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FIBRA DI LINO - GLI 80 ANNI DI BANFI: “RIVENDICO I FILM SEXY, CHE ALL’EPOCA VENIVANO CHIAMATI ‘ZOZZETTI’. MA CHE AVEVANO DI ZOZZO? IL MASSIMO CHE SI FACEVA ERA SPIARE DAL BUCO DELLE SERRATURE, MA NIENTE DI VOLGARE ANCHE QUANDO DICEVO CHE ERO ‘ARRAPETO’. CERTO, ERO FORTUNATO, PERCHÉ POTEVO TOCCARE IL FONDOSCHIENA DI NADIA CASSINI”

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Emilia Costantini per il “Corriere della Sera”

 

È nato il 9 o l' 11 luglio?

Lino Banfi si fa una bella risata: «Mia madre Nunzia mi mise alla luce il 9 luglio. Ma la mammana diceva sempre a tutte le puerpere: "Faccio un piacere al bambino e te lo registro qualche giorno più tardi, così se è maschio, quando fa il militare ritarda un po' la chiamata". E se il bambino nasceva a fine dicembre, si registrava nel nuovo anno. Quindi sui miei documenti c'è scritto 11 luglio e festeggio in questa data».

ALVARO VITALI - EDVIGE FENECH - LINO BANFIALVARO VITALI - EDVIGE FENECH - LINO BANFI

 

Al di là della data, una cosa è certa: Nonno Libero raggiunge il traguardo degli 80 anni.

«Nel 2016 lo raggiungiamo in parecchi. Io le chiamo le quattro B: prima Pippo Baudo, ora io, poi tocca a Silvio Berlusconi a settembre, quindi Papa Bergoglio a dicembre. Sono in buona compagnia. E forse festeggerò anche a settembre».

 

LINO BANFI ORONZO CANA SPARGE IL SALE SUL CAMPO LINO BANFI ORONZO CANA SPARGE IL SALE SUL CAMPO

Perché?

«Con la mia casa di produzione Alba Film 3000, abbiamo finanziato l'opera di un giovane regista, Ciro De Caro. Il film si intitola Acqua di marzo e racconta una bella storia di amicizia: siamo in trattative per essere selezionati a Venezia. Io non sono mai andato e non andrò a un festival, neanche per vincere un pupazzo di peluche. Spero che lo possa fare da produttore: è una mia piccola vendetta».

 

Ma Banfi promette di vendicarsi anche in altro modo, giusto?

LINO BANFI E EDWIGE FENECHLINO BANFI E EDWIGE FENECH

«La mia immagine dilagherà presto come produttore dell' azienda agricola "Bontà Banfi": tutti prodotti pugliesi autoctoni e a chilometri zero... esplode la megalomania di Pasquale Zagaria».

 

Che in realtà è il suo vero nome, modificato su consiglio di Totò.

«Avevo pensato di chiamarmi Lino Zaga, ma il principe De Curtis mi disse: "cambialo, perché i diminutivi del nome portano bene, quelli del cognome invece portano male". E Banfi venne fuori dal registro di classe del mio impresario che era pure maestro elementare: era il nome di uno scolaro, Aureliano Banfi... iniziò la mia carriera».

 

Una carriera cominciata in seminario.

LINO BANFILINO BANFI

«La mia era una famiglia umile e io, per studiare, dovevo per forza andare in seminario. Quando facevamo le recite a Pasqua o a Natale, suscitavo l' ilarità del pubblico. Capii che la mia vocazione non era fare il prete, ma impegnarmi in qualcos' altro».

 

Dal seminario alla commedia sexy il passo non è tanto breve.

«Quei film, che rivendico, all' epoca venivano chiamati "zozzetti"... ma che avevano di "zozzo"? Il massimo che si faceva era spiare dal buco delle serrature, ma niente di volgare anche quando dicevo che ero "arrapeto". Certo, ero fortunato, perché potevo toccare il fondoschiena di Nadia Cassini: era talmente bello che l' attrice lo aveva assicurato per un miliardo e le maestranze dell' epoca, dopo che lo avevo palpeggiato, mi dicevano "Lino! Nun te lava' più la mano!"».

LINO BANFILINO BANFI

 

Nessun film che non rifarebbe?

«Non rifarei il sequel dell' Allenatore del pallone . L' unico rammarico è per un' affermazione che tempo fa ha fatto Marco Risi. Ero stato diretto dal padre, il grande Dino, ne Il commissario Lo Gatto . E Marco dichiarò che di tutti i film girati dal padre, l' unico di cui si vergognava era proprio quello. Non ho capito perché».

 

Eppure lei si è cimentato, con successo, anche nel teatro drammatico: «Il vespro della Beata Vergine» di Antonio Tarantino...

«Ero un padre, costretto a riconoscere in obitorio il figlio omosessuale assassinato. Un testo bellissimo, ma all'inizio avevo rifiutato, temevo di confondere il pubblico che mi conosceva come comico».

 

LINO BANFI E BARBARA BOUCHETLINO BANFI E BARBARA BOUCHET

Intanto si prepara a tornare su Rai1 con la decima serie di «Un medico in famiglia»...

«Nonno Libero è sempre fresco, pimpante, ma... non posso promettere che sarò anche nell'undicesima serie, se viene programmata fra troppo tempo: o vi sbrigate, o...».

 

E si prepara a pubblicare il suo libro: «Hottanta voglia di raccontarvi: la mia vita e altre stronzete», un affollamento di ricordi. Quale il più felice e il più triste?

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«Parto da quello triste, quando mi sposai con colei che è tuttora mia moglie, Lucia, in un freddo mattino del '62, quasi di nascosto e in sagrestia, perché avevamo fatto la fuitina e le nozze non potevano essere in chiesa. Quello più felice è stato quando quattro anni fa abbiamo invece celebrato, finalmente, in pompa magna le nozze d' oro».

 

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