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Luca Valtorta per repubblica.it
Si è spenta anche una delle ultime voci della Beat Generation: Lawrence Ferlinghetti, 101 anni, poeta ma anche editore e creatore della libreria City Lights di San Francisco, ancora oggi uno dei punti di riferimento più importanti delle controculture. Ferlinghetti è morto lunedì mattina per una malattia ai polmoni come dichiarato da suo figlio Lorenzo.
Ferlinghetti aveva aperto la libreria nel 1953 quando Jack Kerouac, Allen Ginsberg e gli altri primi beatnik iniziavano a far sentire le loro voci. Immediatamente divenne un luogo di incontro in cui si poteva respirare un'atmosfera completamente diversa rispetto a tutte le altre librerie: in un tempo in cui veniva guardato male chi sfogliava i libri se non li comperava, City Lights permetteva a chiunque di guardare i libri, di sostare, parlare, scambiarsi opinioni, assistere a performance e a reading improvvisati al momento.
Da subito City Lights iniziò a caratterizzarsi per essere la prima libreria a vendere quasi esclusivamente edizioni economiche e a specializzarsi in materie come la poesia, la politica e, soprattutto a vendere riviste autoprodotte di ogni tipo che andavano nascendo proprio in quel periodo.
Ma il momento in cui City Lights fu al centro del massimo scalpore fu nel 1956 quando pubblicò Urlo (Howl) di Allen Ginsberg in seguito al quale Ferlinghetti venne addirittura arrestato con l'accusa di aver diffuso materiale osceno. Questo evento ebbe non solo una enorme rilevanza mediatica ma costituì un evento di portata storica perché si tratta del primo caso in cui viene fatto appello al famoso "Primo emendamento" riguardante la libertà di parola e di stampa per quanto concerne la pubblicazione di materiale considerato "controverso" ma di importante rilevanza letteraria e sociale.
Questo evento portò grande attenzione all'opera di Ginsberg e all'intera Beat Generation, un gruppo di giovani che portava avanti attraverso la vita e la letteratura una ribellione contro una società fortemente conservatrice. I beatnik infatti vivevano in prima persona ciò che raccontavano e sperimentavano nuove forme di aggregazione, diverse da quelle dei loro genitori in primis la libertà sessuale. La loro critica era rivolta anche al capitalismo di cui osteggiavano la tendenza al consumismo spinto a cui contrapponevano non tanto una prospettiva marxista (anche se Ginsberg in Sulla strada di Kerouac viene chiamato con lo peseudonimo di "Carlo Marx") quanto un misticismo orientale spesso venato di cultura zen, tanto che in diversi casi autori come Ginsberg e Kerouac realizzano poesie in forma di haiku giapponesi ma, ovviamente, in lingua americana.
Lawrence Ferlinghetti però non è solo un editore, è anche a sua volta uno scrittore e un poeta che ha pubblicato decine di libri tra cui uno delle raccolte di poesia più vendute della storia americana: A Coney Island of the Mind. Uscito nel 1958, è una dura critica della società americana e una delle sue caratteristiche è che viene pensato per essere accompagnato dal jazz, la musica amata dai protagonisti della Beat Generation.
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