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Massimo Cotto per “il Messaggero”
La prima reazione è di incredulità. È stata trovata, negli archivi del museo Andy Warhol di Pittsburgh, una cassetta che ha decenni di vita e infinita vita dentro. Contiene 12 canzoni inedite di Lou Reed, registrate nel 1975, i cui testi sono a volte ispirati a un libro del profeta della pop art uscito proprio in quell' anno, The Philosophy of Andy Warhol: From A to B and Back Again. A volte, ma non sempre. Perché, accanto a brani che riportano i pensieri di Warhol sulla fama, il sesso, gli affari, le drag queens che aveva trasformato in star, c' è anche una canzone dal sapore decisamente controverso.
IL COLPO DI SCENA
Lou, che si accompagna semplicemente alla chitarra, accusa il suo amico e mentore di aver reagito con cinismo e indifferenza alle morti di Candy Darling (attrice transgender per la quale Reed scrisse Candy Says e citata esplicitamente in Walk On The Wild Side) e Eric Emerson, attore e cantante, anche lui nell' entourage della Factory.
andy warhol le ferite dopo l'attentato di valerie solanasandy warhol e candy darling
Lou Reed va oltre. Si spinge a dire che Andy avrebbe meritato di morire e non di sopravvivere all' agguato di Valerie Solanas, una folle che un giorno entrò nel quartier generale di Warhol, si avvicinò e fece fuoco riducendolo in fin di vita, senza alcuna ragione. Alla fine del brano, con un colpo di scena, Lou Reed si scusa per aver pensato queste cose e tutto lascia pensare che questa, come le altre canzoni, facessero parte di un progetto di cui si è tanto parlato, ma poco saputo: un musical a Broadway scritto a quattro mani da due dei più grandi artisti di New York.
andy warhol con i velvet underground e nico
Un' idea che potrebbe risalire al 1974 che prevedeva ampia libertà da parte di entrambi, anche uno nei confronti dell' altro. Andy Warhol è passato alla storia come l' uomo che nella musica ha fatto tutto pur non facendo niente. Il primo, epocale, album dei Velvet Underground, con la partecipazione della musa Nico, portava la scritta produced by Andy Warhol.
In realtà il padre della pop art non aveva fatto nulla, non capendo di musica, e il suo apporto si era limitato alla copertina, con la famosa banana che nelle prime edizioni si sbucciava e diventava pericolosamente simile a un membro maschile; nonostante questo, senza di lui Lou Reed, John Cale e gli altri Velvet avrebbero faticato moltissimo a emergere, perché fu Andy Warhol a coagulare attorno a sé e all' ambiente della Factory quel mondo da cui sarebbero nati gli spunti di molte canzoni. E comunque fu lui a lanciarli, a imporli all' attenzione di una New York che, nel 1967, si ribellava al pop nel modo più cupo e perverso: unendo fruste e rock, sotterranei vellutati e veneri in pelliccia.
LA RIVINCITA
Ora spunta questa cassetta, della cui esistenza non sapeva nulla nemmeno Laurie Anderson, che fu compagna di Lou Reed negli ultimi anni, che ne pacificò la rabbia e accarezzò le ferite e che due anni fa ha donato alla New York Public Library l' archivio del musicista. Lei non sembra dare troppo credito alle voci di un sogno di Broadway e preferisce pensare a una sorta di rivincita su Andy: «Lou mi parlava del suo rapporto con Andy e delle cose che aveva fatto per lui, aggiungendo sempre che lui lo rimproverava di essere pigro. Credo che quella cassetta sia un po' come dire: se lui può scrivere un libro, io posso scrivere canzoni sopra il suo libro».
Ora si discute sul futuro di queste canzoni, anche se, per ragioni di diritti d' autore, sembra improbabile che possano essere pubblicate. La donna che le ha scoperte, Judith Peraino, una musicologa che sta lavorando a un libro su Andy Warhol, è convinta che ci sia dell' altro e che quelle canzoni siano solo la tessera di un mosaico. Per ora, diamo a questa cassetta i suoi 15 minuti di popolarità.
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