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IL DISEGNO DI BERLUSCONI-BOLLORÉ SI COMPIE: IL DISASTRO PREMIUM SUBITO SMOLLATO A CANAL PLUS, TUTTO IL BISCIONE IN MANI FRANCESI NEI PROSSIMI ANNI - IN MEZZO, TELECOM: OGGI LE DIMISSIONI DI PATUANO, CON BOLLORÉ CHE SPINGE PER VENDERE INWIT A BERLUSCONI. OBIETTIVO? UN POLO (CON I SOLDI DELLA CDP) CHE INCLUDA ANCHE LE ANTENNE RAI. LE RETI GARANTISCONO OTTIMI RENDIMENTI E POCHI INVESTIMENTI - STORIA DI VINCENT BOLLORE'

1.TELECOM, TRATTATIVE AVANZATE PER DIMISSIONI PATUANO

 (ANSA) - Trattative avanzate per le dimissioni dell'amministratore delegato Marco Patuano sono in corso. Lo conferma una nota ufficiale di Telecom Italia diffusa su richiesta della Consob nella quale viene comunque indicato che "allo stato non sono pervenute comunicazioni portanti alle dimissioni o alla rinuncia all'incarico''.

marco patuano telecom italiamarco patuano telecom italia

 

"Su richiesta di Consob - è scritto nella breve nota diffusa dopo le indiscrezioni degli ultimi due giorni - Telecom Italia rende noto che sono in corso con l'Amministratore Delegato interlocuzioni volte a definire un'ipotesi di accordo, da sottoporre agli organi sociali competenti, avente ad oggetto la cessazione consensuale delle cariche dal medesimo AD rivestite nel Gruppo. Allo stato, non sono pervenute comunicazioni portanti dimissioni o rinunce alla carica''.

 

2.TELECOM: CORRE IN BORSA SU ATTESA CAMBIO VERTICI

 (ANSA) - Telecom corre in Borsa mentre l'ad Marco Patuano tratta i termini dell'accordo per lasciare la carica. Sulle attese per un ricambio dei vertici il titolo in apertura ha toccato un rialzo del 2% e ora sale dell'1,68%. Occhi anche su Mediaset che sale dell'2,3% sulle speculazioni di un intreccio con Vivendi, azionista di controllo di Telecom.

 

GIUSEPPE RECCHI MARCO PATUANOGIUSEPPE RECCHI MARCO PATUANO

 

3.IL PIANO BOLLORÉ-BERLUSCONI PER PORTARE MEDIASET SOTTO LE INSEGNE FRANCESI

Giovanni Pons e Claudio Tito per “la Repubblica

 

Le tv di Mediaset potrebbero presto finire sotto le insegne francesi. Ed essere inglobate dal colosso dei media Vivendi guidato dal finanziere Vincent Bolloré. Con il governo Renzi in posizione neutrale in quanto non ha intenzione di interferire se si tratta di accordi tra società private e quotate in Borsa.

vincent bollorevincent bollore

 

Secondo fonti attendibili i colloqui delle settimane scorse tra esponenti della famiglia Berlusconi e i vertici della società transalpina avrebbero già portato a un accordo di massima. Uno scambio azionario tra Vivendi e Mediaset sancirà l’accordo tra i due gruppi dei media che a un gradino inferiore si svilupperà attraverso la gestione da parte di Canal Plus dei canali di Mediaset Premium, e a un livello più alto prevede la co-produzione di contenuti di qualità che andranno ad arricchire i palinsesti della nascente piattaforma Over the top (tv via Internet) alternativa a Netflix nell’Europa del Sud.

 

vincent bollore vivendivincent bollore vivendi

Insomma un piano ad ampio raggio che è stato messo a punto da Bolloré, il suo entourage e da Silvio Berlusconi, il quale alla soglia degli 80 anni si è ormai convinto che il futuro di Mediaset non può essere gestito in famiglia (in un primo momento aveva pensato di avviare il negoziato con il suo “amico” Murdoch che però gli ha fatto sapere di volersi concentrare su Time Warner).

 

Proprio le resistenze dei figli a una vendita secca di Mediaset hanno fatto in modo che il passaggio di mano avvenga in modo graduale e progressivo. Ma fin dall’inizio dovrebbero essere messi nero su bianco anche i passaggi successivi che porteranno nell’arco di qualche anno Vivendi a controllare il gruppo del Biscione e la famiglia Berlusconi a detenere un pacchetto importante della società media francese.

alberto nagel bollorealberto nagel bollore

 

Di tutto ciò è stato avvertito il governo di Matteo Renzi, probabilmente da Bolloré in persona in un incontro con il premier italiano svoltosi circa un mese fa mentre per il fronte Mediaset è il presidente Fedele Confalonieri che ha fatto sapere a palazzo Chigi dell’operazione allo studio.

 

L’accelerazione è avvenuta a causa del pessimo andamento dei conti di Mediaset Premium, la pay tv che per fare concorrenza a Sky si è assicurata i diritti della Champions League di calcio per la cifra astronomica di 710 milioni in tre anni. La prevista crescita di abbonati non si sta verificando nei termini sperati e a Cologno Monzese si è acceso l’allarme rosso.

 

TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIATARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA

La possibilità poi che nel prossimo futuro possa prendere piede la tv on demand grazie alle serie tv che Netflix ma anche i grandi aggregatori digitali potranno offrire agli utenti, ha reso la situazione ancora più delicata. Questa situazione è ovviamente nota a Bolloré così come al suo consiglio di amministrazione, poco propensi a un accordo che riguardi solo l’accollo di Premium e delle sue perdite da parte di Canal Plus.

 

Mentre invece c’è più interesse da parte di Vivendi a entrare nel settore della tv italiana “in chiaro” dove Mediaset mantiene una solida quota di mercato nella raccolta pubblicitaria (il 57% del totale). Con Pier Silvio che progressivamente passerà le leve della gestione operativa a un team di manager che abbiano la fiducia dei francesi.

 

SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONISILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI

A lui viene infatti addebitata la costosa scelta per Mediaset di entrare nel mercato della pay tv come secondo operatore, pensando che vi fosse spazio per entrambi. Ma la realtà si è dimostrata diversa e oggi pesa anche la scelta di uscire da Endemol, il produttore di contenuti internazionale che era stato acquistato da Mediaset a metà degli anni Duemila ma con una leva finanziaria troppo esasperata.

 

Il grande disegno Vivendi-Mediaset prevede poi una seconda fase di non secondaria importanza e che riguarda le infrastrutture, cioè le torri di trasmissione del segnale televisivo. Qui il governo farà sentire la sua voce spingendo perchè le torri tv di proprietà di Ei Towers (Mediaset) vengano unite a quelle di Rai Way in un polo che però dovrà essere a maggioranza pubblica, e quindi con l’intervento di un operatore tipo Cassa Depositi e Prestiti o di un fondo collegato a essa. Ma a questo punto il risiko si fa ancora più complicato e chiama in causa anche Telecom Italia, di cui Vivendi controlla la quota di maggioranza relativa, il 24,9%.

Berlusconi e Murdoch a ArcoreBerlusconi e Murdoch a Arcore

 

Telecom un anno fa ha scorporato le proprie antenne di trasmissione in una società chiamata Inwit, l’ha quotata in Borsa e poi ha messo in vendita il 45% del suo 60%. La decisione finale sulla vendita doveva essere assunta giovedì scorso ma il cda ha deciso di prendere altro tempo per valutare meglio le due offerte arrivate, quella di Cellnex- F2i e quella di Ei Towers (Mediaset).

 

E’ possibile che il redde rationem tra l’ad di Telecom Marco Patuano (che oggi dovrebbe formalizzare le sue dimissioni) e gli azionisti di Vivendi sia scattato proprio ora perchè i francesi hanno intenzione di indirizzare meglio la vendita di Inwit, magari proprio nelle braccia della società di Berlusconi.

Berlusconi e MurdochBerlusconi e Murdoch

 

E così il cerchio potrebbe chiudersi, proprio grazie alla presenza su più fronti dei francesi di Vivendi che da una parte comprano Mediaset togliendo le castagne dal fuoco alla famiglia del fondatore di Forza Italia e dall’altra gli assicurano il controllo delle infrastrutture tlc, che come noto sono equiparabili a un bond, producono reddito sicuro e costante nel tempo.

 

Lasciando alla mano pubblica le infrastrutture legate alla televisione ma che sono anche quelle con minori prospettive di sviluppi futuri. Un disegno perfetto, quello di Bolloré e Berlusconi, anche se bisognerà vedere se andrà in porto in tutte le sue parti.

 

 

4.SVEGLIA ALLE 6, MESSA E AMICI GIUSTI L’IRRESISTIBILE ASCESA DI VINCENT

Anais Ginori per “la Repubblica

 

MAGGIO SARKOZY E FAMIGLIA DOPO LA VITTORIA TRASCORRONO TRE GIORNI DI VACANZA SULLO YACHT DELLAMICO BOLLORE MAGGIO SARKOZY E FAMIGLIA DOPO LA VITTORIA TRASCORRONO TRE GIORNI DI VACANZA SULLO YACHT DELLAMICO BOLLORE

Sul cellulare ha messo un contatore per segnare i giorni che mancano al 17 febbraio 2022, quando l’impero di famiglia nato da una piccola cartiera di Quimper, angolo selvaggio della Bretagna, compirà duecento anni. Quel giorno, Vincent Bolloré passerà le redini del gruppo alla settima generazione. Anche il tempo è una variabile da controllare per l’uomo che sta conquistando il Belpaese. «Non capirai mai niente dell’Italia» aveva detto Antoine Bernheim a Bolloré, di cui è stato mentore per trent’anni e che l’ha introdotto a Mediobanca, prima che il suo pupillo organizzasse una congiura per cacciarlo da Generali e smentisse clamorosamente la sua profezia.

 

All’epoca molti dipingevano il finanziere bretone come un raider opportunista. Lui si presentava come un investitore di lungo periodo, ed è stato di parola.

Oggi ha l’8% al pari con Unicredit e partecipa al patto di sindacato di piazzetta Cuccia che raggruppa il 30%. Dall’interno di Mediobanca ha potuto assistere e giocare dietro le quinte ad alcuni passaggi cruciali della finanza italiana, come quando nell’autunno 2007 il suo voto fu decisivo per nominare Franco Bernabè in Telecom, contro il parere di Alberto Nagel e Renato Pagliaro.

SARKOZY E BOLLORE SARKOZY E BOLLORE

 

Corsi e ricorsi. Ora tutti aspettano di sapere chi sceglierà come sostituto di Marco Patuano, se prenderà davvero Flavio Cattaneo, candidato gradito a Nagel e Mediobanca. Dietro le quinte, si giocano partite molto più grandi, dalle trattative con Mediaset a quelle con Orange, controllata dallo Stato francese.

 

In mezzo c’è Vivendi, gigante dell’entertainment (con Canal + e Universal) che Bolloré ha scalato lentamente dal 2012 prima vendendo in cambio di azioni le sue televisioni Direct 8 e Direct Star e poi diventandone padrone assoluto nel giugno 2014. Con lo stesso meccanismo ha conquistato Telecom, mettendo all’asta la brasiliana Gvt controllata da Vivendi, fino a incassare un prezzo mai visto (7,6 miliardi di euro, un valore dimezzato oggi) di cui una parte corrisposta in azioni Telecom che ha incrementato fino all’attuale 24,9%.

PIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERIPIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI

 

Difficile resistere a “Bollo”, come lo chiama il suo entourage. Sveglia alle sei ogni mattina, lavora quindici ore al giorno, va a messa la domenica, evita le mondanità. Il suo carattere forte, autoritario è diventato leggenda.

 

«Vorrei che capiste che non sono uno psicopatico» ha detto ai dipendenti di Vivendi riuniti all’Olympia nel novembre scorso. Bolloré ha fatto uno stand-up di oltre un’ora per mettere a tacere chi lo descrive come il nuovo “censore” dell’informazione in Francia. Giornalisti e autori televisivi raccontano di brutali ingerenze nella linea editoriale, programmi sospesi perché toccano interessi o personaggi a lui vicino, come i “Guignols de l’Info”, storica trasmissione satirica che ha più volte ridicolizzato Nicolas Sarkozy, o inchieste annullate, vedi un documentario sul Crédit Mutuel scomparso dal palinsesto.

 

mediaset vivendimediaset vivendi

Pochi osano parlare male di lui o, peggio, indagare sui suoi innumerevoli affari, soprattutto quelli in Africa, vero giacimento di cash flow della holding e all’origine di molti rumors su presunti legami del gruppo con i servizi segreti. Esiste solo una biografia autorizzata, quella di Jean Bothorel, giornalista economico, bretone pure lui. Rare le interviste, la riservatezza è un dogma in casa Bolloré. Nei salotti parigini fece scalpore il divorzio dalla prima moglie, Sophie Fossorier, negli anni Novanta, dopo una liaison tra Bolloré e la cognata. Poi tutto è rientrato nella normalità, l’imprenditore è sposato con l’ex attrice e romanziera Anaïs Jeanneret.

 

Ei Towers lancia opa su RaiwayEi Towers lancia opa su Raiway

L’asse ereditario è già deciso. La guida del gruppo andrà al primogenito Yannick, 36 anni, attualmente presidente di Havas e sposato con la nipote di Martin Bouygues. Cyrille 31 anni, il più simile al padre fisicamente, segue l’avventura Bluecar ed è designato come il “successore per le attività industriali e logistiche”. Sébastien, il più defilato, è amministratore di Blue Solutions mentre la giovane Marie, 27 anni, è l’ambasciatrice a Milano, catapultata nel cda di Mediobanca.

 

RAIWAY RAIWAY

Alcuni dei progetti di Bolloré in Italia si sono formati a Villa Montmorency, nella gated community più esclusiva di Parigi, dove si concentrano alcune delle grandi fortune di Francia, e dove vive l’amico Tarak Ben Ammar, conosciuto nel 2002 alla proiezione di “Femme Fatale”.

 

È attraverso di lui che si è aperta la trattativa con Silvio Berlusconi, nonostante sia un nemico giurato di Sarkozy. I legami di Bolloré con l’ex Presidente francese sono antichi e noti - tutti ricordano lo yacht prestato per festeggiare la vittoria del 2007 - ma non sarà questo a fermare le discussioni con il Cavaliere. Il finanziere bretone ora ha ottime relazioni con il potere socialista, François Hollande gradirebbe l’operazione Telecom in vista di un avvicinamento con Orange. «Non faccio campagna per nessuno» ha spiegato il presidente di Vivendi ai dipendenti, presentandosi come un battitore libero: Bolloré corre per sé, traguardo nel 2022.

 

RENZI HOLLANDE RENZI HOLLANDE