DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
Carlo Moretti per “la Repubblica”
L' Elvis d' Italia ha cantato dodici volte al Festival di Sanremo e vinto due edizioni, nel 1965 con Se piangi se ridi e nel 1969 con Zingara . Ma il successo più grande Bobby Solo l' ha ottenuto a soli 18 anni, nel 1964, con Una lacrima sul viso , esclusa dalla gara perché eseguita in playback a causa di un' improvvisa afonia.
Era il suo primo Festival, come andò?
«Il primo giorno, ascoltando alle prove gli artisti americani, mostri come Paul Anka e Frankie Avalon, mi sentii una nullità e persi completamente la voce. Un fatto psicologico, non un mal di gola come si disse.
Mi salvò Vincenzo Micocci, discografico della Ricordi, un papà per me. Impose il playback agli organizzatori e mi garantì almeno l' esibizione.
Fu un successo, in un giorno la Ricordi ricevette ordini per 300 mila copie: in albergo dormivo in un sottoscala ma il giorno dopo mi trasferirono nella suite, dalle stalle alle stelle.
La voce a quel punto era tornata, però Micocci mi disse: "Fai finta di essere ancora afono, in playback il suono è perfetto"».
Si dice che lei si scusò con il suo manager, Gianni Ravera.
«Sì, ma Ravera non se l' era presa, soprattutto perché non immaginava che in tre mesi avrei venduto 2 milioni di copie e poi 12 milioni nel mondo. Dopo il festival mi vendeva a cifre molto alte, il corrispettivo di 30 o 40 mila euro di oggi a serata.
Ravera alzava continuamente il prezzo, ricordo un impresario di Modena, Onelio Barbati, era del Pci, che mi doveva far fare 40 serate e mi disse: "Se quando arrivi al locale di Riccione non firmi al prezzo basso che abbiamo concordato, ho tre uomini che mentre sei sul palco ti riempiono di cacca di vacca". E lo avrebbero fatto. Firmai».
Erano gli anni del Cantagiro.
«A Catania capii il potere e il carisma di Celentano. Lo spettacolo era in ritardo e l' organizzatore Ezio Radaelli non riusciva a tenere a bada la folla, tiravano sacchi di terra sui musicisti dell' orchestra: sul palco salì Adriano con la maglietta tre bottoni, i pantaloni bicolore e le scarpe tartarugate: fece un cenno come un profeta, "Sedetevi", e tutti i 30 mila si sedettero.
Era magnetico. Siamo stati molto amici, soffriva di insonnia, quando abitava a Roma veniva a notte fonda a casa mia con la Ford Mustang rosa di sua moglie Claudia, ci davamo appuntamento alle 2 di notte di fronte a una farmacia all' Eur. Una sera entrammo e lui, come fosse un bar, mi guardò e mi chiese: "Uè, cosa prendi, un Cebion o un Agrovit?"».
Sui giornali impazzava la sua rivalità con Modugno.
«Un' invenzione, finta anche quella con Little Tony, con cui condividevo Elvis. Per il mio primo Festival mia madre mi aveva dato 10 mila lire e dovevano bastare per pranzi e cene. Quando Tony vide il ciuffo alla Elvis e mi sentì cantare, mi adottò come un fratello maggiore, mi portava in tutti i più grandi ristoranti con la sua Jaguar E color verde bottiglia. Ha sempre pagato tutto, non sono mai riuscito in tutta la mia vita a pagare io per lui. Nel 2003, quando tornammo al Festival in coppia, i paparazzi ci seguivano come fossimo due star di Hollywood, ci divertimmo molto».
Nel '67 tornò al Festival con "Canta ragazzina", fu l' edizione segnata dal suicidio di Luigi Tenco.
«Rimasi scioccato, ci precipitammo all' Hotel Savoy con Lucio Dalla ma la polizia ci allontanò. Fu un' edizione difficile, i cantanti erano sconvolti, qualcuno diceva che non si era trattato di un suicidio».
Lei quell' anno si esibiva in coppia con Connie Francis.
«Concetta Franconero, un' italoamericana. Fece poi anche una versione di Zingara , non parlava bene l' italiano e in studio di registrazione, a New York, qualche italoamericano burlone gli suggerì di pronunciare "prendi questo in mano, zingara". Si sente distintamente, quando l' ho ascoltato non potevo crederci».
Nei suoi primi Festival lei cantò in abbinamento anche con Frankie Laine, con gli Yarbirds, con i Minstrels.
«Per familiarizzare con gli Yardbirds, la Ricordi mi mandò al Mayfair di Londra, un hotel di lusso, per 10 giorni prima del Festival. Andavamo avanti a whisky, feci amicizia con Jeff Beck che mi insegnò ad arpeggiare in finger picking. I coristi dei Minstrels erano Barry McGuire, Kenny Rogers e Kim Carnes, in hotel a Bordighera cantavamo le canzoni dei cowboy fino alle 4 di mattina. Ero felicissimo».
Ha guadagnato tanto nella sua carriera?
«Non quanto si è detto. Passai a mia madre i 70 milioni di lire che la Ricordi mi dette nel '67 per il rinnovo del contratto ma lei li perse in un investimento sbagliato. Diciamo che non me la passavo male: tra il '64 e il '68 ho cambiato 47 automobili, allucinante».
Negli anni 70 due volte al Festival, poi il silenzio per quasi 10 anni.
«Era cambiata l' aria, andavano di moda i gruppi inglesi, noi venivamo percepiti come il passato. Successe anche a Gianni Morandi, che studiò contrabbasso, e a Gino Paoli che si era messo a fare il night. Io aprii una sala di registrazione. In quel periodo il manager Willy David di me disse: "Un' aquila con l' ala spezzata vola all' altezza di una gallina, ma una gallina non volerà mai all' altezza di un' aquila". Lo considero ancora il più bel complimento mai ricevuto».
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Oggi si parla delle truffe da lei subite sui diritti d' autore.
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«Sono grato agli avvocati che controllando i miei contratti con varie case discografiche hanno scoperto terribili anomalie, un milione di truffe. E non solo in America».
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