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1. 2022, UN PRESIDENTE ISLAMICO A PARIGI - NUOVA PROVOCAZIONE DI HOUELLEBECQ
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Nel 2022, François Hollande è ancora all’Eliseo e sta finendo il suo secondo mandato: sorprendente, ma non è questa la scommessa più audace di Sottomissione , il sesto romanzo di Michel Houellebecq che sta per uscire in Francia (il 7 gennaio, per Flammarion) e in Italia (il 15, per Bompiani).
Houellebecq Michel SOTTOMISSIONE
Nel nuovo libro dello scrittore francese contemporaneo più amato e odiato in patria e forse più conosciuto all’estero, la storia è ambientata nel futuro prossimo, in una Francia dove Marine Le Pen è stata sconfitta di misura alle precedenti elezioni ma il Front National continua la sua ascesa. I lepenisti si propongono come l’ultimo baluardo nei confronti dell’islamizzazione della Francia, dove il partito della «Fratellanza islamica» (invenzione di Houellebecq) punta al potere.
Il voto, cruciale, del 2022, vede da una parte il Front National e dall’altra i vecchi partiti agonizzanti, Ps e Ump, alleati con la Fratellanza. Saranno questi ultimi, i musulmani, a vincere: il loro leader Mohammed Ben Abbes diventa presidente della Repubblica francese e nomina, bontà sua, il vecchio centrista François Bayrou come primo ministro.
Nel 2004 Theo Van Gogh realizzò un cortometraggio, con la sceneggiatura di Ayan Hirsi Ali, sul maltrattamento delle donne nell’islam. Sottomissione, era il titolo, traduzione della parola «islam».
Il 2 novembre Theo Van Gogh venne ucciso da Mohammed Bouyeri, un musulmano olandese di origine marocchina. Dieci anni dopo quella vicenda che ha segnato le relazioni fra le comunità e il dibattito sull’integrazione in Europa, ecco una nuova opera intitolata Sottomissione : stavolta non della donna musulmana nei confronti dei famigliari maschi, ma della società intera verso la religione di una parte dei suoi cittadini.
Michel Houellebecq non è nuovo a provocazioni e a profezie, dal turismo sessuale e al terrorismo di massa in Piattaforma ai progressi della biologia e alla clonazione in Le particelle elementari e La possibilità di un'isola , fino alla sua stessa uccisione in La carta e il territorio , il romanzo precedente con il quale nel 2010 ha vinto il premio Goncourt.
Il protagonista e io narrante di Sottomissione è François, 44 anni, un nuovo alter ego di Houellebecq che riprende alcuni tratti dei predecessori: la depressione, la passione per il sesso che svanisce appena l’oggetto dei desideri mostra i segni dell’età, il dispiacere di fondo di essere venuto al mondo.
François è un docente universitario che ha dedicato la prima parte della sua vita allo studio di Joris-Karl Huysmans e in particolare del suo capolavoro, A ritroso . Prosegue nell’esistenza camminando perplesso nella Chinatown del XIII arrondissement di Parigi (quartiere molto frequentato da Houellebecq), stupito per l’enorme capacità di lavoro degli immigrati cinesi, ed esita appunto a sottomettersi, quando la sua università Paris III diventa «Université islamique de Paris-Sorbonne» e gli viene chiesto di convertirsi all’islam.
Se torniamo alla Francia di oggi, reale, quella di un presidente François Hollande al primo mandato che ha appena pronunciato un importante discorso sull’immigrazione come ricchezza e dove la personalità politica in indiscussa ascesa è Marine Le Pen con la sua battaglia contro l’«invasione islamica», si capisce perché dell’atteso romanzo di Houellebecq si discute già adesso, a molte settimane dalla sua pubblicazione.
Nel 2001 lo scrittore francese venne processato e assolto per avere definito l’islam «la religione più stupida» nel corso di una intervista notturna e non troppo soppesata alla rivista Lire . La ministra della Cultura francese Fleur Pellerin, nota per non avere tempo di leggere libri, ha dichiarato che per il romanzo di Houellebecq farà un’eccezione.
2. I FANTASMI DEL FRONT NATIONAL E DELLA DEMOCRAZIA
Fabio Gambaro per “la Repubblica”
Romanzo d’anticipazione e di riflessione politica, profezia di un terremoto culturale e di una deriva religiosa ineluttabile, il nuovo romanzo di Michel Houellebecq sembra dare a corpo ai fantasmi che oggi ossessionano più o meno apertamente una parte della società francese: la paura dell’islam e il rischio che la cultura musulmana a poco a poco soppianti la vecchia tradizione occidentale cristiana, ma anche la dimensione laica di una società figlia dell’illuminismo.
È questo il messaggio di Soumission, il suo nuovo polemico romanzo, che fin dal titolo evoca il destino di una Francia in stato di decomposizione, incapace di resistere all’egemonia culturale, politica ed economica del mondo musulmano. Per il romanziere, il modello sociale francese è ormai agli sgoccioli, tanto che nel giro di qualche anno il suo sistema democratico verrà probabilmente travolto dall’onda lunga dell’islamismo.
Ancora una volta, insomma, l’enfant terrible della letteratura francese contemporanea gioca la carta della provocazione, spiazza il lettore sbattendogli in faccia le sue paure. Pagina dopo pagina, sfrutta a fondo la sua idea di letteratura a base di analisi sociologiche, considerazioni politiche e digressioni letterarie, proiettando il tutto sull’orizzonte prossimo venturo del 2022, alla fine di un ipotetico secondo mandato di François Hollande.
Houellebecq descrive la “socialdemocrazia agonizzante” e la crisi economica che mina il paese mentre le periferie delle città sono sconvolte da una sorta di guerra civile latente tra i giovani immigrati musulmani e i militanti bianchi del Blocco identitario. Guerra civile sui cui però i media hanno decretato il black out per paura di favorire i successi elettorali del Fronte Nazionale, ormai primo partito di Francia con il 32% dei voti.
Su questo scenario si muove il protagonista, un quarantenne abulico e senza ideali, professore di letteratura francese all’università e grande specialista di Huysmans, l’autore di Controcorrente . Come molti della sua generazione, vive una vita fatta di solitudine e cinismo, siti porno e incontri occasionali via internet. Mentre osserva l’evoluzione politica, porta avanti stancamente le sue lezioni e intanto ha una relazione con una studentessa ebrea, Myrian, che però lo lascia per seguire i genitori fuggiti in Israele, terrorizzati dall’antisemitismo dei musulmani sempre più presenti nella società francese.
Tra un riflessione sull’opera di Huysmans e un’analisi disincantata delle trasformazioni sociali, il protagonista assiste sconcertato ai risultati delle elezioni presidenziali, che producono il panico nel mondo politico francese. Marine Le Pen, arrivata in testa al primo turno, viene infatti battuta al ballottaggio da Mohammed Ben Abbes, il candidato della Federazione Musulmana, a cui si sono alleati sia i socialisti che i rappresentati della destra classica.
Una vittoria che avrà conseguenze decisive sulla vita del paese, dato che nei mesi successivi l’università verrà islamizzata, la poligamia diventerà legale, molte donne lasceranno il mondo del lavoro e nelle strade spariranno le minigonne lasciando il posto al velo islamico. Tali trasformazioni saranno però accettate passivamente senza reazioni particolari da parte della società francese. Anzi, paradossalmente, nelle pagine di Houellebecq, la Francia islamizzata ritrova “un ottimismo che non aveva più avuto dai tempi del boom economico”. Come se la sottomissione all’islam fosse alla fine l’unica soluzione possibile.
Una sottomissione politico-religiosa che peraltro il romanziere associa alla sottomissione sessuale della donna che trae piacere dal dominio maschile, come conferma l’elogio del romanzo erotico Histoire d’O in una pagina chiave del romanzo. E che la sottomissione sia ormai l’unica prospettiva di una Francia decaduta lo conferma il fatto che perfino il protagonista alla fine accetterà una simile prospettiva, ultima spiaggia di una sopravvivenza possibile.
Soumission è dunque un romanzo sul fantasma della colonizzazione musulmana che già oggi alimenta il voto all’estrema destra ed è spesso denunciato da molti commentatori, nei confronti dei quali però il romanziere si mostra sprezzante. Li considera infatti “gli ultimi sessantottini, mummie progressiste morenti, sociologicamente esangui ma rifugiate nelle cittadelle mediatiche da dove riescono a lanciare le loro imprecazioni contro la sventura del nostro tempo”.
Come nei romanzi precedenti — dalle Particelle elementari alla Carta e il territorio — lo scrittore francese scava nella crisi del mondo occidentale, ne denuncia la decadenza e il vuoto etico-esistenziale, nonché i rischi a cui secondo lui va incontro. Con la sua scrittura piatta e realistica, ma sempre capace di mettere a nudo le contraddizioni più dolorose, Houellebecq descrive senza prendere le distanze, senza giudicare e rifiutando ogni atteggiamento politicamente corretto. È anche per questo che la sua fantapolitica allarmista rischia di suscitare una valanga di polemiche.
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