‘’LE MONDE” SOTTOSOPRA - L’EDITORE CO-PROPRIETARIO PIERRE BERGÉ SI DISSOCIA DALL’INCHIESTA SWISSLEAKS E ACCUSA IL GIORNALE: ''É STATA SOLO DELAZIONE'' - LA REAZIONE DURA DEI GIORNALISTI

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Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

le monde hackerato dai sirianile monde hackerato dai siriani

«Non è per questo che sono venuto in soccorso di Le Monde , che ho permesso ai giornalisti di essere indipendenti», dice con una certa dose di paternalismo Pierre Bergé, co-proprietario del quotidiano parigino assieme a Xavier Niel e Matthieu Pigasse.

 

YVES SAINT LAURENT  E PIERRE BERGEYVES SAINT LAURENT E PIERRE BERGE

L’editore si dissocia dall’inchiesta SwissLeaks, proprio nei giorni in cui Le Monde le dedica pagine e pagine. L’84enne Bergé, che con il compagno Yves Saint Laurent fondò un impero della moda, non è nuovo a interventi irrituali: protestò con forza quando Le Monde pubblicò una pagina a pagamento contro le nozze gay, più di recente ha espresso la sua disistima per il supplemento culturale Le Monde des livres e in particolare per un articolo poco ossequioso verso il premio Nobel per la letteratura, Patrick Modiano.

 

LE MONDE LE MONDE

Stavolta Bergé è indignato per l’inchiesta SwissLeaks pubblicata da decine di giornali internazionali ma che parte dal lavoro di due celebri (in Francia) reporter di Le Monde , Gérard Davet e Fabrice Lhomme. Bergé ha rilasciato alla radio Rtl un’intervista molto dura: «Il ruolo di un quotidiano è quello di gettare in pasto il nome delle persone? Questa è delazione, è populismo, fatto per assecondare gli istinti peggiori. Sono dei metodi riprovevoli». Bergé cita il caso di Gad Elmaleh, un attore che compare nell’inchiesta SwissLeaks nonostante abbia regolarizzato la sua posizione da tempo. 

YVES SAINT LAURENT  E PIERRE BERGEYVES SAINT LAURENT E PIERRE BERGE


La reazione della direzione e dei giornalisti è altrettanto dura. «Come sua abitudine, Pierre Bergé è uscito dal suo dovere di riservatezza in spregio al patto che aveva co-firmato con il gli altri azionisti nel 2010 — si legge in un comunicato della Società dei redattori —. Questo non ha impedito e non impedirà ai giornalisti di lavorare serenamente». La direzione, guidata da Gilles Van Kote, si dice «orgogliosa che la nostra redazione sia all’origine dell’inchiesta», e condanna l’ennesima «intrusione nel contenuto editoriale».