancora quegli abiti e, in generale, il suo guardaroba dell'epoca?
Sì in parte, anche se spesso mi dicono che le cose passate bisognerebbe lasciarsele alle spalle. Ma possiedo troppi abiti e accessori belli che sarebbe un peccato buttare. Alcune cose le vendo sul mio sito.
Anche il suo libro lo vende esclusivamente online?
Sì, l'ho appena ristampato e lo vendo in tutto il mondo dal mio sito ufficiale. Un personale ritratto intimo che, prima di spedirlo, autografo e personalizzo con il mio bacio, lasciando il segno del rossetto.
Di che colore?
Fucsia o rosso fuoco. Sono le mie due sfumature preferite, sin da ragazzina. Se qualcuno mi diceva “devi indossare il nero” mi sentivo male (ride, ndr). Quindi rosa pastello o acceso al primo posto, mi piacciono anche il verde smeraldo e giallo, o arancione da mescolare al rosa, come faccio spesso sulle labbra.
cicciolina foto di riccardo schicchi
E ora lancia una collezione di T-shirt in cotone e unisex in edizione limitata, con sopra le stampe di sue foto iconiche. Perché ha scelto proprio queste sei?
Perché sono emblematiche, del 1978 che è stato il mio anno d'ascesa in Italia. Ci sono molto affezionata, soprattutto alle foto con le ciliegie e l'orsacchiotto; hanno contribuito a costruire la mia figura pubblica come simbolo di emancipazione e rivoluzione estetica. Sono la mia storia, la mia gioia, le mie battaglie. [...]
A tal proposito, a che ora la luce è migliore per scattare foto belle?
Bisogna alzarsi prima delle 6 di mattina e finire il servizio fotografico non oltre le 8,30. Oppure al tramonto. A mezzogiorno mai, il sole ha sfumature che non performano sul viso.
Tornando alla moda, la sua è ancora attualissima. Come si sente nel vedere le ragazze ora, nei video di TikTok, dire che è di tendenza, per esempio, la guepiere in pizzo o il fairycore, sapendo di esserne stata pioniera?
Sono contenta, lo dico sempre che negli anni tra i ‘70 e i ’90 la mia moda è stata d'ispirazione e continua a esserla. Basti guardare Lady Gaga, quello che indossa io lo portavo già in quei decenni.
Anche i look dell'era parlamentare erano stupendi. Creava lei i vestiti?
Con la bandiera americana sono entrata il primo giorno in Parlamento. Avevo un ragazzo con cui pensavo agli abiti, io davo gli spunti e lui li realizzava sartorialmente. Erano bellissimi e lanciavano il mio messaggio. Io sono sempre stata una femminista e ho sempre detto “il corpo è mio, me lo gestisco io”.
L'abito con cui si è sposata è tra i trend più attuali. Ma era bella coperta…
Pensavo che Jeff Koons, anche se aveva idee molto innovative, per il giorno del nostro matrimonio avrebbe potuto arrabbiarsi, se mi presentavo in abito e guepiere di pizzo o con il seno in vista.
ilona staller cicciolina jeff koons
Una scelta quindi più per il marito che per l'opinione pubblica?
Sì più per il marito; già molto prima di incontrare Koons avevo smesso di fare la pornodiva, né foto, né video, né niente. Con lui è stato un matrimonio di due anni e mezzo, in cui abbiamo vissuto a New York e con cui ho avuto, nel 1992, nostro figlio Ludwig, un ragazzo fantastico che attualmente vive e lavora in America, nell'arte contemporanea.
ilona staller cicciolina con il vestito creato da jean paul gaultier
Che consiglio si sente di dare ai giovani di oggi?
C'è poco da consigliare, i giovani oggi sono molto evoluti. Penso, presumo, non ci sia niente da scoprire. Ognuno, dal mio punto di vista, deve sentirsi libero di fare quello che vuole, purché sia spinto da una forte passione, e con cognizione. Certo, continua a esserci una mal informazione sessuale.
Quando lavorava in Parlamento ha dato molta importanza all'educazione sessuale. Ora in Italia, secondo lei, a che punto siamo sull'argomento?
Manca la corretta informazione sulla sessualità perché ci sono ancora ragazze che non sanno tante cose, come la protezione o come usare il preservativo, per non rimanere incinta o per non prendere malattie. Poi succedono i drammi: ci sono ragazzine che rimangono incinta e, per non far sapere ai genitori il loro stato, o abortiscono o fanno nascere il bambino in una toilette. I giovani devono essere educati a riguardo.
Ha visto lo speech che Mickey Madison ha fatto dopo aver vinto il premio Bafta di Anora, ringraziando le sex workers e affermando che meritano rispetto e dignità?
Un bel discorso perché affronta il tema di un lavoro che non si può annientare. Ai tempi avevo fatto circa una ventina di proposte di legge, tra cui l'apertura in Italia di case chiuse, per poter auto-gestire la professione; per quelle donne è necessario essere curate e tutelate. Avevo anche proposti i parchi dell'amore, sicuri e divini.
Feci anche, per il comune di Monza, la mia campagna elettorale per diventare sindaco e dissi che Villa Reale sarebbe dovuta diventare un casinò. Si sono tutti scandalizzati ma ho detto “guardate che non è un'idea sbagliata, perché porterebbe turismo”. Il mio grido per l'Italia era, ed è, peace love and no war, non abbiamo bisogno delle guerre ma della pace e dell'amore. E sì, anche di molto sesso.
cicciolina adele faccio
cicciolina a piazza montecitorio
banane al cioccolato con cicciolina e g. pontello
cicciolina
cicciolina
cicciolina alla camera dei deputati
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