DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. DAGOREPORT
Porta a casa ottimi ascolti (10/12%) ma una puntata di Santoro costa la bellezza di 400 mila euro pur avendo ridotto al minimo i servizi esterni dell'era Rai. Il suo dirimpettaio Formigli costa a Telecom Media Italia invece 260 mila euro a botta. Con Gad Lerner si dimezzano non solo gli ascolti ma anche i costi: 114.634. Chissà perché il solito programma con intervista vede Lillibotox gravare la metà (13.455) del duo Porro/Telese (29.487), ottenendo il doppio degli ascolti. Per confezionare ogni settimana la vis satirica di Crozza occorre accantonare 340.476 mila euri.
Le dolenti note, confrontando costi e ascolti, arrivano invece con la celebrata Cristina Parodi. Pronosticata come sicura trionfatrice della fascia pomeridiana, raggranella un mignolo di Auditel ma costa 58.408 euro. Ma il fondo lo si tocca con il duplex Gianfranco Vissani/Lady Mentana che con il loro disastroso programma di cucina presentano un conto dopo ogni puntata di 96.000 euro.
L'unico che richiede davvero una colletta, rispetto agli altri, è il TG di Mentana: 21.250 al giorno. La metà quasi di quanto costano le battutine di Geppi Cucciari: 39.636. Bene, la redazione del TgLa7 è la più penalizzata. Ad esempio, da fine agosto è stata segata l'edizione della notte, che potrebbe incidere in prospettiva sull'organico del Tg.
2. I COSTI DEI PROGRAMMI DE LA7
PRESENTATORE - COSTO TOTALE - COSTO A PUNTATA
Crozza - 14.300.000 - 340.476
Cristina Parodi - 11.681.500 - 58.408
Geppi Cucciari - 10.900.000 - 39.636
Enrico Mentana - 10.200.000 - 21.250
Michele Santoro - 9.200.000 - 400.000
Corrado Formigli - 6.500.000 - 260.000
Myrta Merlino - 6.400.000 - 16.203
Benedetta Parodi - 4.787.000 - 28.159
Gad Lerner - 4.700.000 - 114.634
Lilli Gruber - 3.700.000 - 13.455
Gianfranco Vissani/Michela di Rocca Padula - 2.400.000 - 96.000
Luca Telese/Nicola Porro - 2.300.000 - 29.487
2- CRISTINA PARODI IN MEZZO AL GUADO
Aldo Grasso per Corriere.it
Confesso che appena è apparso Raffaele Morelli, con quella sua arietta da guru della mutua, la prima tentazione è stata quella di cambiare canale. Poi, il senso del dovere ti frega sempre. Come va il «Cristina Parodi Live»? I risultati d'ascolto finora non lo premiano, ma più ancora è difficile trovarvi un'identità : si passa dal giornalismo «serio» che affronta la politica italiana con Gianni Barbacetto e Alessandro Milan (il volto delle voci radiofoniche è sempre molto diverso da come uno se lo immagina) alle notizie nostalgiche di Paolo Limiti, da un'intervista a tutto tondo sulle mille attività di Enrico Ruggeri ai tristissimi collegamenti via web (La7, dal lunedì al venerdì, ore 14).
Difficile immaginare che tipo di audience La7 è in grado di offrire a Cristina Parodi (anche se la regola in tv è che i numeri bisogna conquistarseli). Non è, ovviamente, il pubblico molto popolare che segue Mara Venier o Barbara D'Urso, cui vengono somministrate dosi da cavallo di tv trash, cronaca nera, tv del dolore, ecc. Ma non è nemmeno un pubblico più avvertito cui la giornalista vorrebbe rivolgersi (a quell'ora ha altro da fare), forte del suo passato al Tg5.
Così Cristina Parodi resta a metà del guado, impantanata. Come se fornisse un prodotto più importante e ricco del pubblico di riferimento. Il «Cristina Parodi Live» è un misto di informazione del vecchio «Verissimo», del nuovo factual alla «Real Time». Forse sedici autori sono troppi, ognuno tira dalla sua parte, se non c'è chi tiene insieme il tutto. Né l'aiuta la presenza in studio del fidanzato di Geppi.
La mia idea è che le due sorelle, Benedetta e Cristina, dovrebbero unire le forze e trasformare il lungo pomeriggio de La7 in una sorta di «casa Parodi», coinvolgendo le famiglie vere e quelle in visita: più sitcom che talk, più la divertente sventatezza di Benedetta che la seriosità di Cristina.
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