L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - IL CAST ANNUNCIATO DEL RENZI ERA DA OSCAR: DA BERNABÈ A FARINETTI, DALLA REICHLIN A MORETTI, MONTEZEMOLO COMPRESO - COME A SANREMO, VOLEVAMO LE STAR, CI SIAMO BECCATI LE TECHE RAI

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Barbara Palombelli per ‘Il Foglio'

Eutanasia della politica. Fine della storia. Lo spettacolo di questi giorni - al di là dei veleni, delle piaggerie e delle follie scritte dai colleghi - era atteso. Senza politica, vincono le frasi fatte, i parroci, le smart, il petto di pollo, la famigliola già esibita invano dai predecessori Monti e Letta, le donne bionde esposte alla violenza dei cecchini e alle frecce avvelenate di altre donne.

Il cast annunciato era da Oscar: da Bernabè a Montezemolo, da Farinetti a Baricco, dalla Reichlin a Moretti. Un po' come a Sanremo: volevamo le star, ci siamo beccati le teche Rai. Il terzo governo senza elezioni nasce in uno strabiliante fuoco d'artificio di promesse cui seguiranno nuove tasse e nuovi sacrifici.

Dall'ingresso nell'euro - un biglietto che pagammo il doppio degli altri, come solo alcuni solitari professori osarono scrivere - i cassetti dell'azienda stato sono drammaticamente vuoti. Ho ascoltato, negli ultimi quindici anni, decine di ministri e sottosegretari all'Economia, sussurrare: dietro le quinte del Consiglio dei ministri, il problema è sempre lo stesso, trovare i soldi per pagare gli stipendi degli statali. L'Italia, al pari delle famiglie, fatica ad arrivare a fine mese. Ogni mese che Dio manda in terra.

La stanza dei bottoni non ha riserve, salvadanai, il conto corrente della nazione è sempre in rosso. Professori, bocconiani, Banca d'Italia, furbetti di destra e di sinistra hanno smesso di sentirsi dei fenomeni il giorno dopo avere ottenuto le fiducie dai parlamenti. Questa è la verità, cruda. Le uniche cose sensate, in queste ultime settimane, le ho ascoltate nello scherzo telefonico ordito ai danni (in realtà ha fatto un figurone) dell'economista Fabrizio Barca, ex ministro dell'esecutivo Monti.

Il paese reale avrebbe bisogno di uno choc per ripartire, chi dice 400 miliardi - Barca - chi ancora di più. Un prelievo una tantum su tutti coloro che possono, un segnale fortissimo al mondo intero. Rifinanziando da soli il nostro debito potremmo ottenere in cambio una quota dei beni, delle coste, delle caserme, delle isole, di tutto ciò che qualcuno vorrebbe cedere a quattro soldi al migliore offerente. Riacquistare il nostro patrimonio, piano piano, darebbe un futuro ai nostri figli e a tutta l'economia. Ci vorrebbero una politica e una classe dirigente coraggiosa sul serio.

Come dimostrano le fughe dalla sola ipotesi di diventare ministri di Renzi, nessuno - a parte qualche giovane entusiasta - ci vuole mettere la faccia. Ci vorrebbe più rispetto per chi si offre, come si diceva un tempo con orgoglio, "al servizio degli altri". Ma chi osa affrontare la gogna mediatica riservata a chi si avvicina ai palazzi, chi ha voglia di farsi assalire da iene, geni mascherati come il mio amico Dario Ballantini, e perfino cronisti pronti a morire pur di farti fare una figura di merda?

Svilito e umiliato da campagne di stampa di cui ora si capisce la finalità - salvare gli editori dal fallimento delle loro imprese - il Parlamento è all'ultimo posto dei desideri di chiunque abbia una professione, un mestiere, un impiego. Senza una politica che spieghi la situazione vera ai cittadini (che tanto fessi non sono e l'hanno capito, eccome, che stiamo sul burrone), la medicina non arriva ancora.

C'è chi pensa che il ministero Renzi potrebbe farcela. Da madre di quattro ragazzi di cui due in cerca di lavoro, me lo auguro con tutto il cuore. Purtroppo ho quella brutta sensazione di quando stai male e il primario ti manda il giovane specializzando che non ha ben capito nemmeno chi sei. Le prime avvisaglie sono le solite. Dichiarazioni non coordinate e non consapevoli, smentite nell'arco di un pomeriggio. Molto probabilmente, si farà una legge elettorale e poi si andrà a votare. Le scelte vere, quelle che sul serio ci porteranno fuori dalla palude, sembrano rimandate alla prossima volta.

 

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