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Aldo Grasso per il "Corriere della Sera" - In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel
Tra disorientamento, sfiducia e disinteresse. Per capire un po' lo stato d'animo del Paese in questa ennesima fase di turbolenza politica, basta dare un'occhiata ai consumi del mezzo d'informazione e intrattenimento egemone, la tv. Giovedì sera, per esempio, dopo l'annuncio della «staffetta» al governo e la decisiva direzione del Pd, quasi un terzo dell'Audience ha preferito rifugiarsi nel rassicurante «Don Matteo»: 8.292.000 spettatori per il primo episodio, top della settimana, con uno share del 28,4% (che sale oltre il 30% per il secondo episodio).
L'offerta politica è coperta da «Servizio Pubblico» di Michele Santoro, su La7, miglior programma della rete, ma solo per 2.368.000 spettatori (10,3%). à dall'inizio della stagione che la pop-politica televisiva ha il fiato corto: il talk show resta (col telegiornale) il genere centrale per la comunicazione politica, ma lo spettacolo sembra avvincere un pubblico meno vasto rispetto al passato. Quest'anno Michele Santoro si ferma a una media di 2.344.000 spettatori, per una share del 10,5%.
L'anno scorso c'erano circa 700 mila spettatori medi in più (e una share del 13,4%). Il miglior talk in termini Auditel resta «Ballarò», fermo quest'anno a 3.477.000 spettatori, 13,7% di share, tre punti in meno dell'anno scorso.
A seguire i talk sono sempre più i «fan» della politica: uomini, con più di 50 anni e un'istruzione medio-alta. Il destino dei tanti talk in onda è simile; cresce lievemente la «Gabbia» di Gianluigi Paragone (4,1% di media) cavalcando però con spregiudicatezza il populismo grillino-leghista. Intanto Matteo Renzi sale al vertice dei personaggi politici più citati e intervistati nei Tg (22 ore dall'inizio dell'anno) e nei programmi d'informazione (15 ore).
Terence Hill in Don Matteo
3 don matteo terence hill
MICHELE SANTORO PRIMA E DOPO LA TINTA
Giovanni Floris e Elsa Fornero
RENZI E LETTA
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