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da www.wired.com
VIDEO http://youtu.be/lHVqH8XO1Pk
La premessa è d'obbligo per chi non frequenta il lato oscuro del web. "Silk Road" è il sito di e-commerce che si è trasformato nella piazza di spaccio virtuale più grande del mondo. Non vi si accede tramite normali motori di ricerca ma attraverso "TOR", la piattaforma software che garantisce l'anonimato. Lo scorso ottobre l'FBI è però riuscita ad arrestare il suo proprietario Ross Ulbricht e il bazar ha chiuso i battenti.
Ci sarà presto un rimpiazzo. Alla "Toronto Bitcoin Expo" un gruppo di hacker ha vinto il primo premio di 20.000 dollari per il progetto "DarkMarket", un sistema peer-to-peer non centralizzato. Ovvero: per beccare il contrabbando, gli agenti dovranno risalire a ogni singolo venditore e compratore.
"Se non ti uccide, ti rafforza" è il motto di Amir Taaki, uno dei creatori di "DarkMarket" e fondatore del gruppo anarchico "Unsystem": «Come una Idra, noi che spingiamo per un potere individuale, siamo in una corsa agli armamenti per dare alla gente gli strumenti necessari a costituire la prossima generazione di mercato nero digitale».
Per ora è un esperimento, un prototipo per mostrare al mondo che "è possibile": «Se non lo faremo noi, lo farà qualcun altro». Taaki spiega che il codice di "DarkMarket", postato su "GitHub", ha già gli ingredienti essenziali per diventare un gigante sotterraneo come "Silk Road": compratori e venditori possono comunicare privatamente e fare pagamenti, c'è il sistema che segnala gradimento e attendibilità dei venditori, quello che protegge il pagamento finché il bene comprato non arriva a destinazione. Tutto rigorosamente decentralizzato. Tutto pensato in modo che non ci siano "fregature", nonostante manchi un amministratore.
Il venditore mette in mostra i prodotti, il compratore ordina, un "arbitro" garantisce la transazione. Quando la merce arriva, i bitcoin passano dal deposito di garanzia al venditore.
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