DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dagospia,
a me l’articolo di Alain Elkann non ha minimamente stupito perché avevo avuto a che fare con lui da “giovane” quando lavoravo come hostess congressuale al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino.
Devi sapere che il Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino organizzava, il lunedì pomeriggio, i “Caffe Letterari”, eventi aperti gratuitamente a tutti, ai quali venivano invitati gli scrittori per presentare il loro ultimo libro. Il pubblico, visto anche l’orario in cui erano programmati, le 15.00, era composto per lo più da anziani che, dietro il compenso di un caffè offerto (se no che caffè letterario era) e un Ferrero Roche (anch’esso offerto) si accomodavano in sala e seguivano la presentazione.
ALAIN ELKANN - LANZICHENECCHI - VIGNETTA VY LE FRASI DI OSHO
A uno di questi eventi fu invitato anche Alain Elkann che aveva pubblicato da poco un libro (credo fosse “I soldi devono restare in famiglia”) e tutta l’Unione era in fermento - anche perché era da poco mancato Giovannino Agnelli e quindi si trattava del padre dell’erede della famiglia Agnelli - e quindi della FIAT, che in quegli anni per Torino significava ancora tanto – prevedendo l’arrivo dei membri della famiglia Agnelli ma in realtà l’unico che si presentò fu proprio John Elkann.
Alain Elkann, entrando in sala non nascose una certa delusione per il pubblico presente, come già detto soprattutto anziani, lamentandosene con la responsabile e, obtorto collo, si sedette al tavolo di presidenza per rispondere alle domande dell’intervistatore.
ALAIN ELKANN IN TRENO PER FOGGIA - MEME BY LUGHINO (SPINOZA)
Alla fine dell’intervista, mentre si attendeva che la gente acquistasse al banchetto allestito fuori dalla sala da una libreria il libro per farselo autografare, Elkann inizio a lamentarsi con i responsabili del centro congressi che aveva perso una giornata per niente, perché non era previsto alcun compenso e il pubblico non era alla sua “altezza”.
A quel punto il personale del centro congressi entrò in fibrillazione (amministratore delegato in testa che si precipitò giù dagli uffici) e spiegò che il guadagno era nelle copie acquistate dal pubblico ma lui storse il naso con aria di sufficienza e quindi dovettero escogitare un piano b che consistette nel mandarmi ad acquistare le copie rimaste invendute (praticamente quasi tutte) e a ricercare, con la responsabile delle pubbliche relazioni, una stampa (di quelle molto costose che fanno fine e non impegnano) per sedare il malumore di Alain Elkann che me la consegnò dicendomi “tieni, portala a quel gran signore, io torno in ufficio che non lo voglio più vedere”.
Negli anni seguenti lo invitarono altre volte, io non ci lavoravo più, ma credo che poi abbiamo preparato un buon gettone di presenza se non dubito che ci sarebbe tornato.
Vi assicuro che la storia è vera
CARLA OVAZZA E ALAIN ELKANNMEME SULL ARTICOLO DI ALAIN ELKANN DAL TRENO PER FOGGIAMEME SULL ARTICOLO DI ALAIN ELKANN DAL TRENO PER FOGGIA alain elkannTWEET DI FULVIO ABBATE IN DIFESA DI ALAIN ELKANN lapo e alain elkannALAIN ELKANNlapo alain elkannalain elkann carmen llera
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