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VOLEVO ESSERE UN DURO, INVECE SONO SOLO LUCIO! “NON SONO INNAMORATO, NON HO VOGLIA DI METTER SU FAMIGLIA, SE VENGO VISTO COME UN IDEALE DI MASCOLINITA’ NON TOSSICA MI SEMBRA POSITIVO” – LUCIO CORSI SI RACCONTA DALLA SUA CASA IN MAREMMA A “VANITY”: "LA POLITICA? NELLE CANZONI SI PARLA CON L'ANIMA. DEL RESTO ANCHE UNA CANZONE SUL VENTO PUÒ ESSERE UNA CANZONE POLITICA, UN MESSAGGIO PUÒ ARRIVARE ANCHE ATTRAVERSO ALTRE VISIONI". POI TORNA SULLA SFILATA DI GUCCI NEL 2017: "LA MODA NON MI INTERESSA PER NIENTE – VIDEO
(ANSA) - "No, non sono innamorato. Sto pensando solo al lavoro, ora sento il bisogno di stare libero, far quello che mi pare, non ho voglia di metter su famiglia. Non ho proprio quel desiderio, per niente. Magari accadrà, ma non lo so, è una cosa che non mi interessa tanto. Questa idea poi che ci siano le età 'giuste' e i momenti 'giusti' per fare le cose non mi ha mai convinto".
Lucio Corsi, il cantastorie toscano arrivato secondo a Sanremo con Volevo essere un duro, si racconta dalla sua casa in Maremma a Vanity Fair, nel numero in edicola dal 12 marzo, alla vigilia dell'uscita dell'album omonimo il 21 marzo e del tour che partirà da aprile. "A Milano provai l'Accademia di Brera. Con l'intento, in realtà, di riuscire a fare della musica il mio mestiere. I miei all'inizio erano scettici, ci è voluto tempo… Però, quando hanno visto che lo facevo davvero con tutto l'impegno possibile e la serietà del caso, mi hanno aiutato, dato fiducia. È una cosa rara, sono molto fortunato", spiega il cantautore 31enne, che a maggio rappresenterà l'Italia all'Eurovision Song Contest di Basilea.
Sulla politica nelle canzoni, sottolinea: "Penso che nelle canzoni, come dice Nick Cave, si debba parlare coi termini dell'anima e non della politica. Sono interessato alla politica, ma nella mia vita quotidiana. Se parlassi in termini puramente politici nelle canzoni, dovrei avere un impegno quotidiano e costante in quelle battaglie. Mi sentirei davvero un impostore se lo facessi senza avere questo impegno. Del resto anche una canzone sul vento può essere una canzone politica, un messaggio può arrivare anche attraverso altre visioni".
Quanto alle etichette, "io faccio il mio o quello che mi sento di portare sul palco e di scrivere. Non parto dall'intento di voler essere l'ideale di qualcosa. Poi se passa quell'idea lì, se vengo visto come un ideale di mascolinità non tossica, mi sembra una cosa positiva".
Nell'intervista Lucio Corsi torna anche sulla sfilata di Gucci nel 2017: "La moda non mi interessa per niente. Alessandro Michele mi vide coi Baustelle a teatro, gli piacque l'esibizione e mi invitò insieme a Francesco (Bianconi ndr) per quella campagna. In quel periodo i riferimenti di Gucci andavano a prendere a piene mani da una delle mie grandi passioni, il glam rock degli anni '70, e scattava Mick Rock, il fotografo delle rockstar. Fare quelle foto, anche conoscere lui, per me è stato un sogno, se ci penso non mi sembra vero".
LUCIO CORSI - VANITY FAIR
lucio corsi topo gigio 2
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lucio corsi
lucio corsi topo gigio
LUCIO CORSI - VANITY FAIR
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olly lucio corsi - foto lapresse
lucio corsi
LUCIO CORSI - VANITY FAIR
LUCIO CORSI - VANITY FAIR
LUCIO CORSI E TOMMASO OTTOMANO - VANITY FAIR
LUCIO CORSI - VANITY FAIR
LUCIO CORSI - VANITY FAIR
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