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Greta Sclaunich per “CorrierEconomia - il Corriere della Sera”
Un nerd, un principe e un pensionato. Messa giù così, la lista dei tre principali azionisti di Twitter sembra far acqua da tutte le parti. Eppure. Eppure il nerd è Evan Williams, uno dei fondatori. Il principe è il saudita Alwaleed bin Talal, imprenditore multimilionario. E il pensionato è Steve Ballmer, 59 anni, ex ceo (storico) di Microsoft e 35esimo uomo più ricco al mondo con un patrimonio stimato intorno ai 23 miliardi di dollari.
Da pochi giorni è lui il terzo azionista del social. In barba agli investitori che nell' uccellino azzurro credono poco: Ballmer ha acquisito il 4% delle azioni superando pure il pacchetto del fondatore ed attuale ceo Jack Dorsey (che detiene «solo» il 3% della società che dirige).
Evan Williams Noah Glass Biz Stone
La notizia arriva nell' ennesimo momento difficile di Twitter, inaugurato con il taglio dell' 8% dei dipendenti annunciato nei giorni precedenti dal ceo Dorsey, appena confermato alla testa del social dove era stato «reggente» dopo l' uscita di scena del precedente amministratore delegato Dick Costolo.
Tra le difficoltà che il nuovo ad si trova davanti la riorganizzazione della società è la minore. Lo scoglio più imponente è il bilancio, da sempre in rosso: le ultime trimestrali evidenziano un aumento dei ricavi (+74% tra il primo trimestre 2014 e lo stesso periodo nel 2015 per un totale di 436 milioni di dollari) ma il risultato è sempre negativo.
Tendenze Tanto che le previsioni per l' intero anno sono state riviste al ribasso: ci si aspettava entrate per 2,38 miliardi, ora la cifra è stata abbassata a una forchetta compresa tra i 2,17 ed i 2,27 miliardi.
Rallenta, anche la crescita degli utenti.
A fine 2014 erano 288 milioni, saliti a 302 nel 2015. Ora sono 316, ben lontani dai numeri sfoggiati dai social rivali: Facebook ne ha oltre un miliardo e mezzo, Instagram più di 400 milioni. Sarà difficile, per Twitter, accelerare.
Anche perché le nuove tendenze confermano il predominio del rivale Instagram: secondo un sondaggio della società di analisi Piper Jaffray su 9.400 teenager americani il social più amato è proprio quello fotografico, scelto da un giovane su tre. Twitter finisce secondo con il 20% delle preferenze (seguono Snapchat con il 19% e Facebook con il 15%).
Né la ristrutturazione della società, né il rallentamento della crescita degli utenti e nemmeno il bilancio sempre in rosso hanno fermato Ballmer.
Che abbia ragione lui, a dar fiducia al social che tanti invece considerano in crisi? Devono esserselo chiesto in parecchi. Risultato: subito dopo l' annuncio del suo arrivo tra gli azionisti di peso il titolo è salito del 5% arrivando a 31,34 dollari. Perché quando Ballmer si muove, meglio star attenti a cosa decide di fare.
Tra i suoi investimenti spicca un 4% delle azioni Microsoft, che ne fanno il principale azionista (nell' estate 2014 ha pure sorpassato il fondatore Bill Gates). L' anno scorso aveva celebrato l' uscita di scena da Microsoft (dove era entrato nel 1981 come dipendente numero 30, diventandone ceo nel 2000), comprandosi i Clippers, una delle due squadre professionistiche di basket di Los Angeles.
Per sbaragliare gli avversari - in campo erano scesi vip del calibro della conduttrice tv Oprah Winfrey e del cofondatore di Dreamworks David Geffen - Ballmer aveva utilizzato due ottimi argomenti: un piano di sviluppo della squadra (è pur sempre l' ex ad di un colosso mondiale) e due miliardi di dollari. Il quadruplo del prezzo mai pagato per un club Nba.
Però c' è anche chi si chiede se quella del magnate non sia una mossa azzardata. O, magari, sbagliata. Non sarebbe la prima volta che sorprende con valutazioni del tutto errate. Prendiamo il caso dell' iPhone, per il quale Ballmer nel 2007 preconizzò una mai avvenuta disfatta: «Non c' è alcuna possibilità che riesca a conquistarsi una quota di mercato significativa. Davvero alcuna possibilità». O quello del sistema operativo Android, che nel 2011 definì così complicato da usare da dover essere «un tecnico del computer per farlo».
Così, passato l' entusiasmo iniziale per il suo investimento in Twitter, nei giorni successivi all' annuncio le azioni del social sono scese di nuovo e ora «ballano» intorno ai 30 dollari. Solo quattro dollari sopra il prezzo della discesa in Borsa del novembre 2013.
Mentre il rivale Facebook, che aveva esordito a Wall Street nel maggio 2012, ha già triplicato il valore del titolo: partito con 38 dollari, ora ne vale poco meno di 100. A proposito di Fb: Microsoft aveva tentato di comprarla ed era stato proprio Ballmer, nel 2007, a condurre le trattative (fallite). Però non gli è mai venuto in mente di assicurarsi un pacchetto consistente di azioni come ha fatto con Twitter.
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