michieletto vedova allegra

‘’LA VEDOVA’’, CON MICHIELETTO, È FINALMENTE “ALLEGRA” - IL PIÙ INNOVATIVO DEI REGISTI D’OPERA ITALIANI TOGLIE LA NAFTALINA NON SOLO LA VILLA ARZILLA DI LEHÁR MA SPAZZA ANCHE L'INTELLETTUALISMO SNOBISTICO – AMBIENTATA NEGLI ANNI ’50 TRA BALERE E BANCHE, SPAZZA VIA TUTTI I GENERI TEATRALI PER APPRODARE A UN TEATRO FLUIDO, MULTITASKING, LABIRINTICO DOVE TUTTI FANNO TUTTO, BALLANO CANTANO E RECITANO - VIDEO

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Andrea Penna per “la Repubblica”

 

Michieletto

La Vedova Allegra di Lehár, fra i capolavori dell' operetta viennese, è un titolo da sempre molto popolare a Roma eppure nuovamente un debutto: nel teatro della capitale da domenica si ascolterà infatti per la prima volta Die lustige Witwe, l' originale tedesco, dopo tante storiche recite in italiano, anche con interpreti famose, prima fra tutte Raina Kabaiwanska. Il tedesco è stata una delle condizioni richieste anche da Damiano Michieletto, che ha creato alla produzione alla Fenice di Venezia, in coproduzione con Roma.

 

Michieletto vedova allegra

«L' operetta va rispettata esattamente come l' opera, proponendola nella lingua originale»," spiega il regista, visibilmente contento di essere alla quarta stagione di impegno consecutivo con l' Opera di Roma. «Come non si dovrebbero doppiare i film trovo anacronistico mutare la lingua dell' operetta - continua - quasi a sminuirne il valore, oltre al fatto che alcune frasi restano intraducibili». Come già a Venezia il principale cambiamento resta l' ambientazione nell' Italia del boom economico.

 

la vedova allegra

«Ho sempre trovato il clima dell' ambasciata un po' sterile, almeno per la mia fantasia. Ho rispettato la coerenza dei principali appuntamenti drammaturgici - precisa Michieletto - ma pur mantenendo l' atmosfera frizzante dell' operetta, ho voluto concentrare l' attenzione sul cuore della vicenda. ovvero sui soldi; è la storia di una bancarotta e per questo l' opera è ambientata, a parte i passaggi in balera, in una banca. Una banca di provincia, una di quelle che negli anni '50 in Veneto, il mondo che conosco meglio, era l' altro riferimento incrollabile nella fiducia dei cittadini dopo la chiesa». Un curioso salto all' indietro nella storia sociale d' Italia che però incrocia anche l' attualità politica di questi giorni.

la vedova allegra

michieletto

 

L' opera avrà le scene inventive e raffinate di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e un direttore giovane, stessa generazione di Michieletto, Costantin Trinks. Al debutto romano Trinks, carriera in ascesa soprattutto nei teatri austro-tedeschi non considera l' operetta viennese da meno delle opere di Strauss e Wagner, impostazione che chiede molto a un cast giovane, in cui spiccano una Hanna Glawari spumeggiante di Nadja Mchantaf, il barone Mirko Zeta di Antony Michaels Moore, la Valencienne di Adriana Ferfecka e il Danilo di Paolo Szot. Tanti i giovani del progetto Fabbrica dell' Opera di Roma nelle parti di fianco, tutt' altro che semplici. Dopo la prima cinque recite fino a sabato 20 aprile.

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