FLASH! - RUMORS ALLA FIAMMA (GIALLA): IL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, ANDREA DE…
Fulvia Caprara per “la Stampa”
Un presidente di giuria, Alfonso Cuaron, che torna al Lido pieno di bei ricordi, visto che Gravity, il suo film premiato con sette Oscar, era stato presentato in anteprima alla Mostra, con gran successo, nel 2013.
Una madrina di raffinata bellezza come Elisa Sednaoui che ha già fatto mettere tra parentesi il suo passato di top model, debuttando nella regia con un documentario ancora inedito, Image Of a Woman, e dedicandosi alla fondazione che porta il suo nome e si occupa di promuovere l’educazione dei giovani residenti nelle aree dell’Egitto più rurale.
Un film d’apertura, Everest, diretto da Baltasar Kormakur, ispirato all’impresa delle due spedizioni che, pur di raggiungere la cima della montagna più alta del mondo, affrontarono terribili pericoli e spaventose tempeste di neve. Il profilo della prossima Mostra del cinema di Venezia (2-12 settembre), diretta da Alberto Barbera e presieduta da Paolo Baratta, è già in parte delineato.
C’è il contorno, ma manca il piatto forte, cioè i film che parteciperanno alla gara per i Leoni, ormai già selezionati e ora in attesa di presentazione ufficiale, nella conferenza stampa fissata per il 29. Quali saranno? E, soprattutto, quale sarà il filo conduttore della rassegna, l’idea di cinema indicata dal suo direttore?
Della squadra italiana, dopo l’exploit al Festival di Cannes, con tre titoli in concorso, si dice che dovrebbe fare sicuramente parte la nuova opera del maestro Marco Bellocchio, Sangue del mio sangue. Al centro del racconto, in un’atmosfera a metà tra storico e fantastico, Alba Rohrwacher nei panni di un’ambigua nobildonna del diciassettesimo scolo, divenuta suora e poi amante, prima del giovane militare Federico, e poi del suo gemello prete.
L’altro favorito per la gara è L’attesa dell’esordiente siciliano Piero Messina, cronaca della convivenza, in totale isolamento, in una villa dell’entroterra siciliano, di due donne, Juliette Binoche e Lou de Laage, che aspettano Giuseppe, figlio della prima, fidanzato della seconda: «La loro attesa si trasforma, giorno dopo giorno, in un misterioso atto di amore e di volontà».
Tra gli italiani in rotta verso la laguna (e poi, forse, verso il Festival di Toronto) potrebbe esserci A Bigger Splash, regia di Luca Guadagnino, remake, molto riveduto e molto corretto, della Piscina con Alain Delon e Romy Schneider. La ventata di glamour, in questo caso, sarebbe assicurata, sul tappeto rosso si darebbero il cambio gli interpreti della storia, Tilda Swinton, Matthias Schoenaerts e l’eroina di50 sfumature di grigio Dakota Johnson.
Altri divi in arrivo
Altri (possibili) divi in arrivo con Black Mass, tratto da l libro di Dick Lehr e Gerard O’Neill, diretto da Scott Cooper, e interpretato da Johnny Depp, nei panni del gangster «Whitey Bulger», poi diventato informatore dell’Fbi, e con Taj Mahal, thriller di Nicolas Saad in cui Stacy Martin recita nel ruolo di una ragazza intrappolata nell’hotel di Mumbai obiettivo dell’attacco terrorista del 2008.
Si parla anche, con insistenza, della rentrée del maestro russo Aleksandr Sokurov con l’ultima creazione, Louvre Under German Occupation, ambientata nel museo francese e centrata sui rapporti tra arte e guerra. In corsa anche Xavier Giannoli con Marguerite, sulla vicenda di un’aspirante cantante d’opera (Catherine Frot), Les chevaliers blancs di Ioachim Lafosse, star Valèrie Donzelli e Vincent Lindon, appena premiato a Cannes per La loi du marché, di Anomalisa di Charlie Kaufman, realizzato in «stop motion», sulla figura di un life coach: «Il film parla di un uomo paralizzato dalla banalità della sua vita».
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