enrico lucherini

“VIA VENETO ERA PIENISSIMA. SENTIMMO UN BOTTO TREMENDO. VIDI SYLVA KOSCINA ESANIME: “ORA CHIAMO L’AMBULANZA”. E LEI: “CHIAMA I FOTOGRAFI, IMBECILLE!”. LÌ EBBI L’ILLUMINAZIONE” –QUANDO ENRICO LUCHERINI SPIEGO' A “OGGI “COME SI INVENTO’ IL MESTIERE DI “STRESS AGENT” DELLE DIVE  – “IL TRAMPOLINO FU SOPHIA LOREN. ALLA PRIMA DI ‘DOLCI INGANNI’, LE MISI UN VESTITO DI PERLE: NE TIRAI UNA E LEI RESTÒ COME MAMMA L’AVEVA FATTA – A CANNES PER IL LANCIO DE “LA CIOCIARA” SPACCAI UNA PORTA DI CRISTALLO. AI GIORNALISTI DISSI: “C’ERA TALMENTE TANTA FOLLA, PER LA LOREN, CHE HA SFONDATO IL PORTONE”. NESSUNO PARLÒ PIÙ DI LOLLOBRIGIDA” – LA FINTA MALATTIA DI LAURENT TERZIEFF, CHE FINI’ IN COPERTINA SULL’EUROPEO (“ORIANA FALLACI NON ME L’HAI PERDONATO”) E LUCHINO VISCONTI CHE ORGANIZZAVA DELLE VISIONI “COLLETTIVE” DI SANREMO A CASA SUA. UNA VOLTA VENNE PERSINO LA DIETRICH, CHE ERA COTTA DI LUCHINO. NESSUNA LA CONSIDERAVA. ALLORA SE NE ANDÒ, E PER SFREGIO LASCIÒ UN RICORDINO SOLIDO NEL BIDET” - VIDEO

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DAGONOTA

Alle esequie, sull'altare di San Bellarmino, hanno preso la parola Tornatore, Malagò e il nipote di Lucherini, Fabrizio, per testimoniare il loro lungo rapporto di affetto con Enrico. Tra i ricordi sciorinati dal nipote, uno merita il racconto. Correvano i tempi convulsi ed esplosivi, a colpi di molotov, dell'anno Sessantotto quando Lucherini scortò a Parigi Sophia Loren.

 

Alloggiavano al Ritz Hotel di Place Vendome. Le loro stanze comunicanti 

 

 

Articolo di Alessandro Penna per “Oggi” – www.oggi.it – 10 gennaio 2025

 

enrico lucherini e sophia loren

«Via Veneto era pienissima, io ero al tavolo di un caffè. A un certo punto sentimmo un botto tremendo. Accorsi e vidi Sylva Koscina esanime, accanto al suo autista: con la decappottabile avevano tamponato un’altra macchina.

 

Mi preoccupai: “Ora chiamo l’ambulanza”, dissi alla Koscina. E lei: “Chiama i fotografi, imbecille!”. Lì ebbi l’illuminazione»

 

Il press agent Enrico Lucherini, 92 anni, ha scritto la storia del nostro cinema con un inchiostro inconfondibile, metà simpatico (nel senso di invisibile), metà fragoroso.

 

Per promuovere le “sue” pellicole, si è inventato incendi veri e falsi annegamenti, ha fabbricato amorazzi e malattie incurabili. Tutta questa fantasia si è condensata in un termine: “lucherinata”.

 

enrico lucherini con sylva koscina

Lo incontriamo a casa sua, al pianterreno di un bel palazzo dei Parioli. Di fronte c’è l’ufficio, presidiato dal socio Gianluca Pignatelli. Ha una memoria di ferro, e ancora briga, muove paparazzi e informatori per centrare uno scoop.

 

L’età la stani solo nel lessico: quando chiede il “mucchietto di fumo”, non vuole uno spinello, ma il pacchetto di sigarette; il telecomando lo chiama il “cambiacanale”.

 

Suo padre Tommaso la voleva medico.

«Era uno dei tre dottori più importanti di Roma. Mi iscrissi a Medicina, gli esami li superavo grazie al cognome. Io, però, volevo fare l’attore. Allora mi iscrissi all’Accademia d’arte drammatica, entrai nella compagnia teatrale di Rossella Falk. Andammo in tournée in Sudamerica e la mia vita cambiò».

 

E come andò?

«Benissimo, per la compagnia. Io capii che ero più portato per le pubbliche relazioni che per la recitazione».

 

enrico lucherini vittorio gassman e matteo spinola

Cosa glielo fece capire?

«Uno scherzo atroce di Rossella Falk. In una di quelle commedie “sudamericane”, facevo un garzone di bottega che doveva solo entrare in scena e raccogliere degli oggetti da terra: una sedia caduta, un libro, un portagioie.

 

Solo che Rossella li aveva fatti inchiodare al palco: io provavo a prenderli, ma quelli non si staccavano. Restai come un fesso a guardare la platea. Dietro le quinte, scoppiai a piangere».

 

E poi?

«Giuseppe Patroni Griffi, il capo della compagnia, mi disse: “Perché non fai l’addetto stampa?”. Aveva notato come brigavo per promuovere i nostri spettacoli: facevo il giro dei grandi alberghi, stampavo e distribuivo volantini».

luchino visconti enrico lucherini

 

Fu difficile?

«Era un lavoro che mi dovetti inventare. Cominciai nel 1959, con un film di Bolognini. Ma il trampolino fu Sophia Loren».

 

Racconti.

«Me la affidò suo marito, il produttore Carlo Ponti: per vedere come mi muovevo mi assegnò un’attrice esordiente, Catherine Spaak. Alla prima di Dolci inganni, le misi un vestito di perle: ne tirai una e lei restò come mamma l’aveva fatta».

 

Mi parli della Loren.

«Era appena rientrata da Hollywood, il primo compito fu scegliere la foto per la locandina della Ciociara. Io scelsi quella in cui, stravolta, lanciava un sasso a un camion. Lei non voleva, si trovava brutta. Le dissi: “Lo sappiamo tutti che sei bellissima, ora devi sembrare brava”. Poi ci fu tutto un “lavorone” sulla sua immagine».

 

Perché?

enrico lucherini con marcello mastroianni e massimo troisi

«Veniva vista come una rovinafamiglie, aveva portato via Ponti alla moglie. Allora, quando vedevo dei fotografi, le “lanciavo” dei bambini in braccio. Quelle foto finirono per cambiare la percezione della gente: divenne l’eroina delle donne che non riuscivano a rimanere incinte».

 

Mi racconta due lucherinate?

«Festival di Cannes, 1961. Bisognava promuovere La Ciociara. Tre giorni prima, Gina Lollobrigida aveva presentato il suo film La Venere imperiale. Arrivò al Palazzo del cinema su una carrozza trainata da cavalli bianchi: fu un trionfo, ebbe un enorme rimbombo sui giornali. Dovevo escogitare qualcosa di grosso per oscurare quella accoglienza. Mi procurai una gomitiera d’acciaio».

 

enrico lucherini con elsa martinelli

A cosa le servì?

«Ero d’accordo con Sophia che, arrivati all’ingresso, avrei dato una botta alla porta di cristallo. Volevo solo fare rumore, invece la vetrata andò in mille pezzi.

 

Ai giornalisti dissi: “C’era talmente tanta folla, per la Loren, che ha sfondato il portone”. Nessuno parlò più della Lollo».

 

Con la Lollo non vi prendeste mai, vero?

«La prima volta che mi vide, mi fece lo sgambetto: rischiai di finire lungo per terra. Poi “coincidemmo”nelle Bambole.

 

Andai a trovarla all’hotel Raphaël, quello di Craxi. Lei stava girando una scena: era in cima a una scala, spolverava un lampadario. Mi disse: “Non so se con me si troverà bene, lei è abituato alle grandi dive”. A fine riprese fu più esplicita: “La differenza tra me e Sophia è che io ho una bellezza da bambola, lei una bellezza da…”. Riempia lei i puntini di sospensione».

 

Mi deve la seconda lucherinata…

marcello mastroianni la moglie flora anna karina e enrico lucherini

«Il lancio di Florinda Bolkan, che era sconosciuta. A una festa data da Marina Cicogna a Venezia, mi accorsi che Richard Burton la sbirciava di sottecchi. Anche se c’era Liz Taylor, organizzai un giro di valzer tra Burton e Florinda. Feci scattare una foto e la tenni in un cassetto.

 

Qualche mese dopo, la Taylor venne ricoverata per una delle sue periodiche indigestioni di sonniferi. Io feci pubblicare la foto e insinuai il dubbio che Liz avesse tentato il suicidio per gelosia verso la Bolkan».

 

C’è qualche trovata di cui si è pentito?

«Due. La prima venne sventata dalla Loren. Dovevo promuovere un film, I sequestrati di Altona, che aveva scarse prospettive al botteghino. Era una pellicola politica, anti-nazista.

 

carlo verdone enrico lucherini vittorio cecchi gori dario argento

Allora con il mio socio Matteo Spinola andammo di notte fuori dalla villa di Sophia e disegnammo delle svastiche suimuri. La Loren ci beccò e ce le fece cancellare. Poi ho qualche rimorso per la finta malattia di Laurent Terzieff, che in realtà era sano come un pesce».

 

Racconti.

«Eravamo a Venezia, dovevo far parlare del film Non uccidere. Mi serviva una copertina, ma non avevo una storia forte. Allora, d’accordo con Terzieff, andai in farmacia e comprai una decina di scatole di medicine. Le misi sul tavolino dove si sarebbe fatta l’intervista.

 

enrico lucherini con marina ripa di meana gianni macchia e gil cagne

Quando, come concordato, Laurent si alzò per andare in bagno, dissi alla Fallaci: “Non lo sa nessuno, ma Terzieff ha un brutto male, vedi quante pillole deve prendere ogni giorno?”. Così ottenni la copertina dell’Europeo e una intervista benevola di Oriana. Che non me l’ha mai perdonata».

 

 

Una trovata di cui va fiero?

«Ho inventato la pubblicità negativa. Per infiammare il dibattito su Sodoma e Gomorra di Pasolini, imbrattai la statua di Giordano Bruno a Campo dei fiori. “La Chiesa è contro la proiezione di Sodoma e Gomorra”, scrissi. Non fu male la storia dell’odio tra Ornella Muti ed Eleonora Giorgi, che in realtà si adoravano. Per lanciare Appassionata organizzai un “finto rubato” in cui si tiravano i capelli».

 

Quanto guadagnava?

«Bene. Lavoravo gratis solo per Vittorio Gassman, l’unico amico che avevo nell’ambiente. Lui e Mastroianni. Anche se Marcello mi temeva. Pensi che comprò un monolocale proprio su questo pianerottolo per godersi di nascosto una storiella con una ballerina. Quando scoprì che vivevo accanto a lui, trasalì: “Ma guarda che sfortuna!”. Troncò con la ballerina e mi vendette la stanza».

 

enrico lucherini con toto e irene galter sul set del film il coraggio

Ha detto non ci sono più dive.

«Resta la Bellucci. E mi piace Miriam Leone. Tra gli uomini punto su Stefano De Martino: finirà per fare l’attore. Elio Germano e Favino sono bravissimi, ma troppo snob. Lo sa che Luchino Visconti, per esempio, adorava Sanremo? Organizzava delle visioni “collettive” a casa sua.

 

Gli ospiti magari erano Delon, Moravia, la Bardot.Una volta venne persino la Dietrich, che era cotta di Luchino. Marlene si sentiva esclusa, nessuna la considerava: parlavamo di Giliola Cinquetti, non di lei. Allora se ne andò, e per sfregio lasciò un ricordino solido nel bidet».

 

enrico lucherini con florinda bolkan

Con la Loren vi sentite ancora?

«L’ho chiamata ieri. Mi risponde una con la voce tutta impostata, ho pensato a una governante. Mi fa: “Chi la desidera?”. E io: “Enrico Lucherini”. E la “governante”, con improvviso accento napoletano: “Ué, Enrì!”. Era Sophia che camuffava la voce per evitare gli scocciatori».

maurizio costanzo giulio andreotti e enrico lucherini

 

 

 

 

enrico lucherini

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enrico lucherini gianni mina gianni morandiAntonella Lualdi Claudia Cardinale e Enrico Lucherini Claudia Cardinale Paolo Stoppa Serge Reggiani a una mostra di fotografie del film Il Gattopardo. sulla sinsitra Enrico Lucherinienrico lucherini valerio mastandreaEnrico Lucherini con una donna alla prima del film Le quattro giornate di Napolienrico lucherinienrico lucherini matteo spinolaenrico lucherini antonella lualdienrico lucherinienrico lucherini pippo baudoenrico lucherini con marcello mastroianni e massimo troisienrico lucherini sophia lorenenrico lucherini gianluca pignatellienrico lucherini luchino visconti

enrico lucherini florinda bolkanmarlene dietrichoriana fallaci vietnamLiz Taylor e Richard Burton sul set de La scogliera dei desideri

laurent terziefflaurent terzieff sylvia koscina il triangolo circolare

paolo stoppa con enrico lucherinienrico lucherini sophia lorenenrico lucherini e christian de sica