LE TERMITI HANNO FATTO LE SCARPE A IMELDA MARCOS (UN PATRIMONIO DELL’UMANITA’!) - LE 2.700 PAIA DELLA EX FIRST LADY DI MANILA “DEVASTATE DA INSETTI, UMIDITA’ E INCURIA” - IL SIMBOLO DELLO SFARZO E DELLA CORRUZIONE DEL VECCHIO REGIME DELLE FILIPPINE VA IN MALORA CHIUSO IN 200 BAULI NEL MUSEO NAZIONALE - REALIZZATE A MANO E SU MISURA, ALCUNE TEMPESTATE DI ORO E DIAMANTI - MOBILITATI STILISTI DI TUTTO IL MONDO…

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Giampaolo Visetti per "la Repubblica"

Quando fu costretta a fuggire dal palazzo presidenziale di Manila, nel 1986, Imelda Marcos ebbe il tempo in calzare solo un paio di espadrillas. Un sacrilegio. L'elicottero Usa inviato dal presidente Reagan non poteva aspettare: pochi istanti e i rivoluzionari di Corazon Aquino avrebbero sfondato le ultime barriere.

Riparata alle Hawai, l'ormai ex first lady espresse un solo rammarico: non aver portato in salvo lo sterminato guardaroba e la leggendaria collezione di scarpe. Per un quarto di secolo quelle venti stanze occupate da abiti di alta moda e calzature-gioiello, sono state così il simbolo dello sfarzo e della corruzione che avevano consumato il regime delle Filippine, mentre la nazione moriva di fame.

Le scarpe e i vestiti di Imelda sono diventati però anche una leggenda, la testimonianza straordinaria del potere fuso con la creatività più eccentrica, infine un feticista mito universale: 2700 paia di sontuose calzature, tre cambi al giorno per due anni e mezzo, più 4 mila abiti, da scegliere sui cataloghi fatti compilare dalla servitù. L'atto d'accusa, dopo che la giustizia americana assolse i Marcos dall'imputazione di aver sottratto 2,3 miliardi dalle casse dello Stato, si è rivelato il primo difensore della donna meno scalza del pianeta.

Nel 1998 la collezione è stata dichiarata patrimonio nazionale, 800 paia hanno dato vita al Museo delle scarpe di Marikina, gli esemplari più rari vanno all'asta con base 10 mila dollari, Imelda Marcos ha lanciato la linea di moda «Imeldìfico» e dal 1995, ormai vedova, ha fatto il suo ritorno alla Camera, a furor di popolo.

Sulla ruota dell'Asia, le scarpe hanno naturalmente seguito la parabola della loro padrona, finendo nel Museo Nazionale di Manila, tra le reliquie della patria. Taglia tra otto e mezzo e nove, predilezione per diamanti e oro, realizzate a mano e su misura: una gloria collettiva fino allo shock di ieri, quando è trapelato che centinaia di esemplari sono stati attaccati dalle termiti e danneggiati dalle alluvioni estive. L'imbarazzata direzione del Museo è stata costretta ad ammettere che scarpe e vestiti dei Marcos, custoditi in oltre duecento bauli, risultano «devastati da insetti, umidità e incuria».

Ventisei anni fa le 2700 scarpe di Imelda mangiate dalle formiche sarebbero apparse una metafora perfetta della sua caduta, accolta con giubilo dalla folla. Oggi invece, dopo che già nel 2009 un ciclone aveva tentato di portarsi via la collezione di Marikina, si trasformano in un dramma nazionale. Al punto che governo e intellettuali assicurano che nulla resterà intentato pur di restaurarle, in quanto «testimonianza di incontri ed eventi che hanno scritto la storia nazionale». Sei mesi, stilisti di Europa e Usa mobilitati, e il tesoro di Manila tornerà nelle vetrine. Forse l'indistruttibile Imelda non potrà dire di avere il mondo ai suoi piedi: ma ancora una volta, nemmeno le termiti sembrano riuscite a fargli le scarpe.

 

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