lupi agnello

1. LUPI, BENVENUTI AL FESTIVAL DELL’IPOCRISIA. IERI SERA, A DIMISSIONI INCASSATE, QUEL PARACULO DI RENZI HA COSÌ COMMENTATO: “SCELTA SAGGIA”. COME NO, PROPRIO UNA “SCELTA” 2. E COME MAI LUPI SI È DIMESSO, NONOSTANTE RENZI “NON GLIEL’ABBIA MAI CHIESTO” E IL SUO PARTITO LO APPOGGIASSE CON AFFETTO? MA CHIARO, “L’HO FATTO PER LA MIA FAMIGLIA”

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Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. IL FESTIVAL DELL’IPOCRISIA

lupi orologi by spinozalupi orologi by spinoza

L’ipocrisia è uno dei principi fondanti del potere, ma bisogna dire che in questa vicenda del ministro Lupi si sono raggiunte vette sublimi. Il premier è riuscito a stare ufficialmente in silenzio per due giorni, ha premuto in vario modo per il passo indietro del ministro delle Infrastrutture facendo trapelare che il Pd avrebbe votato la sfiducia, ma poi ieri sera, a dimissioni incassate, ha così commentato: “scelta saggia”. Come no, proprio una “scelta”.

 

LUPI CONTESTATOLUPI CONTESTATO

L’Ncd di Alfano e Schifani ha rischiato di frantumarsi e di veder sfumare le poltrone di governo e ha premuto su Lupi perché si dimettesse, mollandolo al suo destino. Tra le più preoccupate la Lorenzin, attaccatissima alla sua poltrona alla Salute, mentre Quagliariello già ieri diceva al Corriere: “Saremmo con lui anche se lasciasse”. Ma oggi, sempre sul Corriere, leggiamo un toccante virgolettato di Lupi: “Angelino si è dimostrato un amico e ho sentito l’affetto e l’appoggio di tutto il partito” (p. 15). Ma come no. Grande affetto e grande appoggio.

 

MOGLIE LUPIMOGLIE LUPI

E come mai Lupi si è dimesso, nonostante Renzi “non gliel’abbia mai chiesto” e il suo partito lo appoggiasse con affetto? Ma chiaro, “l’ho fatto per la mia famiglia”, dice l’ex ministro. E però si scopre che andrà a fare il capogruppo alla Camera del suo partito. Insomma, c’è stata una trattativa sulle sue dimissioni, culminata magicamente con una nuova poltrona di consolazione. Ma l’ha fatto “per la famiglia”.

 

Che cosa abbiano capito gli italiani normali di tutta questa vicenda non è dato sapere. Di sicuro i signorotti della politica, Renzi in testa, hanno fatto di tutto perché se ne capisse il meno possibile. Ufficialmente resta solo il fatto che un ministro non indagato si dimette per difendere la sua famiglia. Che bel gesto.

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2. IL CALIFFATO ALLE PORTE

Il giorno dopo la strage di Tunisi arriva la rivendicazione che si temeva. “L’Isis rivendica l’attacco. Arrestati nove complici. Su Twitter la foto di una vittima italiana: ‘Schiacciato un crociato’. Un jihadista ucciso noto ai servizi segreti. Tunisi: ‘Avevano le cinture esplosive’. In cella la sorella di uno degli attentatori” (Corriere, p. 2). Resta lo stupore per l’assenza di precauzioni del governo di Tunisi: “Al museo una sola guardia armata. A gennaio le autorità scrivevano: è un obiettivo altamente sensibile. Ma nessun governo era stato allertato. I killer entrati dalla porta principale” (Corriere, p. 5).

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Repubblica riporta l’allarme dei servizi segreti italiani: “una lista con tremila nomi, ecco il bacino delle reclute nei dossier degli 007 italiani. ‘Sono possibili fiancheggiatori della jihad, a volte inconsapevoli’. Si tratta di connazionali e stranieri. ‘Ma non è una schedatura’” (p. 17). Ma una schedatura è assolutamente quello che ci si aspetta facciano i servizi. Sulla Stampa, “Più navi e droni’. Roma alza le difese nel Mediterraneo. Il ministro Pinotti: al via la missione ‘Mare sicuro’. Renzi: l’Ue non sia strabica, non c’è solo l’Ucraina” (p. 5).

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3. LUPI IN RITIRATA

Dunque alla fine il ministro alfanoide si è arreso e per il Corriere la decisione sarebbe maturata ieri mattina facendo jogging: “La corsa a Villa Borghese, poi la scelta. ‘Stanno braccando i miei, devo difenderli’. Il timore: quest’onda non si ferma più. La moglie Manuela: non hai fatto nulla di male, perché lasciare? ‘Ci sono 27mila pagine di verbali. Ogni cosa potrebbe essere letta in modo distorto, dovrei rendere conto di ogni virgola” (p. 15). Sulla Stampa tutto il ridicolo della vicenda: “Lupi alla fine getta la spugna. ‘Mi dimetto, rafforzo il governo’” (p. 8).

 

RENZI 
LOTTI
RENZI LOTTI

Il Messaggero scrive che la svolta è arrivata da Alfano: “Alfano convince Maurizio a lasciare, pronto l’incarico da capogruppo” (p. 8). Garantista il Giornale: “Eseguita la sentenza di Renzi. Il premier caccia il ministro non indagato e si mangia l’Ncd di Alfano. Schiaffo al Parlamento: l’annuncio in tv da Vespa. Dopo l’Expo il posto sarà dato a Gratteri, un magistrato al governo” (p. 1).

 

renzi e luca lottirenzi e luca lotti

Repubblica prende in giro con Ceccarelli “l’addio show del ministro, la carriera nata in tv finisce da Vespa” (p. 4) e ragiona sulle poltrone: “Ora l’interim al premier, poi Delrio o Cantone. Quagliariello alle Regioni. L’Ncd perderà il ministero delle Infrastrutture, a Palazzo Chigi la Struttura che Lupi non volle cedere. Lunedì Renzi discuterà la questione con Mattarella. L’ipotesi di un rimpasto dopo le Regionali” (p. 6). La Stampa vede in lizza anche Luca Lotti, potente braccio destro del premier (p. 9). Il Messaggero ipotizza la divisione del ministero, tra Lavori pubblici e Trasporti (p. 9).

 

 

4. UN SARTO NELLA SEDE DEL PARTITO

GIULIO BURCHIGIULIO BURCHI

Sul fronte dell’inchiesta giudiziaria continua lo sputtanamento di Lupi e famiglia. Repubblica attacca ancora: “Le ultime bugie del ministro e le lamentele sui vestiti gratis. ‘Questo sarto fa schifo’. Nel pezzo si racconta di quella volta che il sarto, pagato dal collaboratore di Lupi Franco Cavallo, venne convocato nella sede dell’Ncd a Roma per prendere le misure al figlio di Lupi (p. 8). Sul Messaggero, “Ti mando mio figlio, dagli consulenze e suggerimenti’. Agli atti la telefonata del ministro a Incalza che fissa al giovane un incontro con Perotti. La moglie di un imprenditore: un bel dono alla signora Lupi. Lupi parla al telefono pure con il fratello di Er Nasca, capo di un giro di estorsioni” (p. 11). Ecco, ci mancava solo Er Nasca.

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Il Corriere segnala la collaborazione con i pm di un indagato eccellente: “Burchi per ore dai pm: ecco il sistema Incalza. L’ex presidente Italferr indagato inizia a collaborare: a volte non serviva parlare, tutti sapevano come funzionava” (p. 17). Stessa storia sul Messaggero (p. 11), che fa capire l’importanza di Burchi. Anche il Giornale accende i fari su di lui: “Da Sposetti a Delrio, le chiacchiere di Burchi svelano le trame rosse e inguaiano mezzo Pd” (p. 10).

 

delrio tra gli alluvionatidelrio tra gli alluvionati

Il Cetriolo Quotidiano dà grande importanza a un particolare sull’alluvione di Genova e spara in prima: “Derubano gli alluvionati per le maxi-opere inutili. Nelle intercettazioni, un dialogo come quello della Cricca sul terremoto de L’Aquila. Incalza spiega a Lupi: ‘Danno i milioni del Terzo Valico ai disastrati di Genova’. Il ministro: ‘Tranquillo, ho già risolto tutto’. Poi si preoccupano del ‘pericolo Cantone’” (p. 1).

boschi e mattarella  boschi e mattarella

 

Da notare sulla Stampa il commento di Michele Brambilla che sancisce la fine della stagione dei ciellini in politica: “Cl non è un blocco monolitico. Anzi molti ciellini ritengono che un certo modo di stare in politica abbia finito per nuocere al movimento più di qualsiasi nemico esterno (…) Un’epoca forse è finita” (p. 11).

 

 

5. LOMBROSIANI PER SEMPRE

Ritagliare e rimirare la sacra immaginetta del Corriere a pagina 9, nella quale si contempla la Mummia Sicula Mattarella nell’atto di stringere la mano a Christiane Amanpour della Cnn. Da apprezzare la scomparsa del collo presidenziale, marchio di fabbrica del notabilato paleo-democristiano.

 

 

ALFANO - FITTO - VERDINIALFANO - FITTO - VERDINI

6. ULTIME DA FARSA ITALIA

La vicenda Lupi consente alle faide in casa azzurra di restare un po’ sullo sfondo. Ma il partito del Cavaliere resta una polveriera. Corriere: “In Puglia ci stanno epurando’. E Fitto ora pensa di correre da solo. L’ex governatore pronto allo strappo. A Palazzo Grazioli ricompare Verdini. Al vertice passa la linea dura con la Lega: no ai diktat, e in Toscana e Liguria ritiri le candidature già presentate” (p. 19). Repubblica: “Fitto come Tosi, in Puglia vuol sfidare Forza Italia. Il leader dei “ricostruttori” si ribella al commissariamento delle liste per le regionali. L’ex ministro verso la candidatura a governatore contro Schittulli. Il partito. Sarebbe un fatto gravissimo” (p. 7).

LUPI ALFANO FITTO E VERDINI SCHERZANO TRA I BANCHI DI MONTECITORIO LUPI ALFANO FITTO E VERDINI SCHERZANO TRA I BANCHI DI MONTECITORIO

 

 

7. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Schiaffo della Bce di Drago Draghi al governo Renzi, anche se i giornaloni in gran parte minimizzano. “Padoan difende le riforme dai dubbi Bce. Francoforte: su debito e liberalizzazioni bisogna fare di più. Il Tesoro: valutazioni parziali sullo sforzo per il deficit” (Corriere, p. 20). Repubblica dedica alla vicenda una mezza spalletta di 50 righe scarse (p. 21).

riccardo bocca twitta renzi con tronchetti afef e naomiriccardo bocca twitta renzi con tronchetti afef e naomi

 

 

8. GOMME A MANDORLA

Continuano le “fughe di notizie” pilotate sul riassetto Pirelli. Il Corriere scrive: “Pirelli, chem China verso l’Opa. Il riassetto in quattro mosse. Gli pneumatici industriali verranno scorporati. La guida a Tronchetti fino al 2021” (p. 41). Al terzo giorno di indiscrezioni entra in scena anche Repubblica: “Pirelli, la Cina si avvicina. Allo studio Opa totalitaria ‘targata’ China Chemical. Titolo in Borsa su del 3,2%. L’offerta lanciata da una newco partecipata dagli azionisti di Camfin e dal nuovo socio” (p. 30). Il Giornale sottolinea: “In Pirelli arrivano i cinesi. Tronchetti mantiene il timone” (p. 21).

 

 

9. EDITORIA IN AGONIA

DE BORTOLI E BAZOLIDE BORTOLI E BAZOLI

Giorni di conciliaboli per il futuro di Rcs. Giornale: “Rcs diventa lo ‘stress test’ degli equilibri di Intesa. Nella banca di Bazoli, Gros Pietro rinforza la linea di Messina: ‘Vogliamo uscire’” (p. 21). Difficile immaginare un Bazoli che rinuncia a mettere becco in via Solferino.

 

 

10 ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA

Guerra delle poltrone a Siena, tanto per cambiare. “Fondazione Mps, il patto si divide sui sette posti nel consiglio di Siena. Clarich: auspico che Profumo e Viola restino fino alla fusione” (p. 43). Fusione di chi?