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Lady Coratella per Dagospia
Camillo Langone sul ''Foglio'' ha fatto a pezzi chef, masterchef, Crik-Crok Cracco, cucine da urlo, critici gastronomici e compagnia cantante. Tutti nel tritacarne, e via! Botte da orbi, nessuno escluso e come dargli torto? Ha ragione da vendere, facciamo lo sforzo di ammetterlo. Certo, la mannaia di Valerio Massimo Visintin, il critico mascherato, è tutta un'altra storia per stile, ironia e sagacia, ma Langone ha fatto centro e il suo vademecum non sbaglia un colpo.
Se la prende con le liste di attesa per avere un coperto da Crick-Crock Cracco, Oldani o Cannavacciuolo, con la filosofia più scritta che pensata, del sito di Perbellini che non è Platone. Non risparmia il maiale iberico, le salsiccette NY style e i cous cous proposti nel ristorante "con forte legame al territorio" di Joe Bastianich a Cividale del Friuli.
Spiace dirlo ma è così. Langone non sbaglia e lo sciame che procede in adorazione semi eucaristica appresso alle star della cucchiarella, paga conti salatissimi.
Ma la critica gastronomica ha una forte responsabilità, perché se Cannavacciuolo riempie gli stadi e per mangiare da Bottura dovete aspettare le calende greche - che non esistono, proprio come un tavolo disponibile all'Osteria Francescana - buona parte della colpa è di chi, da un certo momento in poi, ha deciso di inserire i cuochi nel calendario dei Santi e le stelle Michelin sulla capanna del presepe.
Era la fine degli anni Novanta e un ex lavapiatti spagnolo di nome Ferran Adrià, in odor di santità, spandeva sull'intero globo gli effetti contagiosi, quasi epidemici, della cucina molecolare nata da poco. Le guide di settore fecero il resto, fu un successo planetario. La Nouvelle Cuisine due decenni prima non arrivò a tanto, fu sputtanata per tempo, tolse il disturbo, quei dettami perentori un po' tronfi - a tratti bizzarri quanto il veganismo - per finire sul banco frigo del supermercato.
ferran adria cucina molecolare
Da Adrià in poi, passate anche le manie molecolari, lo chef è diventato una figura accostabile a un bravo cardiochirurgo per prestigio e utilità sociale. E la gente si mette in fila per stringergli la mano, riempie gli stadi, guarda Masterchef, vorrebbe sposare Carlo Cracco e iscrive i propri figli a scuole di cucina che costano 18.000 euro.
Oggi la critica gastronomica è popolata per lo più da una banda di scrocconi e blogger aspiranti guru, disposti a dire bene perfino della propria suocera in cambio di una cena gratis da uno stellato qualsiasi. Eppure il settore tira di brutto, avranno ragione loro.
CRACCO CUCINA IL PICCIONEMASTERCHEF - CRACCO BARBIERI BASTIANICH CANNAVACCIUOLOcannavacciuolo stadio olimpicoTRE GRANDI CHEF DAVIDE OLDANIFILIPPO LA MANTIA E ALESSANDRO BORGHESE massimo botturaBOTTURA 2cannavacciuolo stadio olimpico 5cannavacciuolo stadio olimpico 6masterchef cannavacciuolo cracco
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