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CAFONALINO WAGNERIANO – SANTA CECILIA FA ANCORA MIRACOLI: ‘’LA VALCHIRIA’’ DI RICHARD WAGNER, UNITA ALL’ARTE ORCHESTRALE DI DANIEL HARDING, TRASFIGURANO PERFINO LA ROMA GODONA E POTENTONA IN UNA MAGICA SALISBURGO (L’ULTIMO ATTO È UNA SCALA PER IL PARADISO) – IN PLATEA, TRA KATHARINA WAGNER E NICOLA PIOVANI, AUGIAS E VESPA, GIANNI LETTA E RAFFAELE RANUCCI, BRILLAVA NICOLA COLABIANCHI: CHISSÀ SE IL SOVRINTENDENTE DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA AVRÀ NOTATO L’ABISSO CHE SEPARA LA BACCHETTA DI HARDING DA QUELLA DI UNA ‘’BEATROCE’’ VENEZI…

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katharina wagner

1. EMOZIONI RIBELLI SULLE NOTE DI WAGNER 

Valentina Venturi per “il Messaggero – Cronaca di Roma” 

 

Tutto esaurito da tempo come un concerto rock allo stadio. Invece a rendere la presenza del pubblico così numerosa e calorosa è stata la "Valchiria" di Wagner. Per l'inaugurazione della stagione di concerti a Santa Cecilia nel pubblico non ci sono stati tentennamenti, ma solo voglia di apprezzare dal vivo l'esecuzione del direttore musicale dell'Accademia Daniel Harding.  

 

Tra i primi ad arrivare il compositore Nicola Piovani e gli habitué Corrado Augias, Anna Maria Benedetti Gaglio, Federica Cerasi Tittarelli, Serena Bortone, Luigi Lo Cascio, Roberto D'Agostino, Vittorio e Mimma Di Paola, Marilù Gaetani d'Aragona e il presidente di Romaeuropa Guido Fabiani.

 

daniel harding 3

Massimo Biscardi, presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, ha accolto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Raffaele Ranucci, Ad Musica per Roma, oltre a Thomas Bagger ambasciatore della Germania e al vice presidente dell'Accademia di Santa Cecilia Gianni Letta giunto con la moglie Maddalena.  

 

Emozione all'arrivo di Katharina Wagner, regista e pronipote di Wagner, mentre approfittavano di qualche momento di anticipo per scambiare qualche parere Fabrizio Grifasi direttore generale Festival Romaeuropa e Claudia Mazzola presidentessa di Musica per Roma.

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Ecco prendere posto Fulvio Macciardi sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli, Nicola Colabianchi, sovrintendente Teatro La Fenice di Venezia, David Paul Reynold Massey, Francesca Cappelletti direttrice Galleria Borghese, il giornalista Bruno Vespa e Carlo Fuortes, sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino.  

 

Applausi scroscianti per Harding: è stata la sua prima occasione di confronto con la Valchiria, prima d'ora non aveva mai avuto l'occasione di dirigerla oltre ad aver riportato a Roma una produzione che, in forma scenica, era assente dal 1961. La recita sarà trasmessa in tv il 30 ottobre alle 22.30 su Rai Cultura.  

richard wagner 4

 

2. UMANO, MAI TROPPO UMANO. WAGNER E IL DOLORE DI DÈI ED EROI OLTRE IL MITO 

Mario Leone per “il Foglio” 

 

Mancava a Roma dal 1961, quando al Teatro dell’Opera fu presentata l’intera tetralogia dell’Anello del Nibelungo in forma semi-scenica. L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha deciso di riproporre questo grande viaggio musicale che si svilupperà fino alla stagione 2028/2029: un’impresa che non ha spaventato i vertici ceciliani, spinti anche dalle richieste del pubblico romano che ha esaurito le tre repliche dimostrando che Roma, quando vuole, sa anche ascoltare i suoi dèi in tedesco.

 

valchiria 42

 

 

 

 

Così la stagione si inaugura con un’attesa ancora più marcata: per la prima volta Daniel Harding dirige La Valchiria in una Sala Santa Cecilia completamente trasformata dalle scenografie di Pierre Yovanovitch e dalla regia di Vincent Huguet. 

 

La Valchiria è certamente l’opera più popolare della tetralogia: affascinante e di grande potenza emotiva, probabilmente quella che meglio coglie la visione del mondo di Wagner. 

 

raffaele ranucci - ROBERTO D AGOSTINO

E’ qui che il conflitto tra legge divina e compassione umana, la tensione tra potere ed empatia e la possibilità di salvezza attraverso l’amore si manifestano con particolare chiarezza. Sono molti i fili che si intrecciano nella partitura, non tanto a livello di trama quanto nel viaggio interiore che ogni personaggio è chiamato a compiere. Un percorso segnato dal dolore, come spiega Wagner in una lettera alla principessa Sayn-Wittgenstein, sua amica:

 

“Trovo il soggetto di Die Walküre troppo doloroso: non c’è davvero uno dei dolori del mondo che l’opera non esprima, e nella forma più straziante; giocare artisticamente con quel dolore si sta vendicando su di me: mi ha fatto ammalare più volte, tanto da dover interrompere completamente il lavoro”. 

 

Centrale è la figura di Wotan – a Roma un veterano come Michael Volle regge bene le fatiche della parte – che prende consapevolezza di come tutti i suoi sforzi portino solo a un profondo senso di dolore, abbandono, ma soprattutto di perdita.

pietro e rosellina salini

 

Wotan è costretto a rinunciare alla cosa più preziosa che abbia al mondo: Brünnhilde (una Miina-Liisa Värelä, al debutto nella parte, che nonostante qualche piccola indecisione resta fedele all’indole pasionaria del personaggio).

 

Sembra una sconfitta amara: Siegmund, il figlio amato, è morto (il tenore Jamez McCorkle è la voce che ha meno convinto per intensità e capacità di rendere le sfumature del personaggio), la figlia prediletta è bandita per sempre e i suoi piani – creare un eroe capace di riconquistare l’anello e restituirlo alle Figlie del Reno, salvando così gli dèi – sono andati in frantumi. 

 

In Valchiria tutto accade nella narrazione e non in scena, e di questa fa parte anche l’orchestra che è ovviamente in vista e diventa descrittiva del livello più intimo dei personaggi.

 

Gianni e Maddalena Letta

Qui la mano di Harding è evidente: cura dei dettagli, controllo di ogni aspetto, fraseggio ricco, articolazione delle frasi musicali mai casuale, gestione equilibrata delle transizioni e l’intuizione di rendere la compagine parte integrante dell’impianto drammaturgico.

 

Forse manca un po’ l’aspetto “epico” (nel segno di una certa tradizione): in alcuni momenti si sarebbe potuto enfatizzare, spingere di più a livello di massa sonora, ma questo avrebbe aumentato lo sforzo già gravoso di un cast vocale chiamato a cantare dietro l’orchestra, dovendone attraversare il muro sonoro. 

 

Sono tanti gli spunti che una prima wagneriana offre. Non vorremmo dimenticare uno dei più sottolineati anche dalle scenografie di Yovanovitch: l’umanizzazione dei personaggi che, lentamente, scendendo dalla scalinata, mostrano il loro lato mutevole, diviso tra legge e dovere, giustizia e compassione.

Corrado Augias

 

Wagner scava perché attratto dall’umano, dalla ricerca del suo aspetto “puro”, non corrotto dal tempo. Il nazismo, appropriandosene, ne farà un manifesto depravato e fuorviante, ma questo non è l’argomento del nostro dire.

 

Dentro questi fallimenti Sieglinde (il soprano Vida Mikneviciute è la regina indiscussa della serata) partorirà Siegfried che si rivelerà l’eroe di cui gli dèi hanno bisogno. Lo vedremo nelle prossime inaugurazioni, avendo fino ad allora tutto il tempo necessario per essere consapevoli di quanta bellezza ci sia in opere come questa. 

daniel harding

 

bruno vespavalchiria 53Monique Veautedino trappettinicola piovanivalchiria 51innocenzo cipolletta e anna boccacciofederica cerasi tittarellivalchiria 52Daniel Hardingrichard wagner 3serena bortonepiergiorgio romiti e signoragiovanni aldobrandinidaniel harding 1valchiria 3daniel harding 2valchiria 1Maria Teresa Venturini FendiLuigi Lo CascioGiuseppe CafieroTiziano OnestiRoberto Gualtieri e Massimo Biscardigianni lettavalchiria 44valchiria 2ROBERTO GUALTIERI - Massimo Biscardi - 1valchiria 50eduardo russo e laura nobilevalchiria 56claudia mazzola francesco giambrone e massimo biscardivalchiria 46marilu gaetani d aragonacarlo fuortes